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Carnivore - Carnivore
( 4326 letture )
It has been estimated that the nuclear devastation of WW III and the meteorobacteriological genocide in the latter part of 20th and 21st centuries exterminated 92% of the population. All but a few survivors took refuge beneath the scarred surface of the dying planet to escape the endless glacial night of the nuclear winter that soon followed the Holocaust. And now, 6 generation later, mankind's subterranean, mutated, atrophied descendants emerge to view the and the sun for the first time in 200 years... only to be met by a roving band of hungry, surface-dwelling, cannibalistic neobarbarians selectively bred by evolution to adapt to the harsch reality of their brave new world; Nuclear Warriors, whose driving forces in life are Sex and Violence, whose philosphy is kill or be killed - eat or be eaten. Carnivore consists of: Petrus T. Steele vocals/bass, Louie Beateaux percussions/vocals, Keith Alexander guitar/vocals. The trinity pledge allegiance to God, Country and most immportantly - to each other. They will stop at nothing in their quest for raw, hot flesh and women (alive or dead) and the ultimate acquisition of the planet.
[Dalle note interne di Carnivore.]


Inquieto e sensibile, maschilista e romantico, sfacciatamente cinico e allo stesso tempo fragile, Peter Steele è stato un personaggio più unico che raro nel panorama della musica heavy metal.
Prima per di legare il proprio nome indissolubilmente alla scena degli anni 90 con i mai troppo rimpianti Type O Negative, il cantante/bassista esordì sul mercato con i suoi Carnivore, irruento power trio votato alla distruzione, inedito incrocio tra Venom, Black Sabbath, l'allora nascente scena thrash metal a stelle e strisce e l'hardcore americano. Fondati nel 1982 dallo stesso Steele assieme al batterista Louie Beateaux dalle ceneri dei Fallout e coadiuvati dal chitarrista Keith Alexander, i Carnivore fecero la classica trafila di demo e nastri non ufficiali fino all'omonimo esordio del 1985, pubblicato dalla Roadrunner Records.
Un debutto con i fiocchi, aiutato da un'immagine azzeccata: l'album non è propriamente un concept, ma quasi tutti brani seguono il filo conduttore dell'imbarbarimento della razza umana dopo il conflitto termonucleare che buona parte dell'opinione pubblica statunitense riteneva imminente. Paura che venne sfruttata più volte da Reagan per la sua campagna elettorale, una situazione che abbiamo già avuto modo di raccontare qui.

I Carnivore erano dunque in nuovi barbari, rozzi, armati, vestiti con pelli di animali e guidati dagli appetiti (sia "gastronomici" che sessuali) sulla Terra post fallout - curioso riferimento al gruppo precedente di Peter e Louie - che fanno del sesso e della violenza l'unica ragione di vita in questo ambiente nel quale vige la legge del più forte.
L'iniziale Predator è il manifesto di tutto ciò, il cui testo crudo sputato dalla voce roca, grezza, sgraziata ma espressiva di Steele si accompagna perfettamente all'assalto all'arma bianca della musica, interrotto solamente dal micidiale rallentamente sabbathiano posto a metà, nel quale vengono esplicitate le pratiche cannibalistiche di questi nuovi barbari, con versi animaleschi a fare da sottofondo fino al ritorno a ritmi sostenuti ed il rutto finale di Beateaux, a chiudere degnamente il banchetto bestiale.

Broken splintered bones, boiling blood
Torn and bleeding skin
Blackened burning flesh melting fat
Amputated limbs
eviscerated, lungs torn out
Heart ripped from the chest
Decapitated, a meal of
vagina and breasts

Eyes plucked from sockets, gaping holes
through which pick the brains
Phlebophilia love of blood
Life spills from the veins
I detect the scent of prey by
her menstruation
You have been chosen the main course
Congratulations!

Bon Appetite


Le carte vengono dunque messe subito in tavola, ma la titletrack spinge ancora di più il pedale dell'acceleratore (intro a parte) su binari speed metal/motorheadiani con le ritmiche senza sosta del batterista, in quello che è uno dei pezzi dal testo più esplicito, raccontando fedelmente un cunnilingus, con tanto di gemiti nella parte centrale.
Uno dei punti di forza del disco e dei Carnivore in generale è la semplicità della loro proposta: la band punta dritta all'obiettivo costruendo canzoni d'impatto ed inserendo talvolta piccole soluzioni che rendono i brani facilmente distinguibili l'uno dall'altro, aggiungendo dei ritornelli efficaci e scanditi che si stampano subito in testa diventando dei veri e propri inni. Ne è un esempio Male Supremacy, che incorpora tutte queste caratteristiche risultando uno dei pezzi simbolo di questa prima parte di carriera di Peter Steele. Il titolo e la prima parte del testo sono infatti un'esplicita dichiarazione di forza maschile, perfettamente allineata all'aggressività della proposta, mentre la parte centrale dal mood più intimista si sposa alla perfezione con le parole inaspettatamente romantiche declamate dalla voce calda di Lord Petrus, sviluppando un profondo contrasto con quelle cantate in precedenza. Proprio qui, a parere di chi scrive, troviamo le radici del suono Type O Negative, quando poi anni dopo dalla decadenza e dal degrado della razza umana si passerà ai tormenti interiori dell' individuo.

After the war I come home weak and sore
I fall into your arms
We lie by the fire, you feed my desire
With me safe and warm

Outside the wind blows cold,
inside the embers glow shelter from the storm

Years been away I fought night and day
For my land and my king
Woman it's true
I do battle for you, you my everything

When on the fur I make love to her
how her body sings


Anthem come Armageddon e Legion Of Doom risultano efficaci alternando le sfuriate a sfiancanti rallentamenti, mentre la venomiana God Is Dead gioca ancora una volta con i contrasti grazie ad un inaspettato e rilassato ritornello (con tanto di vocalizzi finali) che si alterna alle mazzate delle strofe, il tutto cantando la morte di Dio e del creato per mano dei suoi stessi figli.
Con le ultime due tracce si torna nel thrash più rozzo, martellante e "nuclearizzato", in special modo Thermonuclear Warrior, grezzo racconto di un guerriero mutato geneticamente dalle radiazioni che ha un solo scopo: Crush kill destroy!. La conclusiva World Wars III and IV, seppur piazzata alla fine, rappresenta dal punto di vista testuale l'antefatto di tutto ciò che sono i Carnivore, con il conflitto nucleare a cancellare ogni traccia di civiltà, chiudendo idealmente il cerchio con l'iniziale Predator. Il pezzo è duro e tirato, la batteria di Beateaux è portata allo spasmo, Keith Alexander è autore dell'assolo più bello del platter e Peter Steele è invasato mentre recita il ritornello e con il suo basso distorto doppia i riff chitarristici.

Are you ready
will you be
Will you fight World War III
Are you ready
are you sure
Will you fight World War IV


Alla fine, giunti al culmine del pezzo, si ode una potente esplosione nucleare alla quale segue la desolazione e mentre soffiano i mortali venti radiottivi, l'inno statunitense risuona in lontananza, come se gli USA fossero i vincitori della guerra che però ha lasciato il pianeta distrutto. Critica neanche tanto velata alla sfrenata corsa agli armamenti per un conflitto che potenzialmente avrebbe avuto solo vinti. Una chiusura epica per un disco di assoluto valore senza filler di sorta o cali di tensione.
Dopo questo esordio il chitarrista Keith Alexander lasciò la band (morirà purtroppo nel 2005 a causa di un incidente in bicicletta) e venne sostituito da Marc Piovanetti, che portò il gruppo verso lidi più hardcore nel secondo disco Retaliation, come anche anticipato nelle tre bonus track presenti nella ristampa del 2001 dell'album, le versioni demo di U.S.A. for U.S.A., Sex And Violence e S.M.D., vera e propria continuazione concettuale della canzone Carnivore.

Il primo disco dei Carnivore è semplicemente un lavoro che qualunque appassionato di thrash grezzo ibridato con l'hardcore deve possedere: diretto, senza fronzoli e trascinante. La produzione suona sporca ma perfettamente integrata nel contesto, facendoci respirare l'atmosfera malsana dei paesaggi post-apocalittici. I testi di Peter Steele hanno poi una marcia in più, conditi dal cinismo e dal più becero umorismo nero e scorretto, esprimono i concetti nella maniera più schietta, senza giri di parole risultando chiari e comprensibili colpendo lo stomaco dell'ascoltatore. Provate a metterlo in macchina e vi ritroverete ad urlare contro il volante i devastanti cori presenti nell'album. A cinque anni dalla sua morte non possiamo che rimpiangere un personaggio del genere, paroliere d'eccezione, musicista ispirato, provocatore nato, che fin da questo esordio mostrava di avere tanto da dire e da dare alla scena metal, cosa che conta molto più delle megaproduzioni, delle doti tecniche e del nome altisonante.
Carnivore è la prima testimonianza, forse ingenua, ma comunque imperdibile della musica di questo artista. Conoscerlo è quasi d'obbligo per ogni amante della musica dura.



VOTO RECENSORE
88
VOTO LETTORI
86 su 12 voti [ VOTA]
Marco66
Venerdì 24 Aprile 2020, 23.31.18
9
Se non ricordo male (sono trascorsi tanti anni) l'album venne inspiegabilmente stroncato dalla recensione dell'unica rivista di heavy metal presente ai tempi in Italia
Mauri66
Sabato 10 Febbraio 2018, 1.32.28
8
Un album leggendario di una band leggendaria! 100 è troppo poco per questo disco
frank$
Giovedì 30 Marzo 2017, 16.45.11
7
Capolavoro assoluto, per chi se li ricorda ... ma anche per quelli che non c'erano, ancora più devastanti quando rallentano...questo primo disco è comunque superiore anche se di poco al loro secondo ed ultimo lavoro ( più crossover ) Thermonuclear warrior e Male Supremacy i pezzi simbolo più indimenticabili
Hermann 60
Martedì 12 Luglio 2016, 17.39.21
6
Perfetto il commento di black brains, troppo originali
black brains
Giovedì 3 Settembre 2015, 0.37.35
5
album bellissimo e grande band... peccato abbiano fatto solo due dischi...
Masterburner
Lunedì 10 Agosto 2015, 12.07.43
4
L'apocalisse nucleare, un disco pieno di ironia ma cattivo e selvaggio fino al midollo, un concept tipico degli anni 80 portato all'eccesso. Per me è un caposaldo, mai sentito nulla di concettualmente così violento fino ad allora. Da quel momento Pete è diventato il mio idolo.
vecchio peccatore
Domenica 26 Luglio 2015, 10.17.30
3
Siamo sull'85 anche per me, non male, pezzo migliore "Male supremacy"
Theo
Sabato 25 Luglio 2015, 15.12.46
2
L'obbligo finale è da estendersi anche al successivo (per me addirittura più bello) nonché all'intera produzione di Steele ... Per me 85, la rece dice già tutto non aggiungo altro, bravo Diego, ottima rispolverata.
LAMBRUSCORE
Sabato 25 Luglio 2015, 15.12.46
1
Grande disco ma il migliore per me è il successivo -e ultimo, purtroppo-......
INFORMAZIONI
1985
Roadrunner Records
Thrash Core
Tracklist
1. Predator
2. Carnivore
3. Male Supremacy
4. Armageddon
5. Legion of Doom
6. God Is Dead
7. Thermonuclear Warrior
8. World Wars III and IV
Line Up
Lord Petrus Steele (Voce, Basso)
Keith Alexander (Chitarra, Voce)
Louie Beateaux (Batteria, Voce)
 
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