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HOUNDS - We are Hounds, and We Hunt You Down!
10/04/2020 (1595 letture)
Da poco è uscito Warrior of Sun, disco di debutto degli Hounds, band heavy-power dell’underground torinese ispirata dal metal anni ’80 da poco tempo sotto contratto con la Punishment 18 Records. Massimo Ventura, chitarrista e voce del gruppo ce li racconta in questa intervista, parlando delle influenze e del loro percorso.

Nic: Ciao Massimo e benvenuto su Metallized. Gli Hounds sono una band emergente, nata nel 2016, puoi presentarcela? Raccontarci un po’ di voi, la vostra storia, il vostro background, come siete arrivati al 2020 alla pubblicazione di Warrior of Sun.
Massimo: Ciao, grazie a voi per l’intervista. Gli Hounds nascono da un incontro casuale in un pub tra me e Marco De Fabianis, tastierista ed “Orchestra” degli Hounds. Lavorando nel pub, c’era una playlist con qualche pezzo scelto anche da me… Beh quando sono partiti i Savatage è scoccato l’amore ahahah… Abbiamo iniziato a parlare di musica e a trovare moltissimi punti in comune, così si è creata subito l’intesa. Da lì, è partita la proposta: ma se facessimo una tribute band dei Savatage, senza troppe pretese, ma giusto per il piacere di suonare insieme, divertirsi e magari sviluppando qualche idea nostra? I giorni successivi allora abbiamo contattato la macchina da guerra Enrico Cairola alle pelli, di cui sono amico di lunga data e Stefano Paparesta al basso, altro grande appassionato di Savatage, che anche voi dovreste ben conoscere eheh. A quel punto ci serviva una seconda ascia: Alessandro “Z” Zelferino the Rocker, chiamato alle armi volutamente per non cadere troppo sul metal, grazie alle sue influenze più classiche, oltre ad essere un ottimo chitarrista con molto gusto. Bisogna sottolineare che per tutti eccetto me ed Enrico Cairola gli Hounds sono la prima esperienza in una band, mentre per quanto mi riguarda, è stata la prima volta che mi sono cimentato nelle main vocals oltre alla chitarra, faticando non poco all’inizio, ma ora cominciando a vedere i primi risultati. Dopo un bel po’ di prove, gavetta live ed il primo EP Hounds, siamo giunti a registrare il primo album Warrior of Sun, dove con nostra grande sorpresa e piacere, abbiamo avuto risposta positiva da una nota realtà dell’undergound italiano e non solo: Punishment 18 Records, interessata a pubblicare il nostro disco.

Nic: Come stai e state vivendo questo periodo di quarantena? Anche dal punto di vista musicale vi ha fermato completamente (ovviamente per quanto riguarda live, prove, ecc.) o riuscite in qualche modo a proseguire il vostro lavoro di band?
Massimo: Personalmente con un po’ di noia, ma ovviamente la quarantena è necessaria in questo brutto periodo. Negli Hounds c’è chi sta ancora lavorando da casa e chi è fermo, come il sottoscritto, lavorando nella ristorazione. Così, approfittando della situazione, sto dedicando molto tempo agli Hounds per la promozione di Warrior of Sun e della band. Oltre a questo aspetto, anche se siamo abituati a comporre i nostri brani insieme in sala prove, da parte di tutti stanno uscendo fuori idee e riff per nuovi possibili pezzi. C’è sicuramente molto da fare anche da “fermi”!

Nic: Gli Hounds nascono come band per divertimento. Recentemente siete passati sotto la Punishment 18, avete alzato l’asticella. Quali sono le vostre aspettative, quali sono i vostri obiettivi?
Massimo: Sicuramente ora i nostri obiettivi ed aspettative sono cresciuti, soprattutto grazie alla collaborazione con Punishment 18 appunto, che ha incrementato notevolmente il nostro bacino di ascoltatori. Un ringraziamento speciale va dato anche al canale NWOTHM Full Albums (new wave of traditional heavy metal), che pubblicando il nostro intero album su YouTube ci ha permesso di raggiungere persone da tutto il mondo appassionate di old school heavy metal.

Nic: Tra le vostre influenze c’è tutto il metal degli anni ’80, in particolar modo emergono le influenze dei Savatage, dei quali agli esordi siete stati una cover band. Avere delle influenze così forti non è un po’ un limite? Non hai paura che gli Hounds possano suonare un po’ derivativi, di non riuscire a tirare fuori tutta la vostra personalità?
Massimo: È fondamentale avere la propria identità nonostante la grande influenza che i Savatage hanno su di noi. Però grazie ad elementi anni ‘70, dai classici Deep Purple, Rainbow ad altri più prog rock come i Rush, ma anche Pink Floyd fino ad arrivare all’ottantiano us power metal ai confini con lo speed metal, abbiamo un margine d’azione piuttosto ampio senza risultare troppo ripetitivi e derivativi, almeno spero! Eheheh

Nic: Collegandoci alla domanda precedente che senso ha per te nel 2020 riproporre queste sonorità anni ’80? Secondo te è la direzione giusta da seguire questa ondata revival (e quindi questo tipo di metal può avere ancora la sua da dire, facendo breccia anche su nuovi ascoltatori o come la vedi un po’ questa considerazione)?
Massimo: Come in parte ho già risposto nella precedente domanda, unendo l’influenza settantiana più quella classica metal anni 80, credo che effettivamente il risultato possa suonare familiare all’orecchio dell’ascoltatore, pur risultando originale questa sintesi tra le due decadi. Posso affermare che non abbiamo paura di sperimentare in questo “range” temporale, anche perché ci viene spontaneo dalle nostre influenze.
Dal mio punto di vista, ci sono troppe band cloni di band maggiori in questa ondata revival, che magari osano troppo poco pur facendo ottima musica, ma risultando appunto poco personali.

Nic: Parlando di Warrior of Sun cosa ci puoi dire? Come è nato, come lo avete registrato?
Massimo: Parte dei pezzi di Warrior of Sun sono stati già registrati nel precedente EP Hounds che avevo menzionato nella prima domanda. Abbiamo deciso di registrarli nuovamente perché li reputiamo dei brani validi e ci sarebbe spiaciuto escluderli. Ti posso citare Beyond the Horizon e l’omonima Warrior of Sun, già presenti nell’EP per esempio. Tutti i brani sono frutto del lavoro in sala prove: i riff nascono da ciascuno di noi e successivamente vengono strutturati insieme per costruire il pezzo. Il disco è stato registrato allo studio Cerchio Perfetto di Tino Paratore seguendo lo schema delle tracce separate, partendo dalla batteria, e in seguito chitarre, basso e voci. È stato sicuramente impegnativo e ha richiesto diversi mesi la realizzazione di Warrior of Sun, ma siamo soddisfatti del risultato finale.

Nic: Che significato hanno il disco e le canzoni (in termini di concept, di temi)?
Massimo: In termini di concept, ci siamo resi conto che tutti i brani convogliavano in un unico soggetto: il Warrior of Sun. Sostanzialmente abbiamo ordinato la storyline ed abbiamo costruito una sorta di concept attorno ad esso. Si passa da epiche battaglie contro creature demoniache (Warrior of Sun, Condemned to Hell) fino alla ricerca interiore del Guerriero (Beyond the Horizon, The Light), passando attraverso il fatidico “Chronogate”, per raggiungere un futuro distopico (City Hunter) dove il nostro instancabile Warrior of Sun continua a combattere e a lottare contro nuovi nemici, per infine diventare fonte di ispirazione per una nuova generazione di eroi in Hero’s Fate. Unreal è l’unico brano scollegato come tematica, infatti è stato inserito come bonus track. Riassumendo, Warrior of Sun narra di una eterna battaglia in senso stretto del termine, dal passato al futuro, ma anche interiore, per cercare il proprio destino, la propria verità.

Nic: C’è una canzone che preferisci all’interno del disco, una che da sola riesca a presentare gli Hounds all’ascoltatore, una della quale sei particolarmente soddisfatto? Qual è (e c’è un perché)?
Massimo: Credo che The Light sia la canzone di cui sono maggiormente soddisfatto. Inizialmente, a causa della prima parte del pezzo che ha le sembianze di una ballad molto soave, storcevo un po’ il naso, arrivando dal thrash metal come influenza musicale maggiore. Ma il pezzo nell’insieme, riassume l’anima e le diverse facce degli Hounds, infatti è il pezzo più sperimentale dell’intero album. Contiene parti più lente, atmosferiche, più drammatiche ma anche furenti, accelerazioni e sicuramente diversi richiami ai Savatage, pur mettendoci del nostro. Ad un primo impatto col disco avrei detto City Hunter, il pezzo più diretto e più fedele alle sonorità del glorioso e potente 80’s us power metal.

Nic: Vedendo il logo del gruppo e la copertina del disco, c’è un richiamo alla cultura un po’ più fantasy, più epica. Oltre ai gruppi citati in precedenza da cosa prendete spunto, cos’è che piace agli Hounds al di fuori della musica, ma che effettivamente poi va a influire sul vostro lavoro? Cosa sono le cose che vi ispirano in fase di scrittura?
Massimo: Può sembrare assurdo, ma dopo che abbiamo scritto diversi testi di Warrior of Sun, abbiamo realizzato che il Guerriero di cui parliamo è molto simile a un certo Solaire di Astora, valoroso alleato nel videogame “Dark Souls”! Certamente siamo influenzati da film, videogame e cartoon fantasy ed epic, anche qui spesso “retrò” ricadendo sempre nei mitici anni 80, se non prima.

Nic: Se la sperimentazione non è la cifra di questo Warrior of Sun, di sicuro dalla sua ha una scrittura e uno stile molto coerenti, anche per quanto riguarda la scelta dei suoni e la produzione, perfettamente adeguata al genere, andando controtendenza rispetto a tante altre band, che suonano più moderne e “plasticose”. Alla fine questo sembra bastare a rendere Warrior of Sun un buon disco metal. Quali sono secondo te i punti di forza del disco e gli elementi che lo rendono unico, un disco a cui dare un’opportunità?
Massimo: In realtà, seppure certamente in maniera limitata tra 70s e 80s, non ci poniamo troppi limiti nella scrittura, ma appunto ci risulta molto naturale come processo, anche perché se ci pensiamo il legame tra i grandi padri fondatori dell’heavy metal e delle band successive negli anni ‘80 è molto stretto. Abbiamo voluto evitare fortemente una produzione moderna e “plasticosa” come dici, perché non avrebbe rispecchiato minimamente la nostra musica, optando per una soluzione più “vintage”.
Come accennato prima, secondo me ad un ascolto più attento del disco si possono apprezzare le diverse influenze che ci caratterizzano, a partire dalla più evidente coi Savatage, fino alle band hard rock e prog-rock degli anni ‘70. Credo sia questo il nostro punto di forza oltre ad un utilizzo della tastiera “alla vecchia maniera” e non alla power metal anni ‘90 eheh.

Nic: Come pensi possano evolversi gli Hounds nel futuro? Quali sono le vostre priorità e le cose in cui gli Hounds possono migliorare?
Massimo: Penso che continuando con convinzione e determinazione, potremmo ottenere altre soddisfazioni. Tecnicamente parlando in termini musicali tutti possiamo e dobbiamo migliorare molto, così come bisogna ancora lavorare sulla presenza scenica on stage.

Nic: Ti ritieni pienamente soddisfatto di Warrior of Sun e del vostro percorso?
Massimo: Sono soddisfatto di Warrior of Sun, ma col senno di poi avrei lavorato ulteriormente in fase di produzione per smussare alcune imprecisioni che si possono notare sul disco. Di sicuro un editing non esasperato ha fatto sì di ottenere un prodotto molto genuino che suona realistico, ma saremmo potuti arrivare più preparati tecnicamente parlando. Abbiamo raggiunto questo primo importante traguardo di album + etichetta con soddisfazione, ma ora arriva il difficile, perché iniziano a crearsi delle aspettative che all’inizio non esistevano, da parte nostra e dall’esterno.

Nic: Parlando di musica più in generale come ti sembra il panorama musicale italiano (specie nel metal) e l’underground torinese in cui vi muovete (e in cui ti sei mosso, anche con altre band, Hateworld e Manhunt)? Quali sono le difficoltà che hai trovato e che stai trovando adesso con gli Hounds?
Massimo: Il panorama musicale italiano metal è più vivo che mai, e lo dimostrano le numerose uscite che ci sono state e ci saranno quest’anno! Già nella stessa Torino, è uscito il primo full-length degli amici heavy metallers Dark Passage, il nuovo disco degli Spidkilz, noi… E a proposito, anche con gli Hateworld sono iniziate le registrazioni del secondo album! Coi Manhunt il disco è previsto un po’ più avanti, dato che siamo ancora in fase compositiva. Grazie a TMA (Turin Metal Association), creiamo numerosi eventi a Torino e non solo per l’attività live di tutta la scena underground torinese ed italiana. La difficoltà maggiore penso sia nel mantenere il più possibile attiva quell’attenzione ed interesse che è presente appena esce il disco. Non è facile ottenere una buona visibilità costante nel tempo.

Nic: Divagando un po’ c’è qualche ascolto che vorresti consigliare ai lettori, qualche gruppo che ti ha sorpreso o che hai riscoperto recentemente?
Massimo: Tre album: Universe degli Universe, Gold ‘N’ Glory dei Faithful Breath e …Over the Space degli Elektradrive. Quest’ultimo è un bellissimo disco di una band torinese storica heavy/power metal influenzato dai Rainbow, del 1986. Sembra di sentire la voce di Ronnie James Dio, provare per credere!

Nic: Ti ringrazio per la disponibilità e ti saluto, facendoti i migliori auguri. Se vuoi puoi aggiungere qualcosa o lasciare un messaggio ai lettori per chiudere l’intervista.
Massimo: Grazie a te e a Metallized per questa intervista. Un messaggio per chi ci legge: continuate a supportare le band underground che la scena è molto ricca, appena finirà questo periodaccio vi vogliamo vedere tutti ai nostri live sotto il palco a fare casino! Non vediamo l’ora di ritornare live a suonare il nostro disco... e magari qualche sorpresa! We are Hounds, and We Hunt You Down!!!



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