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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 2139 letture )
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Nuova misteriosa creatura della quale circolano solo pochissime informazioni, perfettamente in linea col proprio stile minimal, Cartagine è una one-man-band alle prese con un drone/doom fangoso ed impenetrabile, chiaramente riconducibile alla scuola Sunn O))), Boris, Nadja e via dicendo. Il progetto nasce nel 2013 a Latina per volere di A.G. che, nello stesso anno licenzia questo lavoro in formato digitale, suscitando l'interesse della Aonair Productions che si occuperà di produrlo in formato tape album in edizione limitata, disponibile da febbraio 2014. La cassetta racchiude 4 brani per un totale di 43 minuti di basse frequenze decisamente disturbanti che spaziano tra il classico drone, alcuni riferimenti allo space ambient ed alla nuova scuola black/ambient, oggi tanto in voga. Il drone/doom è un genere molto particolare che ruota intorno a pochissimi nomi interessanti ed una miriade di cloni e derivati che ricalcano i loro passi, senza purtroppo godere della loro stessa classe, ma soprattutto delle stesse strumentazioni. Difatti -come noto- la particolarità di questo genere sta proprio nel minimalismo sonoro che lo contraddistingue che, per ovvi motivi, se non supportato da un'adeguata strumentazione e da una ottima padronanza dell'effettistica, rischia di ridursi ad un infinito soundcheck senza senso. Sfortunatamente Cartagine non fa eccezione e non riesce ad elevarsi al di sopra della massa di bands che pullulano l'underground, sfornando un lavoro che a livello concettuale dona momenti di pura alienazione, ma che a livello strettamente musicale si rivela decisamente povero e vuoto. La strumentazione è essenziale, lo stile scarno e minimale ed il sound sporco e vuoto. Non c'è produzione, non c'è potenza e -ahimè- non ci sono le atmosfere che contraddistinguono i grandi album di questo genere. Le quattro tracce di questa tape non hanno una struttura, non c'è una evoluzione o quantomeno un qualunque riferimento sonoro che possa permettere di distinguerle una dalle altre. Insomma, il minimalismo ci sta bene, ma anche nei casi più estremi è sempre essenziale dare ai brani un filo, che purtroppo in questi brani non è riconoscibile, lasciando il dubbio se si tratti di registrazioni totalmente improvvisate oppure se ci sia un minimo di premeditazione. Sunn O))) e soci negli anni ci hanno educati alla rarefazione sonora più estrema, ma il loro vuoto è un "vuoto costruito", dove risuonano synth, chitarre (e che chitarre!), urla ed una quantità di riverberi ed effetti che, anche laddove smettono di suonare tutti gli strumenti, i feedback continuano a risuonare creando vortici sonori di grande effetto.
Alle volte un ostentato minimalismo si rivela in realtà una povertà di idee, ma come ci tenevo a sottolineare in precedenza, nel drone/doom songwriting e strumentazione camminano di pari passo, dunque un album che non gode di una ottima produzione, non potrà mai competere sul mercato odierno. Seppur apparendo una considerazione scontata, quest'ultima osservazione, in generi minimali come questo, diventa di primaria importanza.
Non è mai carino bocciare una band alle prime armi, ma purtroppo questo lavoro è deludente sotto tutti gli aspetti.
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Se non hai grandi possibilità economiche per acquistare mezzi di produzione di primissimo ordine, non dedicarti ad un drone ispirato a chi, questa strumentazione la possiede. Piuttosto concentrati al massimo sul songwriting e sulla costruzione delle architetture ronzanti. Puoi salvare il tuo disco, ed ottenere un risultato appagante. Ascoltato, concordo con Furio. L'equazione che dovrebbe legare atmosfere, vuoto, basse frequenze ed introspezione non collima con le aspettative. Peccato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Praefatio 2. Actus I 3. Actus II 4. Peractio
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Line Up
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A.G. (tutti gli strumenti)
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RECENSIONI |
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