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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Tyran` Pace - Long Live Metal
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( 1992 letture )
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Long Live Metal, pubblicato nel 1985, è il secondo disco dei teutonici Tyran’ Pace che segue cronologicamente il pregevole Eye to Eye uscito l’anno prima. La band, capitanata dal giovanissimo singer Ralf Scheepers (Gamma Ray, F.B.I., Primal Fear), ha mantenuto la medesima direttrice musicale del precedente long playing reiterando alquanto gli stilemi dell’heavy metal più classico derivativo dai maestri Judas Priest; il vocalism di Ralf, d’altronde, ricorda e non poco quello di Rob Halford. La ricetta sonora dei Tyran’ Pace, che si presenta in una veste più arcigna rispetto al debut album, è composta da ingredienti senza troppi fronzoli: un’ugola graffiante, riff taglienti come le lame di un rasoio appena affilato, una serie di assoli al fulmicotone e una sezione ritmica che pesta a dovere (Edgar Patrik alle pelli merita una menzione a parte per la sua bravura); tutto ciò non basterebbe di certo a suscitare il dovuto interesse se la formula non venisse supportata da un’elevata qualità del songwriting. Il titolo del platter è un vero e proprio omaggio al tanto amato heavy metal, alla stregua dell’inno che nel 1978 i Rainbow vollero tributare al rock con l’ottimo Long Live Rock N'Roll.
La veloce opener Shockwaves costituisce già di suo la quintessenza di quanto predetto e sicuramente nessuno avrebbe motivo di lamentarsi se una song di tale spessore avesse trovato posto in Screaming for Vengeance o in Defenders of the Faith. Da incorniciare la performance vocale di Scheepers nell’adrenalinica Red Sweat, in cui il cantante regge benissimo l’improbo confronto con il grande Halford. L’anthemica Play of Night esprime tutto il viscerale amore nei riguardi del metal ed il suo refrain ha il potere di stamparsi in maniera indelebile nel cervello. Law and Order ha un andamento più cadenzato con sugli scudi un eccellente riff portante e apprezzabili cori davvero azzeccati. Il platter non si concede soste grazie alla ritmica sostenuta di Wheels of Love (le similitudini con Freewheel Burning sono però palesi), mentre Hot Rock dispone di un incedere piacevole e spensierato con ancora un buon ritornello supportato dal chorus. La rocciosa Shakedown riprende il solito canovaccio mirabilmente arricchito da un superbo lavoro alla sei corde. Meno interessante, nel complesso, Night of the Wolves, quasi una breve pausa prima dello sfolgorante finale affidato alle aggressive Raid the Victims e Killer on the Highway, che pongono il suggello ad un full length inopinatamente poco conosciuto.
Peccato, davvero peccato che, dopo Watching You del 1986, Ralf Scheepers decise di abbandonare i Tyran’ Pace per entrare nei Gamma Ray, sancendo prematuramente la fine di un combo che probabilmente avrebbe scritto altre belle pagine nella storia dell’heavy metal (non si considera più di tanto la reunion del 1998 con il discreto Take a Seat in the High Row). Nel processo di riscoperta dei lavori passati ingiustamente nell’oblio, esortiamo gli appassionati a procurarsi una gemma di tale portata che, seppur non brilli di luce propria per originalità, induce forzatamente dall’inizio alla fine ad un forsennato headbanging. Long live true heavy metal!
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10
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Ma buttatelo questo Watching You nei ripescati perdincibacco. |
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9
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Riascoltato ieri, poco conosciuti ma per quello che mi riguarda superiori ai Primal Fear, molto sul versante Judas (.... a proposito per i fans dei Priest imperdibile anche Time\'s End dei Saint dell\'86, un vero must ).Il massimo della \'notorietà\' arrivò col terzo Watching You ( sempre sul versante Judas, ma un po\' più tecnologico ) quando andarono in tour con gli altrettanto bravi Victory. Da riscoprire, long live prime movers |
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8
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Qualcuno conosce bene Watching you dell anno dopo? |
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7
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Scheepers al top: coi Gamma Ray è troppo squadrato e invece qui e su quello dopo (Clone di Turbo!!!) da di barta!!! |
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6
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Per me qui c'è lo sheepers migliore ovvero quello più clone di halford e la musica stessa non ha ancora quelle intrusioni power che dai gamma ray in poi non abbandoneranno più il cantante (per me un vero peccato). Del fatto che non sono.per niente originali non potrebbe fregarmene di meno. Inoltre questi primi due dischi dei primal fear sono.nettamente migliori del terzo e di tutta la discografia primal fear che al.di la della indubbia coerenza stilistica ha anche un certo tasso di noiosità. Fosse scheepers andato a dritto sulla.strada di questo disco (forse necessariamente con questi conpagmi.di band o forse no,dipende da quale fosse il loro peso compositivo) penso avremmo un corso migliore da ammirare. |
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5
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Quindi non leggi L'archivio della 'Zine, eh?  |
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4
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Azz lo vedo solo ora nel database grazie al post di Raven nel disco debut dei Primal Fear...discone!!!! Metal classico, molto priestiano e con Scheepers un pò troppo clone di Halford ma che si vuole di più? Ottimo! Voto 87 |
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2
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Ottima band, probabilmente poco conosciuta, ma giustamente rispolverata! Personalmente apprezzo molto i primi due lavori, di cui ho i rispettivi vinili. La recensione rende perfettamente l'idea sui contenuti: trattasi di band capace di dare soddisfazione agli amanti del metal classico d'annata.  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Shockwaves 2. Red Sweat 3. Play All Night 4. Law and Order 5. Wheels of Love 6. Hot to Rock 7. Shakedown 8. Night of the Wolves 9. Raid the Victims 10. Killers on the Highway
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Line Up
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Ralf Scheepers (Voce) Oliver Kaufmann (Chitarra) Calo Rapallo (Chitarra) Andy Ahues (Basso) Edgar Patrik (Batteria)
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RECENSIONI |
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