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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Nerodia - Prelude to Misery
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( 2094 letture )
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Secondo full lenght per i Nerodia, band romana dedita ad una forma di metal estremo nel quale il thrash di base, più di scuola tedesca che americana, appare rinvigorito da elementi black come, ad esempio, parte del lavoro della chitarra e molto di quello della batteria. L’aspetto più interessante del loro sound è proprio il sapiente, funambolico equilibrio che hanno saputo raggiungere non solo tra le due componenti stilistiche appena menzionate, ma anche tra vecchio e nuovo. Non sono una band di revival thrash, come pure ce ne sono di eccellenti, ma non hanno neppure fatue velleità moderniste. Per farmi capire, pensate al Canova: il suo neoclassicismo consisteva in un’ibridazione del tutto originale tra l’Antico ed il Moderno che prendeva a modello l’arte dell’antichità ma la rielaborava ed innovava immettendovi una peculiare sensibilità preromantica. Ecco, i Nerodia seguono un percorso creativo analogo. Ma concretamente, come ottengono questa virtuosa misura tra conservatorismo ed innovazione? Innanzitutto è la stessa inclusione di elementi black a ringiovanire il thrash: esemplari in tal senso sono i tempi ibridi di batteria ed i doppi riff di chitarra, sempre incisivi, che fondono la ferocia brutale, tutta fisica del thrash alla tenebra emozionale del black metal. Indovinato a tal fine anche il sound: e non mi riferisco semplicemente all’ottima registrazione, anche perché per farla male con i mezzi odierni ci vuole davvero un sublime grado d’incompetenza, quanto piuttosto alla saggia e vincente scelta dei suoni, primo fra tutti quello del rullante, ma anche quelli delle chitarre. Essi evocano, richiamano alla memoria un sound vintage senza riproporlo con pedissequa integralità. E giacché ho avuto modo di apprezzare la bellezza di questo mood sonoro in sede live, ne deduco che possiedono un bel sound a prescindere dall’ingresso in studio di registrazione, dove certo esso si definisce e rifinisce a causa del maggiore rigore metodologico. Quanto invece i nostri siano legati al passato ce lo dimostra la scelta della cover, il brano The Uninvited Guest di un gruppo ultra classico come i Mercyful Fate, nel quale l’attualizzazione viene compiuta principalmente dalla voce del singer. In generale, il cantato si presenta come un punto di forza di questo lavoro, elemento di pregio e distintivo con la sua incisiva, aspra aggressività. Lo stesso non si può dire del parlato, fortunatamente raro, che per il suo esito non propriamente eufonico consiglierei di evitare in futuro. Ora, se c’è un appunto serio da fare ai Nerodia, questo riguarda i rari momenti in cui il bilanciato dosaggio delle componenti black e thrash viene meno. Mi riferisco in particolare a The Birth of The Dragon, nel quale il black tende a prevalere, ma non bastando riff a corde aperte e trame di doppia cassa per fare un Metallo Nero emotivamente intenso, il risultato è piuttosto scialbo, decretando il brano come il peggiore del disco. L’unico a lasciare perplessi, in realtà, perché le altre song meravigliano invece per il cupo vigore che permea le linee melodiche, rese peraltro cangianti da accorgimenti quali, ad esempio, i brevi ma pregnanti fraseggi di chitarra acustica (in Dead End Procession), o la ripetizione di passaggi di chitarra elettrica dal potente effetto ipnotico in Under My Black Wings, che a mio parere rappresenta l’apice qualitativo dell’intero album. Concludendo, Selfsick Madness è un lavoro ben concepito e suonato con schietta e vibrata ferocia da musicisti tecnicamente ineccepibili, tutti peraltro attivi in altre blasonate band (Giulio Serpico Marini e Marco Montagna nei Doomraiser, Ivan Contini nei VII Arcano e David Folchitto negli Stormlord). Tutte queste doti appaiono esaltate in sede live e confermano l’impressione di un gruppo tenace, centrato sui suoi obiettivi, di più, votato ad essi. Il che fa sperare per il loro futuro artistico, tutto da costruire.
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4
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Grandi!! Ep molto bello! |
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3
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Confermo il primo commento, dal vivo spaccano! |
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1
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visti parecchie volte live e confermo che danno un impressione migliore che su disco, non che questo risulti scadente |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Selfsick Madness 2. Dead End Procession 3. The Birth Of The Dragon 4. Under My Black Wings 5. The Uninvited Guest ( Mercyful Fate Cover)
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Line Up
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Giulio Serpico Marini (Voce, Chitarra) Marco Montagna (Chitarra, Cori) Ivan Contini (Basso) David Folchitto (Batteria)
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