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RICHIE KOTZEN - Il concerto di Bari
06/11/2007 (4844 letture)
Cosa fa di un musicista una rock star? La fama? I soldi? Il Successo? Indubbiamente, ma al giorno d'oggi in tanti, troppi casi si assurge a tale status bypassando quella che dovrebbe essere la condizione fondamentale per ottenere tutto ciò: il talento. Va da sè che tra le tante presunte star in circolazione ce ne sono pochissime che possono essere riconosciute tali perchè pochi sono in grado di raggiungere il giusto equilibrio tra forma e sostanza. Ebbene, dopo averlo visto all'opera con i miei occhi posso affermare senza timore di smentite che Richie Kotzen non è solo uno dei migliori chitarristi rock sulla faccia del pianeta, ma è anche una star. Che non sa di esserlo. Perchè è lontano da quegli atteggiamenti da padrone dell'universo che danno fastidio a tutti ma non si sa come tutti trovano irresistibili. Perchè dopo una carriera che lo ha portato a suonare davanti a migliaia di persone con band del calibro di Poison e Mr. Big è capace di offrire con tutto se stesso l'essenza della sua musica ad un pubblico ristretto come è stato in occasione del 5 Novembre quello del Nordwind discopub di Bari. Perchè l'unica cosa del suo personaggio che eccede ed è sopra le righe è il talento.

Accompagnato da Johnny Griparic (Slash's Snakepit tra gli altri) al basso e, con mia sorpresa, da Pat Torpey (Mr. Big) alla batteria, Mr. Kotzen approda alla tappa pugliese della sua tourneè italiana. La serata è di quelle da non perdere anche perchè personaggi di questo calibro non è che se ne vedano tanti da queste parti eppure, vuoi per la scarsa pubblicizzazione dell'evento, vuoi per qualche lacuna cultural-musicale di troppo ("Richie Kotzen? E chi è?" "E io dovrei spendere ** euro per vedere uno che si chiama 'ricci e cozze'?"), la risposta della gente non è stata quella che ci si aspettava ed un ammodernato Nordwind pub, non certo rinomato per le sue dimensioni, è pieno solo a metà. Questo comunque non sembra interessare troppo al power-trio americano, anche perchè il pubblico presente si dimostra sin da subito caldo e partecipe e incarna alla perfezione l'adagio "pochi ma buoni". La prova arriva sin dalla primissima Go Faster, opener del nuovo album solista di Kotzen "Return of the Mother Head's Family Reunion", che si dimostra una ottima apripista anche per un live show: il pubblico accompagna con l'irrequieto ondeggiamento della crine i frizzanti riff della bianca sei corde di Richie e canta (quasi) a squarciagola il ritornello, lasciando il performer a stelle e striscie visibilmente sorpreso. Compassato, quasi timido, Richie accoglie gli applausi e le urla con un sorriso e passa da una canzone all'altra senza tentare l'approccio orale (il primo che pensa ad una battuta a doppio senso vada in punizione fuori da questa pagina) col pubblico (forse ha capito che l'inglese non è molto masticato da queste parti). Da parte sua invece, Johnny Griparic sembra caricato a mille (o a tremila, come si usa dire qui in un eccesso di foga numerica) e non smette per tutta la prima parte dello show di sbattere la sua pelata su e giù per il palco in un turbinio di espressioni da clinica psichiatrica e linguacce perpetue che più di una volta mi hanno indotto a pensare che il bassista volesse mostrarci un estroso piercing o qualcosa del genere. Nulla di tutto ciò, ma è rock anche questo. Pat Torpey dal canto suo, costituisce una visione quasi eterea: piccolo dietro la sua batteria, incanutito, illuminato per maggior parte del tempo da una fioca luce azzurrina, suona spesso con gli occhi chiusi. Se non fosse che la sua rumorosissima prestazione è da manuale del batterista rock, sembrerebbe un maestro zen.

La musica di Richie Kotzen è calda, avvolgente e, complici dei suoni assolutamente ottimi, dannatamente rockeggiante nel senso più fisico del termine. Le varie So Cold, Socialite e High colpiscono con la forza di un pugno allo stomaco per poi stemperarsi nella carezza di velluto delle bellissime ballad che vengono snocciolate nella parte centrale dello show come Change, Remember e Doin' What The Devil Says to Do. Se tutti i presenti in sala sapevano delle eccezionali doti tecniche ed espressive del Kotzen chitarrista, in molti invece (sottoscritto compreso) sono rimasti sopresi dalle sue capacità vocali: il Kotzen cantante infatti è in possesso di un'ugola calda e versatile, che ricorda in alcuni momenti il Chris Cornell più delicato, ma dannatamente rock. Si può affermare che il poliedrico artista americano sia quasi allo stesso livello sia come chitarrista che come cantante e la sua interpretazione dei due classici dei Poison Until You Suffer Some e l'acclamatissima Stand posta giustamente a fine scaletta rende giustiza alle sue immense doti artistiche. Il resto della band della band non è da meno e l'affiatamento tra i tre è tangibile e raggiunge il culmine su una serie di assoli incrociati che lasciano il pubblico senza fiato. Soprattutto Richie e Johnny si cercano con lo sguardo e si avvicinano spesso, suonando molto "face to face". Che ci sia del tenero tra i due? Chi può dirlo, ma sicuramente il tenero c'è stato tra i tre musicisti e il pubblico dopo la fine dello show, quando il locale invece di svuotarsi si è riempito ancor di più per offrire ai protagonisti della serata il meritato bagno di folla. Il simpaticissimo Pat Torpey si è offerto agli abbracci sudati di ogni singolo fan (meno male che erano pochi), sorridendo a 85 denti in una serie infinita di foto, mentre un divertito Griparic non riusciva a sottrarsi al rito quando sembrava aver fretta di smontare la sua strumentazione. Più contenuto (e difeso dallo spallaccio di turno) è stato Kotzen, che comunque non ha lesinato sorrisi, autografi e fotografie.

Una serata di rock vero, di quello caldo, viscerale e pulsante, che ha lasciato soddisfatti tutti i presenti e che nella cornice amichevole ed accolta di un piccolo locale ha saputo esaltare i suoi momenti più intimi ed emozionali. La musica di Richie Kotzen sembrava questa sera essere creata ad arte per essere goduta tra amici in un'atmosfera di festa. Festa cui mi auguro possiate partecipare prima o poi anche voi che state leggendo, perchè la musica fa bene al cuore. E Richie Kotzen lo sa bene, dopotutto è una star anche per questo.

PS: Un ringraziamento paricolare va a Roxy del Nordwind per la sua cordialità e la sua accoglienza e al collega Master444 per la compagnia e la preziosa collaborazione fotografica. Per quanto riguarda la scaletta, non prendetela come oro colato, poichè la band non ne aveva una scritta e il sottoscritto non conosce la vasta produzione di Richie Kotzen solista in modo tale da poter ricostruire la setlist solo a memoria: aspetto qualcuno che mi corregga!

SETLIST
Go Faster
Losin' My Mind
So Cold
Fooled Again
A Love Divine
Faith
Remember
Until You Suffer Some (Fire And Ice) (Poison)
Doing What The Devil Says to Do
Socialite
Change
High
Shapes Of Things
I'm Losin' You
Mother Head's Family Reunion
Stand (Poison)



Il Mentalista
Martedì 27 Novembre 2007, 11.47.03
3
Grazie per la precisazione!!!
CharlieNine
Venerdì 23 Novembre 2007, 20.54.03
2
Il concerto è stato il 4 novembre e poi Richie nn ha cantato Until you soffer some
Zagor76
Martedì 6 Novembre 2007, 23.27.40
1
Bell'articolo e molto bello anche il suo nuovo disco, dal sapore spesso retrò, tra contaminazioni blues, southern, soul e funky, ed ovviamente hard. Quando suona Bad Things ricorda Jimi Hendrix
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