Francesco – Ciao Piet , allora……puoi parlarmi della tua band?
IS – Bè, gli IS nascono più o meno come side-project concepito da me e Kai Hansen. All’inizio pensavo di farne più che altro un progetto da studio, e non credevo che saremmo andati molto più in là del primo album. Il fatto è che molti gruppi venivano a registrare da me, ed io, dopo essermi concentrato per parecchio tempo sulla produzione e credendo di essere in grado di fare quelle cose anche come musicista, ho provato a farlo con gli IS. Poi la cosa si è sviluppata, la band è uscita dallo studio, sono cominciate le esibizioni live, ed è lì che il gruppo e’ nato per davvero. Il problema era convincere la gente a non considerare la cosa come Side Project , ma come un vero gruppo autonomo, la svolta si è avuta con l’assestamento della line-up e con “Condition Red”, quando Kai se ne era andato, il disco è andato benissimo lo stesso ed ora…. eccoci qua con “Megatropolis”.
Francesco – Raccontami qualcosa del periodo post K. Hansen. E’ stato un brutto momento o l’occasione per trovare una nuova dimensione?
IS – Senza dubbio la seconda, il fatto che il gruppo venisse spesso identificato con la figura di K. Hansen poteva creare dei problemi sul lungo periodo. Quando poi accade che un personaggio come lui si separi dalla band spesso questa affonda perché non viene più considerata importante. Credo che gli IS si siano dati parecchio da fare, siamo andati avanti, abbiamo cercato di trovare la nostra strada dando più spazio a certe situazioni che prima erano per forza di cose un po’ più compresse, e credo che ci siamo riusciti, oggi gli IS non vengono più considerati solo l’ex band di…..ma un gruppo con una sua dimensione e con qualcosa da dire, svincolato dalla figura di Hansen.
Francesco – Circa il nuovo disco, “Megatropolis”, sarà un album contenente aspetti nuovi o soltanto la prosecuzione del lavoro fatto in passato?
IS – Bè, è un tipo di discorso che si può legare in parte alla domanda precedente. Di base è chiaro che si tratta di un album chiaramente marchiato “Iron Savior”, con un suono quindi subito riconducibile a noi, dall’altra è anche vero che abbiamo cercato deliberatamente di introdurre elementi nuovi, pur senza stravolgere l’impianto generale, abbiamo cercato di andare un po’ avanti, di evolverci, anche lavorando sul suono. Spesso si rimane prigionieri di certi schemi……..
Francesco – Rimanere troppo fedeli al proprio stile talvolta può essere una gabbia….
IS – Si, Esatto, ed io non voglio farmi rinchiudere dentro una gabbia, certo…lo stile è quello, ma certe volte si sente il bisogno di sperimentare un po’, e noi vogliamo essere liberi di farlo se ci và.
Francesco – C’è anche una cover che mi piace molto.
IS - Si, la trovo molto azzeccata, credo che comunichi correttamente il mood dell’album, dice tutto quello che deve dire con il primo colpo d’occhio, è un bel lavoro.
Francesco – Che mi racconti del tuo lavoro come produttore?
IS – Oh. Bè….ormai ho una certa esperienza nel settore e sai…credo di cavarmela bene dentro uno studio di registrazione. In generale con l’avvento delle tecnologie digitali le cose sono cambiate parecchio e per molti aspetti si sono semplificate in proporzione. Un tempo dovevamo usare i nastri magnetici, quelli da due pollici, (lo stesso discorso è venuto fuori recentemente in occasione dell’intervista con i Candlemass – NdR), e talvolta le cose erano difficili, o più che altro scoccianti, mentre ora tutto scorre via più facilmente. Per quanto riguarda gli IS ovviamente, essendo parte in causa, so esattamente cosa vogliamo ottenere e quindi vado dritto allo scopo, è il vantaggio di essere anche produttore.
Francesco – D’accordo, è tutto, chiudi tu.
IS – Certo, spero che i fans italiani apprezzino quello che abbiamo fatto con Megatropolis, perché ci abbiamo lavorato molto. Ci ho messo molto di me anche al punto di vista produttivo e credo che chi ci ha seguito fino ad ora possa essere contento di quanto abbiamo fatto. Speriamo che possano apprezzarlo, ce l’abbiamo messa veramente tutta. Speriamo di vederci presto on-stage, ciao.
Francesco – Ciao Piet, a presto.
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