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11/05/24
NWOIBM FEST VOL VI
DISSESTO CULT, VIA DEL BARCO 7 - TIVOLI (RM)
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SKID ROW + DEAD CITY RUINS + HOLLYWOOD KILLERZ - Audiodrome, Moncalieri (TO), 28/11/2013
03/12/2013 (3231 letture)
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Dopo averci fornito un primo assaggio del nuovo materiale con United World Rebellion: Chapter One, pubblicato nella prima metà del 2013, gli Skid Row hanno ben pensato di affrontare un tour in supporto a questo primo capitolo di una serie di EP che andranno a costituire alla fine una sorta di vero e proprio full length. Molte le date che gli Skid Row hanno effettuato in Gran Bretagna, toccando Inghilterra, Galles, Scozia, ed Irlanda del Nord, facendo poi tappa in Olanda, Germania, Danimarca e Svezia ed infine in Francia, Svizzera ed Austria, arrivando in Italia con ben quattro concerti in calendario. Il primo di questi è proprio quello del 28 novembre all'Audiodrome di Moncalieri, città situata in provincia di Torino. La location non è delle più grandi, ma, come si dice in questi casi, si rivela molto accogliente. Occasione irripetibile quella di poter assistere ad un concerto degli Skid Row in un posto di questo tipo, con la sensazione di trovarsi tra amici invitati ad una festa invece che ad un concerto di una band di rilievo internazionale. E se da un lato ciò risulta assai positivo per lo svolgimento della serata, non si può certo dire che sia un punto a favore degli Skid Row, che appaiono un po' messi in secondo piano da una scena musicale che non fa sconti a nessuno. Inutile rinvangare i fantasmi del passato (il nome dell'ex singer Sebastian Bach riecheggia costantemente), perché quella di oggi è una formazione di tutto rispetto, con musicisti esperti e capaci di gestire anche palchi molto più importanti di quello odierno. Johnny Solinger è un frontman competente ed all'altezza del gruppo che gli sta dietro; dovrebbe perciò riuscire a far dimenticare chi c'era prima di lui, ma sembra purtroppo che, dopo ben quattordici anni tra le fila del gruppo, ci sia ancora chi non lo vede di buon occhio. È vero, Thickskin e soprattutto Revolutions per Minute non sono lavori all'altezza del trittico di dischi costituito da Skid Row, Slave to the Grind e Subhuman Race, in cui troneggiava il buon Bach, ma non può esser colpa solo di un singolo elemento. Toccherà proprio ai vari EP che seguiranno al primo United World Rebellion riequilibrare la situazione e finora la strada intrapresa sembra quella giusta. La locandina dell'evento ci ricorda che si tratta del quindicesimo anniversario del GlamAttakk, un festival nato nel capoluogo piemontese nel 1999 (caso vuole che fosse proprio l'anno in cui Solinger entrò negli Skid Row) per volontà degli Hollywood Killerz e del dj rock Glaze, rispettivamente il primo gruppo a salire sul palco quest'oggi e l'organizzatore della serata. L'apertura con un leggero margine di ritardo dei cancelli assume un rilievo minore sapendo che in realtà l'impegno per far funzionare tutto al meglio è stato tanto, ed anche la temperatura gelida fuori dal locale viene presto dimenticata in favore di un'atmosfera davvero amichevole che si ritrova all'interno. Quando gli Hollywood Killerz si apprestano a salire sul palco sono ormai le 21.30, ma fortunatamente posso anticipare che le tempistiche della serata non sono state poi così sfavorevoli.
HOLLYWOOD KILLERZ Tocca agli scatenati Hollywood Killerz dare il via allo show. Il gruppo, molto conosciuto nella zona di Torino, propone un sano mix di hard rock, glam e punk stradaiolo, ideale per scaldare il pubblico. Il concerto di questa sera è inoltre un'ottima vetrina per il nuovo disco, Still Intoxicated, di cui vengono giustamente proposti alcuni brani. Nella mezz'oretta a loro concessa, le canzoni si susseguono senza destare particolare clamore, ma riuscendo nell'intento di agitare i presenti in questa freddolosa serata piemontese. La prova di questi cinque giovani amanti di sonorità old school si dimostra nel complesso valida, ma non certo impeccabile: è specialmente il cantante, Harry, quello che appare meno quotato dal punto di vista tecnico, puntando tutto su una presenza scenica invece davvero buona. In più di un occasione il simpatico batterista Lollo cerca di far sfoggio dei propri "tricks" lanciando in aria le bacchette, ma il più delle volte non riuscendo a riprenderle. L'incappucciato bassista della band ed i due chitarristi preferiscono invece attenersi ad una prestazione di buon livello senza mettersi troppo in mostra. Hollywood Killerz che si confermano quindi come band da palcoscenico, ma che non riescono a destare particolare clamore, nonostante ce la mettano tutta.
DEAD CITY RUINS Con appena un quarto d'ora circa di distanza dal termine dell'esibizione degli Hollywood Killerz, ecco salire sul palco gli australiani Dead City Ruins, capitanati dal carismatico frontman Jake Wiffen. La band si dimostra subito decisa a mettere a ferro e fuoco l'Audiodrome, fornendoci una prestazione di altissimo livello e rischiando perfino di far passare per un attimo in secondo piano la presenza degli Skid Row. Caratterizzati da un sound che tanto deve ai primi Black Sabbath, a metà strada tra la sprizzante energia dell'hard rock e la robustezza dell'heavy metal, con alcuni tratti epici che rendono il tutto ancora più interessante, i Nostri non si limitano a mettere in atto una normale lezione di tecnica, ma prendono in mano dal primo all'ultimo minuto le redini del palco grazie specialmente al sopracitato singer Jake Wiffen, magnetico nei confronti di un pubblico che non può fare a meno di restare meravigliato tanto dalle sue doti canore quanto dalla sua attitudine da vero leader. Non a caso il paragone che mi balza subito in testa è quello col Bruce Dickinson dei primi tempi. La band, strano ma vero, è attualmente priva di un contratto discografico e si autoproduce in tutto e per tutto, come ci tiene a sottolineare lo stesso Wiffen. Un plauso dunque a questi ragazzi, che più di tutti meriterebbero l'attenzione da parte di una label, visti i risultati portentosi di cui sono capaci già da soli. Inutile a dirlo, subito dopo la loro esibizione mi reco allo stand messo in piedi dalle due band d'apertura per acquistare il cd dei Dead City Ruins (10 euro spesi più che volentieri) e stringere la mano, non senza un pizzico d'emozione, al mio nuovo idolo Jake Wiffen.
SKID ROW L'atmosfera si scalda ai massimi livelli nei minuti che precedono l'entrata sul palco degli headliner e quando, sulle note di Blitzkrieg Bop dei Ramones, la band da il via alla propria esibizione con Let's Go (che si lega magnificamente al ritornello cantato dai Ramones), tratta dal recente EP United World Rebellion, la carica è già a mille. La scaletta della serata è incentrata molto sui due masterpiece Skid Row e Slave to the Grind, partendo da canzoni divertenti e coinvolgenti come Big Guns, Makin' a Mess e Piece of Me ed arrivando all'attesissima 18 and Life, cantata praticamente da ogni persona presente in sala. Fin da subito notiamo come la band appaia in gran forma e assolutamente decisa a smuovere i pochi (ma comunque un buon numero per le dimensioni del locale) intrepidi fan accorsi: Johnny Solinger è autore di una prestazione degna di nota, pur non impressionando mai tantissimo, i due chitarristi si dimostrano sempre pronti a sfoderare le proprie doti alle sei corde con una grinta ed un'energia da ragazzini, mentre Bolan e Hammersmith tengono costantemente alta la tensione fornendo anch'essi una grandiosa prestazione. La setlist ci porta per un attimo al non tanto apprezzato Thickskin, salvo parare poi su Slave to the Grind, con Riot Act e In a Darkened Room. È ancora tempo di "novità" con l'apprezzabilissima Kings of Demolition, canzone ideale da suonare live, diretta e "cattiva" com'è. Arriva il momento di stare sotto ai riflettori anche per Bolan, quando si porta al microfono per cantare Psycho Therapy dei Ramones, canzone che scatena ancor di più i fan sotto al palco. Dopo un pezzo del genere quale miglior soluzione di rasserenare i bollenti spiriti con l'emozionante I Remember You? Qui anche Solinger sale sugli scudi, mostrando di saper adattare molto bene la propria voce anche per brani del genere ed il chitarrista Dave Sabo ha finalmente l'occasione di tirar fuori la chitarra acustica per uno dei momenti più intensi dello show. Arriva il meritato break in prossimità del finale, ma non prima di aver proposto una doppietta del calibro di Monkey Business e Slave to the Grind. La chiusura di concerto è affidata sulle prime alla nuova This Is Killing Me, che regge abbastanza bene il confronto con le ballad del passato, pur non possedendone probabilmente lo stesso spirito. Il cerchio si completa con la sempre bella Sweet Little Sister e il gran finale di Youth Gone Wild, tra gli episodi più alti e coinvolgenti dell'intero concerto. Proprio su questa canzone -che potremmo definire storica senza timori di sorta- la band tira fuori uno striscione che recita all'incirca così: "The new generation is still wild (La nuova generazione è ancora selvaggia)". Un gruppo tutt'altro che morto quello degli Skid Row, tutt'ora in grado di fornire prestazioni grandiose in sede live e di comporre canzoni valide che fanno ben sperare per eventuali progetti a lungo termine. Confronti col passato non vale la pena farne, i tempi sono inevitabilmente cambiati, alcune facce anche, ma una cosa è certa: gli Skid Row sono sempre gli Skid Row.
Una serata che si è svolta dunque al meglio, senza praticamente alcuna nota negativa da segnalare. Organizzazione ottimale, band di supporto assai valide -tra cui la grandiosa scoperta dei Dead City Ruins- e soprattutto una band come gli Skid Row che, nonostante non si trovasse davanti a migliaia di spettatori, ma a malapena un centinaio (molto probabile che fossero anche meno), ce la mette tutta per rendere l'evento memorabile, riuscendoci nel miglior modo possibile. La recentissima notizia della loro presenza alla prossima edizione del Wacken Open Air non può che essere la ciliegina sulla torta per una band ancora fortemente meritevole di approvazione da parte dei fan sparsi in tutto il mondo nonché dalle nuove leve di metallari e rockettari, quella "nuova generazione" che è ancora selvaggia. Sempreverdi.
SETLIST SKID ROW 1. Let's Go 2. Big Guns 3. Makin' a Mess 4. Piece of Me 5. 18 and Life 6. Thick Is the Skin 7. Riot Act 8. In a Darkened Room 9. Kings of Demolition 10. Psycho Therapy (Ramones cover) 11. I Remember You 12. Monkey Business 13. Slave to the Grind ---ENCORE--- 14. This Is Killing Me 15. Sweet Little Sister 16. Youth Gone Wild
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c'ero e posso dire che i dead city ruins hanno fatto un concerto della madonna! grandissimi! |
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Mi spiace non esserci stato,i recenti ep mi piacciono molto,li ricordo a supporto dei Crue nei primi anni'90 e li disintegrarono,Skid Row non fecero prigionieri!Son felice di rirovarmeli dopo più di 20 anni in forma e con gran belle canzoni,alla prossima sicuramente! |
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maurizio: può essere, vedrò di farmela passare. |
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@therox: non ti passa molto mi sa...cittadina..città...è improprio dire... |
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Elluis: ma io il complimento al report l'ho fatto e non avendo visto lo show in questione non potevo certo fare commenti particolareggiati ma solo prendere atto di quanto scritto senza poter paragonare le mie sensazioni sul concerto a quelle dell'autore dell'articolo. E poi il mio appunto semmai può essere fuori tema, quello si, ma non certo superfluo. |
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Ma davvero c'era così poca gente? Non se lo meritano assolutamente. Non saranno gli Skid Row dei tempi migliori, ma dal vivo sanno farsi valere. Un vero peccato... |
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Offendermi io? Mafffigurati !! Solo non ho potuto non notare il tuo commento relativo ad un dettaglio pressochè insignificante, quando invece tutto il resto del report è molto fluido, particolareggiato e piacevole da leggere; mi è sembrato un appunto semplicemente superfluo, tutto qua ! |
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Dipende: se ti offendi allora è quello di Radamanthis, se non ti offendi è il tuo. Ma sono sicuro che non sei permaloso. |
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Ah ok giusto, perchè tu comprendi anche il commento n.7 di Radamanthis, vero ? |
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Elluis: perché 4? Fai pure 5... |
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@Flight 666 la prox volta scrivi semplicemente "a sud di Torino" così ci eviteremo 4 commenti in cui si parla del niente. |
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La geograqfia non è il mio forte... |
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Ragazzi, non scannatevi La segnalazione di therox68 ci sta tutta, ho sbagliato io a scrivere cittadina invece di città, ma adesso ho corretto |
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Radamanthis : essere il primo comune per popolazione dopo il capoluogo e l'essere in totale "continuità urbana" - ovverosia fra il confine di Torino e quello di Moncalieri non c'è alcuno "stacco" - con il capoluogo stesso e avere quasi 50 Km quadrati di superficie non fanno di Moncalieri esattamente una cittadina. Visto che citi Wikipedia consentimi di fare altrettanto: "Una cittadina è un centro abitato di dimensioni contenute e di piccola o media importanza... Una cittadina a carattere prevalentemente rurale è spesso chiamata anche paese, mentre per borgo si intende una cittadina più urbanizzata situata comunque in un contesto agricolo" |
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da Wikipedia: Moncalieri (Moncalé in piemontese, Mons Calerius o anche Mons Calerii in latino) è un comune di 55.657 abitanti della provincia di Torino. È il primo comune per popolazione dopo il capoluogo della provincia, ed il quinto comune del Piemonte per numero di residenti, superando in questa graduatoria alcuni capoluoghi di provincia della regione. Fa parte della prima cintura urbana dell'area urbana torinese. Quindi cittadina situata in provincia di Torino ci sta...no???? O_o |
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Arturo Zancato "Flight 666": caro Arturo, proprio tu che sei di Lauriano dovresti sapere che è quantomeno improprio definire Moncalieri una "cittadina situata in provincia di Torino". A parte questo un ottimo report. |
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Sono d'accordo! A quanto sembra stanno riscuotendo ottimi responsi ovunque! |
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Io l'avevo detto che questi Skid Row erano tornati in grande forma e in gran rispolvero...mi sembra che anche Flight 666 se ne sia accorto! |
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