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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Suicidal Tendencies - Join the Army
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( 5260 letture )
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Sono passati ben quattro anni da quel 1983 che ha visto i Suicidal Tendencies presentarsi prepotentemente sul mercato con il loro self-titled d’esordio e gettare le basi per la costruzione di un genere musicale in grado di ottenere consensi e supporto da due correnti di pensiero artistico differenti. Ci troviamo ancora nel periodo d’oro del thrash metal quando Mike Muir, paroliere non raffinato ma quantomeno efficace, si dedica alla scrittura dei testi del secondo album nel tentativo di seguire il successo dell’ottimo esordio. Della formazione esordiente rimangono solamente il frontman e il bassista Louiche Mayorga, mentre alla chitarra e alla batteria vengono reclutati rispettivamente Rocky George e R.J. Herrera. Fu proprio l’arrivo del chitarrista -precedentemente impegnato in una punk band californiana insieme con un paio di nomi a caso come Jeff Hanneman e Dave Lombardo- a portare un’ulteriore spinta al sound dei Suicidal Tendencies verso il metal più grezzo e percuotente. Ridimensionate -ma assolutamente non accantonate- le influenze punk, il secondo disco Join the Army vede una maggior presenza di ritmiche che collimano sul genere più di successo nell’underground del periodo: il thrash. Al contrario, a livello lirico, le tematiche si mantengono pressoché tali: proteste rabbiose, forte senso d’inadeguatezza sociale, le guerre urbane delle gang con evidenti riferimenti all’autonomia sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista organizzativo della propria vita. Rimboccarsi autonomamente le maniche -per utilizzare un termine molto lontano dall’accezione del periodo-, alzarsi e combattere: questo è il riassunto della corrente di pensiero di Mike Muir e soci.
E’ uno di quei riff da “soundcheck” che apre la registrazione: Suicidal Maniac si presenta con il rasposo suono della chitarra in contrapposizione a un basso rimbombante; la graffiante voce di Muir non si fa attendere e presto sfocia nella sua prestazione che conduce a uno dei refrain più famosi della band. Il primo assaggio solistico -in pieno Hammett style- di Rocky George mette subito in mostra la sua forte influenza thrash che condurrà i Suicidal Tendencies nella loro progressiva evoluzione sonora. La title-track viene aperta da un rullante caratteristico prima di presentare il riff portante, lento e trascinante per permettere a Muir di snocciolare le sue liriche cadenzate, che sfocia quindi in una sfuriata intermedia sulla quale Rocky George costruisce il suo esaltante assolo. Non vi è la necessità di ascoltare i brani molte volte prima di rendersi conto che ogni pezzo è un piccolo capolavoro a sé stante, fautore e produttore di un genere innovativo e fresco nelle sonorità: You Got, I Want e A Little Each Day mettono in mostra le doti prorompenti di Louiche Mayorga e di R.J. Herrera, mentre War Inside My Head e Born to Be Cyco consacrano Mike Muir a grandioso trascinatore e Rocky George a suo fidato solista. Pur tenendosi quasi sempre al di sotto dei tre minuti di durata, i brani possiedono una loro struttura interessante e -quasi sempre- similare. Appare quindi evidente -se ci fosse ancora il bisogno di specificarlo- che l’originalità della proposta del quartetto non risieda nella costruzione di astrusi tempi dispari, di soluzioni intricate o controtempi furibondi, quanto nella semplicità e nella sfacciata prepotenza delle liriche e delle musiche. Sarebbe fuorviante, oltre che realmente difficile, scegliere una top track tra le tredici che compongono Join the Army, per cui è d’uopo sottolineare che tutti i brani si mantengono su livelli ottimi in un’omogenea dimostrazione di una delle tante evoluzioni dell’heavy metal classico, senza perdere un colpo né relegare una traccia allo scomodo ruolo di filler.
Con la loro seconda pubblicazione discografica, i Suicidal Tendencies hanno offerto al mondo del metal un altro grande album, che diventerà un vero e proprio punto di riferimento per il crossover negli anni a venire. Gli assoli di chitarra sono ancora prettamente caotici, privi di qualsiasi tecnicismo od orpello particolarmente elaborato; le vocals sono grezze e perfettamente impostate dal frontman, messo in mostra da una produzione non eccelsa ma che è il quid in più di un lavoro già di per sé innovativo e travolgente. Moltissime band nate agli inizi del duemila si rifaranno alla prima band di Mike Muir che -con i suoi primi cinque album- ha saputo offrire gli elementi determinanti per la nascita di un nuovo genere. In conclusione Join the Army è un album massiccio, granitico e compatto che riesce a ottenere -grazie soprattutto al nuovo ingresso di Rocky George alla chitarra- sfumature maggiormente thrash metal pur mantenendo ancora uno stile prettamente crossover come impostato e snocciolato dal songwriting del frontman Muir. I Suicidal Tendencies con il loro secondo album non solo confermano la grandiosità del loro esordio, ma proseguono sulla strada da loro stessi costruita in un vero e proprio paradigma di coerenza: la bellezza di un disco come questo sta anche nella produzione colma di piccole lacune che -tuttavia- contribuiscono sensibilmente a rendere il sound sporco e volutamente grezzo degli strumenti. Amanti del punk e del thrash, se non l’avete già fatto da anni, entrate nell’esercito dei Suicidal Tendencies.
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19
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Non ascolto molto Crossover devo dire, ma questo Join' The Army spacca di brutto. Mi piace assai di + di Crossover dei D.R.I., che invece ho adorato nella forma HP, come del resto il primo Suicidal, che è molto differente da questo. Sarà il suono sporco, sarà il quasi rappare di MUIR, saranno le soluzioni street funk di sottofondo, dove si respira l'aria di Venice, la stessa dei DOORS, ma nei tardi '80, o sarà che non ci sono filler, comunque disco pazzesco. Mi ripeto, un disco molto stradaiolo. I suonatori tuttavia, sono tutt'altro che sprovveduti. |
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18
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Grandi ST !!! Quest'album si allontana stilisticamente dall'epocale esordio, facendo da ponte verso lo stile (diciamo) "maturo" della band. A seconda del momento guarda un po' al passato e un po' al futuro. Con pezzi come War inside my head, la title-track, Possessed to skate, Suicidal maniac o ancora la sparatissima I Feel your Pain rappresenta comunque uno degli album fondamentali della band. Da avere. Voto 87 |
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17
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Mah! Sinceramente ho sempre preferito il disco successivo e quello venuto dopo rispetto a questo.
Qui dopo 4 anni di stop forzati si sentono i cambiamenti netti in fatto di stile sonoro anche se in realtà questo disco ha più di una somiglianza anche con quello dei NoMercy, un altra band composta praticamente da tutta la line up degli stessi Suicidal.
Alcuni brani di questo disco (su tutti Possessed to skate, War inside my head e la title track) sono stati in seguito ripresi e rifatti dal gruppo in maniera migliore. |
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16
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Two wrongs don't make a right but...WHUUOA!!! it make me feel a whole lot better!!! Goduria allo stato puro. S.T. |
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15
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un classico... mi sono spaccato di pogate all epoca sui pezzi dei S.T.
Suoni grezzi e produzione un po scialba, ma la ciccia sotto ce'.. eccome!!! |
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12
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Solo 11 commenti x questo cd immortale...che tristezza... |
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10
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Gruppo + sottovalutato di sempre, secondo me sono fighi, oltre a quelli classici, anche suicidal for life del 94 e freedumb del 99 mentre free your soul del 2000 e' solo discreto e l' ultimo di quest'anno pessimo, x me ora e' tutta un'altra band, e' rimasto solo mike muir con un manipolo di ottimi musicisti (come sempre nella storia dei suicidal) ma si e' persa l'anima di quella che era una band rivoluzionaria, si e' persa l'essenza suicidal in definitiva |
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9
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Capolavoro del crossover, dischi come questi van sentiti tutti i giorni!! Voto 90! |
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8
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Adoro lights camera e anche il successivo the art of rebellion, dove la differenza la fa sicuramente Robert Trujillo. Per persi intendevo comunque che hanno optato per una forma di thrash/funkeggiante, della serie devo capire cosa farò da grande. Sicuramente i primi due sono spettacolari ma anche i due sopracitati sono ottimi ma nn sembrano quasi un'altra band |
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7
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Herr julius.. Lights camera revolution non ha quasi più nulla di hardcore, ma thrashosamente parlando è un disco da 100 e lode. Difficile trovar di meglio. Anche i classici dei BIG four sono li eh. Il resto non l'ho mai ascoltato quindi non so. |
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6
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a parte il primo che è inarrivabile per chiunque, questo album contiene pezzi memorabili. Dopo si sono un po' persi per strada comunque questo per me è un ottimo album, cazzuto e orecchiabile. |
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5
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Band meravigliosa. La scoprii live a Modena (non ricordo l'anno) ma suonarono da paura, il giorno dopo del loro concerto andai a comprare tutti i dischi di loro che trovai. Fantastici. |
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4
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Disco con pezzi da paura ed altri ,x me, solo sufficienti, davvero troppo avanti x l'epoca, sono io che non amo troppo le contaminazioni, comunque grandi idee e musicisti validi, grandi Suicidal, da sempre... |
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3
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azzopè questa è storia. e tanti kids rimasero veramente di cacca quando usci questo disco ma i più svegli capirono che i suicidal erano prima di tutto musicisti di talento , e poi ci voleva fegato a andare a dire a muir sai il tuo album è troppo metal fa schifo!!! |
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2
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Band fantastica , che ha messo in fila una serie di grandi album innovativi a partire da questo., vero crossover, non come tante band pagliaccio che abbiamoa vuto negli anni 90. Questa si che era una band "avanti"! |
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1
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Capolavoro. Tra questo l'omonimo e lights camera...non saprei quale scegliere. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Suicidal Maniac 2. Join the Army 3. You Got, I Want 4. A Little Each Day 5. The Prisoner 6. War Inside My Head 7. I Feel Your Pain and I Survive 8. Human Guinea Pig 9. Possessed to Skate 10. No Name, No Words 11. Born to Be Cyco 12. Two Wrongs Don’t Make a Right (But They Make Me Feel a Whole Lot Better) 13. Looking in Your Eyes
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Line Up
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Mike Muir (Voce) Rocky George (Chitarra) Louiche Mayorga (Basso) R.J. Herrera (Batteria)
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RECENSIONI |
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