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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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Prowler (USA) - From the Shadows
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( 1809 letture )
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In questa finora caldissima estate è probabile che molti di noi amanti del metal e contemporaneamente dell’horror in generale si saranno trovati almeno per una sera a fare comunella con birra gelata e a spararsi qualche filmone anni ‘70/’80 del genere. Se per caso non siete tra questi allora a catapultarvi in questo tipo di atmosfere ci pensano, direttamente da Myrtle Beach, nel Sud Carolina, tre loschi figuri nostalgici che sotto il poco originale monicker Prowler provano in tutti i modi a coniugare sonorità heavy e thrash a tematiche e atmosfere filmografiche horror. Credo sia meglio ribadire il verbo “provano”, perchè purtroppo il risultato del loro debutto From The Shadows rasenta il disastroso, visto che non si capisce se siano realmente da prendere sul serio mentre scimmiottano, male, alcuni riff dei Metallica periodo Kill ‘Em All o se invece sia la burla nella burla in una continua matrioska di luoghi comuni, sia musicali sia tematici. Premettendo che i suoni dell’album in sè sono anche più che validi e che i musicisti tecnicamente parlando, nel loro molto piccolo, ci sanno fare, l’approccio ai singoli brani mi ha spinto a ripetuti ascolti soprattutto con testi alla mano, e la propensione generale è considerare il tutto come un tentativo malriuscito di instillare un minimo di terrore, in senso horrorifico, nell’ascoltatore riportando “in vita” i classiconi tipo zombie, uomini lupo, vampiri e compagnia bella, con l’amaro esito però di far risultare il tutto grottesco all’ennesima potenza.
Dall’opener R.O.T.L.D.(Return Of The Living Dead), becero mid tempo cadenzato, alla successiva Out Of The Fog sorretta addirittura da campionamenti da horror movie di serie Z, passando per una I Am Wolf da cavalcata maideniana che più scontata non si può, i Prowler danno prova di essere davvero devoti alla causa che loro stessi vogliono creare ma con una pochezza di idee disarmante, nonostante le inserzioni di dialoghi tratti da famosissimi film horror famosi che al tempo fecero eccome la storia del genere ma che decontestualizzati e posti qui come riempitivi risultano persino fastidiosi. Uno spiraglio di personalità, ma nemmeno troppa a dire il vero, si ha con The Thing Not Seen, che pur nella sua semplicità costruttiva riesce a fermare gli sbadigli (o gli insulti, fate voi) grazie anche a una varia interpretazione ritmica del batterista Jak Sumwait. Una ruffianissima e prevedibile cover di Pet Sematary dei Ramones, peraltro eseguita in maniera convincente da un gasatissimo Shawn Bruce ma purtroppo farcita dai soliti intermezzi di dialogo vintage, fa da preludio a una Return To The Lot che, anche se palesemente debitrice dei Four Horsemen prima maniera e in alcuni punti dei seminali Mercyful Fate, spicca grazie a una buona partitura chitarristica del pur dotato Patrick Best. Se Death On Wheels celebra una famosa “macchina infernale” a colpi di un heavy-thrash finalmente convincente, la conclusiva Creature Of The Black ci smentisce subito con l’ennesima cavalcata, questa volta al rallentatore quasi a voler ricreare l’incedere lento ma minaccioso della creatura degli abissi qui protagonista, che non fa altro se non ribadire la devozione di questo trio verso la tematica degli horror movie storici.
In otto canzoni per il loro primo full-length i Prowler sfoderano tutti i difetti possibili e immaginabili a livello compositivo, praticamente giustificando chiunque imbracci uno strumento a imitare, variando qualche nota qui e là, riff triti e ritriti dei primi anni ’80 “nel sacro nome del metal” senza però magari dire in anticipo, attraverso una misera nota biografica, che si sta palesemente scherzando e il tutto è stato fatto per puro divertimento, perchè davvero un prodotto del genere è da prendere come tale. Se non ovviamente per l’unico vero pregio che ho trovato nell’idea di fondo: celebrare grandi classici del cinema horror (i cui titoli sono stati volontariamente omessi in fase di recensione ma attraverso palesi indizi ci si può arrivare tranquillamente) e dei quali invito chiunque ami il genere a riscoprirne, da soli o con amici e con birra gelata e pop-corn, il vero valore che tanto guida l’animo di questi musicisti manovali amanti dell’horror movie d’essai.
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6
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I primi pezzi dell'album mi hanno smarronato dopo 40 secondi di ascolto e dopo la cover dei Ramones mi sono rifiutato di ascoltare il resto. Veramente scadenti, come fanno a fare incidere della gente del genere ? 50. |
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5
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Li ho ascoltati e non mi sembrano così male...certo che la cover dei Ramones è una cosa vergognosa, ahah... |
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4
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C'è stato un periodo della mia gioventù che ne ho visti parecchi poi mi sono smarronato sono passati tanti anni che ricordarsi i titoli ci vorrebbe una seduta ipnotica. |
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3
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@jek: beh dai almeno vai di film horror cult...qui in lista ce ne sarebbero parecchi... |
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2
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Giustissimo jek, grazie della segnalazione! |
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1
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Mi sa che c'è un'incongruenza tra i Prowler di questa recensione e i Prowler che compaiono nella colonna a destra della discografia del gruppo. Comunque dopo avere letto la recensione mi è passata la voglia di provare ad ascoltarli. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. R.O.T.L.D. 2. Out Of The Fog 3. I Am Wolf 4. The Thing Not Seen 5. Pet Sematary (Ramones cover) 6. Return To The Lot 7. Death On Wheels 8. Creature Of The Black
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Line Up
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Shawn Bruce (Voce, Basso) Patrick Best (Voce, Chitarra) Jak Sumwait (Batteria)
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