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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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( 1558 letture )
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Come è ormai noto, dopo la drammatica crisi degli anni 90, che ha rischiato di veder soccombere generi quali metal classico e thrash, il nuovo millennio ha portato ovunque una ventata di revival che ha determinato il risorgere dei suddetti generi: gli Amulet, giovane band inglese, non fanno eccezione e, in quanto figli del paese che diede vita alla NWOBHM, omaggiano in particolar modo proprio quell’indimenticabile corrente musicale. Ascoltando The First, loro esordio, è infatti impossibile non notare l’atmosfera marcatamente retro che pervade tutti i brani, dai titoli dei brani ai testi, passando ovviamente per la produzione, lontana dai suoni patinati e vagamente plasticosi in voga oggigiorno, bensì un po’ impastata ed anch’essa con uno sguardo al passato.
Ma questo citazionismo, a tratti esasperato, porta anche a canzoni ben pensate e composte, oppure sfocia nel plagio ed impedisce alla band di assumere una propria identità? Sì e no, in tutta sincerità. Gli Amulet ci sanno indubbiamente fare e la loro musica è pervasa dall’amore sperticato per il metal classico, quindi infondono tanta, ma proprio tanta passione in ciò che fanno; a tratti, tuttavia, la pesantezza delle citazioni diventa davvero ingombrante: Evil Cathedral, ad esempio, si apre con una rullata omaggiante i Motorhead di Overkill ed evolve poi in una canzone sì ben riuscita, ma sostanzialmente anonima. Al contrario, brani come The Gauntlet, per quanto non particolarmente originali, fanno venir voglia di scuotere la testa a ritmo di musica e ci riportano con vero piacere alle atmosfere di tanti anni fa. Anche Bloody Night, tributo tanto ai Diamond Head quanto agli Angel Witch, convince appieno con la sua divertente rapidità e le sue linee vocali un po’ grezze, ma appassionate. L’intero album, insomma, si muove costantemente su un terreno molto scivoloso: la linea di confine fra omaggio e citazionismo schiacciante è notoriamente sottile e, a tratti, i nostri pur grintosi amici non riescono a liberarsi dei loro numi tutelari, che emergono costantemente dalla loro musica. Una canzone al contrario assai brillante, che denota anche una personalità embrionale in sviluppo, è la strumentale Talisman, con il suo inizio più lento ed evocativo, che converge poi nella successiva traccia The Sacrifice, un roccioso mid-tempo basato sulla forza della sezione ritmica. Wicked ‘n Cruel, al contrario, non brilla neppure di luce riflessa.
Gli Amulet sono al loro esordio, come del resto recita il titolo stesso dell’album, dunque non si possono eccessivamente criticare; tuttavia, un consiglio è d’obbligo per la giovane band: le qualità compositive e tecniche ci sono tutte e, qui e là nel disco, emergono anche in maniera prepotente, con brani più che buoni; in molti altri punti, però, il citazionismo è davvero eccessivo e, per quanto i nostri suonino con passione, non c’è una soluzione che non sia stata già sperimentata anni ed anni fa. The First raggiunge dunque certamente la sufficienza, ma i nostri dovranno impegnarsi un (bel) po’ di più per emergere.
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3
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Mi aspettavo di meglio, comunque ormai le vecchie glorie i dischi cazzuti non li tirano fuori manco se li spari...quindi meglio sti giovani spacconi di Amulet e Bullet, che derelitti come Judas Priest, Iron Maiden, Ac/Dc. Loro almeno ci provano, quelli sono totalmente riconglioniti |
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2
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Andy: mi permetto un discorso generale. Il recensore X parte senz'altro dal proprio vissuto, dalle proprie esperienze e dalle proprie conoscenze e quando scrive una recensione lo fa rivolgendosi ad un ipotetico lettore X che ascolta metal con vari gradi di conoscenza e interesse, che dovrà poi eventualmente decidere se investire tempo e/o denaro nell'ascolto di un album. Non si può rinfacciare al recensore di avere un'opinione su un disco diversa dalla propria, se quella opinione comunque è centrata sul disco in questione. Poi ognuno applicherà la propria scala di valori. Se quello che cerchi è questo, è ovvio che per te questo disco sarà piacevole o buono o ottimo. Ma resta una tua visione soggettiva, non è una mancanza del recensore attribuire un peso diverso a pregi e difetti che comunque esistono e sono riportati nella recensione. Ci sono comunque gruppi che suonano iperclassici, ma hanno quel qualcosa in più che altri non hanno e meritano voti maggiori pur suonando lo stesso genere. Dopodiché, ognuno riterrà che gli Amulet facciano più o meno parte di questa schiera a suo gusto e conoscenza. |
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1
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Sinceramente, il solito discorso del "troppo simile agli stilemi del metal anni 80" mi ha stufato. Moltissimi recensori quando hanno a che fare con album del genere, fanno sempre paragoni con vecchie glorie e additano la band di turno perchè troppo classica. L'heavy metal (specie la NWOBHM) è un genere datato e conservatore, di cui è stato detto tutto, qualunque fan del genere non cerca l'innovazione stilistica. Perciò quando ascolto band come gli Amulet, desidero anzi pretendo che suonino retrò, che mi rimandino a certe sonorità. Non cerco affatto innovazione e modernismi. Quindi, in conclusione, gli Amulet hanno fatto centro, e a pensarla cosi è anche la Century Media. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Side One 1. Evil Cathedral 2. Glint Of The Knife 3. The Gauntlet 4. Bloody Night 5. Heathen Castle 6. The Flight (instrumental)
Side Two 1. Talisman (instrumental) 2. The Sacrifice 3. Mark Of Evil 4. Wicked 'n Cruel 5. Black Candle 6. Trip Forever 7. Nightmare
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Line Up
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Jamie Elton (Voce) Heathen Steven (Chitarra) Nippy Blackford (Chitarra) Bill Dozer (Basso) Dave Sherwood (Batteria)
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RECENSIONI |
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