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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 7215 letture )
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Pensandoci bene, quest’album cos’è? È forse black metal? Folk metal? O addirittura il tanto discusso viking metal? Effettivamente non sarei in grado di dare una risposta semplice e che allo stesso tempo soddisfi quella parte di ascoltatori che non vede l’ora di “uccidersi” nel disperato tentativo di catalogare ogni singola cosa udibile di questo mondo. Il terzo lavoro dei norvegesi Windir non ha assolutamente bisogno di classificazioni, non deve diventare oggetto di dispute senza senso, ma deve rappresentare un’opera d’arte che è stata lasciata all’uomo perché potesse essere sentita e contemplata, se non addirittura vissuta. L’idea principale nasce dalla mente del mai troppo compianto Terje Bakken, in arte Valfar, il quale non risulta essere l’artefice assoluto di tutto come lo era stato nei precedenti Sóknardarl e Arntor, ma comincia piano piano ad avvalersi dell’aiuto di altre persone: ovvero i connazionali ed amici Ulcus, che diventeranno poi membri effettivi in Likferd, e Cosmocrator nel ruolo di cantante in pulito, all’epoca batterista e tastierista dei Source of Tide. A parte questo Valfar, rimane ancora una sorta di tuttofare, ma se sotto l’aspetto pratico abbandona il concetto del solista, dal punto di vista delle liriche propone un concentrato di misantropia assolutamente sorprendente ed affascinante. Per la prima volta i testi risultano essere in lingua inglese, dunque perfettamente comprensibili da chiunque, tranne per la coppia di tracce costituita da 1184 ed Heidra, entrambe scritte in dialetto Sognamål, come già i Nostri ci avevano abituato in passato. Ritornando al discorso riguardante il contenuto lirico delle canzoni ci si può accorgere di come le parole costituiscano una sorta di entità unica sia con l’artwork, opera dell’artista norvegese romantico Johan Christian Dahl, che con la musica, un concentrato di (raw) black metal e di puro folklore. La rappresentazione del pittore si presta perfettamente a quelle che sono le linee guida di 1184: la fermezza e la singolarità del masso posto alla destra della tela ricordano più che mai il personaggio protagonista delle vicende raccontate nell’album, un uomo guidato unicamente dal suo Io e avverso ad ogni tipo di moralità, il quale si limita a guardare gli altri cadere in rovina.
Successivamente, riferendoci alla musica, possiamo assaporare l’immensa cattiveria che vive all’interno di questo disco. Il passaggio tra Arntor e 1184 potrebbe risultare un minimo spiazzante, con il primo carico di atmosfere più ovattate e “vichinghegganti”, mentre il secondo lascia relativamente poco spazio all’immaginazione, preferendo aggredire senza un attimo di sosta. Bisogna comunque sottolineare il modo in cui si svolge l’aggressione all’interno dell’opera: innanzitutto è chiaro come non si stia parlando di accelerazioni in stile black metal fini a se stesse oppure inserite così a casaccio, ma ogni volta ci troviamo di fronte ad una nuova esecuzione -più o meno- melodica in grado di esaltare al meglio una successione continua di sensazioni e stati d’animo, il tutto sempre fedelmente accompagnato dall’instancabile acida voce di Valfar. In poche parole questo cd rappresenta un viaggio emotivo che spazia tra melodia e sinfonia, rabbia e dolcezza, violente voci in scream e delicate parti in pulito, un viaggio che finirà poi per concludersi con la magnifica Journeys to the End, brano che sancisce anche la morte del nostro personaggio. Spostandoci su lidi più tecnici ci imbattiamo in un produzione più che mai adatta al contesto musicale in cui ci troviamo, magari qualche passaggio sinfonico si perde leggermente, ma nel complesso ogni cosa è dosata al punto giusto e l’ottima gestione dei volumi (specie nelle parti più tirate ed epiche) valorizza ancora di più il risultato finale. Tutte le fasi di registrazione (avvenuta presso gli Akkerhaugen Lydstudio), produzione e mixing sono opera del trio composto da Valfar, Thorbjørn Akkerhaugen e Hváll, mentre il mastering finale è stato eseguito da Tom Kvålsvoll, in arte Thrawn, famoso per aver collaborato anche con Arcturus, Borknagar, Dødheimsgard, Kampfar e moltissimi altri.
Il contenuto dell’album riesce ad essere allo stesso tempo vario, ma anche piuttosto monolitico. Proprio per questo motivo non è detto che chi ha apprezzato Arntor riesca anche a godere altrettanto ascoltando 1184, un disco che già dalla prima traccia, intitolata Todeswalzer, scarica addosso qualsiasi tipo di sonorità ed emozione: all’interno di essa ritroviamo una serie continua di sfuriate di puro black metal arricchito da splendidi ricami sinfonici; oltre a tutto questo non dimentichiamoci della bellezza delle melodie e del modo in cui vengono proposte ad un volume più alto rispetto al resto della musica, riuscendo in questo modo a diventare ancora più caratteristiche e incisive. Senza ombra di dubbio si può dire che il comparto melodico sia valorizzato a dovere dagli opportuni strumenti e diventi di conseguenza uno dei punti forti dell’intero platter. Nel corso dei cinquanta minuti abbondanti che vanno a formare l’album possiamo imbatterci in un numero veramente ampio di soluzioni: il black ovviamente non manca mai, ma a parte questo sono presenti anche una serie di momenti più atmosferici e orientati verso il viking, come ad esempio all’interno della titletrack. Insomma, il tutto prosegue veramente con grande classe tra indimenticabili passaggi in pulito (Heidra) e tra rapide ripartenze comandate dalla coppia vocale Valfar-Cosmocrator, padroni totali della scena e in grado di incollare l’ascoltatore ad ogni singolo secondo di questo disco. Inoltre è bene porre l'attenzione anche sull’ottima The Spiritlord, brano che ha già tra le proprie corde un particolare marchio di fabbrica che verrà poi sviluppato a dovere nel corso della carriera dei Vreid. Anche senza citarle nel dettaglio è chiaro come Dance of Mortal Lust, Black New Age e Destroy (canzone spettacolare per il suo carattere avvincente e ricco di pathos) siano gli altri ottimi tasselli che vanno a completare il puzzle denominato 1184, opera indimenticabile nel mondo del metal.
Dopo un lungo racconto è l’ora di giungere alla fine, una fine rappresentata da Journeys to the End, canzone a volte criticata per una seconda parte piuttosto discutibile, ma che io ritengo assolutamente immersiva e ricca di un fascino tutto suo: in sostanza questo pezzo è la più che degna conclusione di un’opera che ha già fatto la storia e che rimarrà per sempre tra gli apici del viking metal di stampo estremo. Che dire ancora di questo capolavoro, a parte ovviamente ascoltarlo e riascoltarlo, per entrare appieno in scenari che solamente questo determinato tipo di musica è in grado di creare? 1184 è in poche parole una pura e semplice opera d’arte, una testimonianza tangibile di quello che la mente umana può trasmettere e di quello che Terje Bakken è stato in grado di veicolare. Un artista che purtroppo ci ha lasciati in un modo assai particolare, quasi come se egli stesso fosse il protagonista di un particolare romanzo. Un artista che difficilmente verrà dimenticato.
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24
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Due parole, commovente e artistico |
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Ascoltato anche questo Album ed effettivamente è un altro Lavoro di grande spessore emotivo.. Bello diretto come piace a Me, però con tante tonalità all'interno di ogni Brano che lo fanno brillare di personalità eccelsa.. Ora mi manca solo il Debutto ma sarà sicuramente un altro ascolto pregevole... |
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20
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Journey to the end e' uno dei brani piu' belli della storia del metal e non solo . Disco stupendo. |
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19
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Gli anni passano, e ad ogni ascolto si trasforma sempre più da capolavoro a pietra miliare... |
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Capolavoro, black e folk uniti in maniera mirabile |
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band di grande talento.....disco spettacolare ! |
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Capolavoro senza tempo, stupendo. 100 |
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Album spettacolare che purtroppo ho scoperto tardi, io amo bands come immortal, morbid angel, carcass e in generale tutto il death e black ben eseguito, ma in tutta sincerita' io non ho mai ascoltato un album cosi' profondo che fa breccia nell'anima, e' incredibile quello che trasmette, se lo ascolti con cuffie e occhi chiusi sembra quasi che ti porti in una dimensione onirica, quest' album ha un non so' che' di potere arcano, spettacolare voto94 |
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14
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Quando parte Journey To The End ...mi sale un'adrenalina pazzesca con quei riff li potrei fare qualsiasi cosa da una carica quella canzone li e anche tutto il disco ovviamente!Grandissimo gruppo i Windir assolutamente tra i migliori gruppi viking metal e della musica in generale di sempre!indispensabili. |
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11
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Album bellissimo... Voto 95! RIP Valfar! |
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10
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Album stupendo, capolavoro indiscusso del Viking Folk Black Metal. Bellissimo: voto 95! R.I.P. Valfar , un MUSICISTA maiuscolo! |
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9
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Stupendo, il mio preferito. Confermo il voto e bella recensione!  |
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Gruppo che colpevolmente ho scoperto tardi... ma di cui immediatamente mi sono innamorato |
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@Theo Grazie, approfondirò sicuramente, sono entrati da tempo nella mia lista delle band sovrannaturali da ascoltare assolutamente, ora che arriverà l'inverno spero di darci dentro  |
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@Cristiano: Consiglio spassionato... Approfondisci in tutta sicurezza, il resto del disco è bello almeno quanto il capitolo finale; se non dio più. Il resto della discografia? Pure... Insomma, vai sul sicuro con loro. Il primo disco, "Sòknardalr", è ancora molto grezzo ma già si sente tutto lo spessore incredibile di questo artista, e le composizioni rimangono ugualmente da brividi... Il secondo, Arntor, è già più avvicinabile a questo ma, come ha scritto Giacomo nella recensione, mantiene un mood tutto sommato meno tirato e più arioso rispetto a 1184. Da conoscere anche l'ultimo disco, "Likferd", un gran capolavoro pure quello. Spero tu approfondisca perchè ne vale davvero la pena, in tal caso, buon ascolto!  |
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5
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Anche se non li conosco benissimo, sono profondamente affascinato dai Windir, e sicuramente approfondirò. Comunque, Journey To The End è bellissima grazie soprattutto a quel finale particolare, non so se riuscirò a trovare una canzone nella loro discografia che riuscirà a colpirmi di più di questa |
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4
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Ah, dimenticavo... Top song? Nessuna, tutte immense, questo lavoro è da ascoltare tutto d'un soffio, tutto d'un fiato, senza interruzioni. Tracce legate l'una all'altra a doppio filo. Ripeto, immenso, dovreebbero conoscerlo tutti. |
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3
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Giacomo cosa mi combini, 91? ... Scherzo scherzo, lo sai... Album fondamentale per me, come dici giustamente tu è un'opera d'arte. Da ascoltare, riascoltare e riascoltare ancora... Hai già scritto tutto tu nella bella recensione, complimenti. Il mio voto si aggirerebbe intorno al 95/96, ma poco importa davvero  |
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2
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onore a valfar!! voto 99 |
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1
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Album immortale e recensione magistrale! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Todeswalzer 2. 1184 3. Dance of Mortal Lust 4. The Spiritlord 5. Heidra 6. Destroy 7. Black New Age 8. Journey to the End
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Line Up
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Valfar (Voce, Chitarra, Tastiera, Fisarmonica) Sture Dingsøyr (Chitarra) Strom (Chitarra) Righ (Tastiera) Hváll (Basso) Steingrim (Batteria)
Musicisti ospiti: Cosmocrator (Voce)
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RECENSIONI |
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