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Shaaman - Ritual
( 6695 letture )
E' proprio vero le previsioni e le aspettative sono fatte per essere smentite; chi scrive si è entusiasmato per Rebirth dei "rinati" Angra e si aspettava un altrettanto valido come-back dei transfughi Matos, Mariutti e Confessori, ma nulla di tale livello: sì, perchè Ritual è un capolavoro assoluto che straccia Rebirth su tutta la linea e non ammette repliche.
Già l'introduzione Ancient Winds sa di guanto di sfida, sembra di ascoltare la colonna sonora di un film, tanta è la profondità dei suoni e la ricchezza di sfumature musicali (ed è solo un'intro!); poi la band ci delizia subito con l'opener Here I Am e qui la magia degli Angra sembra rivivere in tutta la sua maestosità: atmosfere alla Holy Land si mischiano ad intermezzi prog, mentre la voce di Matos si staglia maestosa in tutta la sua bellezza e potenza. Già da questo brano emergono le caratteristiche vincenti di questo Ritual ossia: arrangiamenti sofisticati e ultra-variegati, ma mai invadenti; nonché l'enorme talento del new-member Hugo Mariutti il quale si prodiga in ritmiche precisissime ed assassine, ma anche in assoli, magari non ultra tecnici, ma stupendi per feeling e scelte melodiche. Dopo un tal inizio il disco prosegue con la fragorosa Distant Thunder, un brano agile e potente, dove Matos primeggia e che si risolve in un intermezzo pianistico sognante prima di chiudersi all'insegna della potenza. Ma siamo appena all'inizio perché la band ci regala una For Tomorrow da urlo: introduzione folk andina, bridge acustico con un Matos superbo per feeling e bellezza timbrica,strofa melodica e potente che si apre in un ritornello solare ed emozionante; il tutto in una struttura cangiante, con un Confessori che dietro le pelli si moltiplica e con un solo da applausi di Hugo.
L'ascolto prosegue con Time Will Come che lascia basiti per bellezza e coinvolgimento emozionale e che da solo vale l'acquisto del disco, ma non c'è tempo perché ci si tuffa subito nelle atmosfere metal prog della potente Over Your Head, dove ad una strofa sognante si contrappone un ritornello da mare in tempesta e in cui l'ospite Derek Sherinian duetta con Mariutti in una sfida a colpi di assoli da brivido. Poi, tutti zitti, perché la voce di André Matos ci guida nell'ennesimo gioiello melodico a firma del cantante brasiliano (Fairy Tale), un brano stupendo che va ad affiancarsi ai capolavori Lasting Child e Deep Blue.
In dirittura d'arrivo gli Shaaman calano altri assi: Blind Spell è un esercizio di stile alla Journey rivisto in un'ottica power assolutamente clamoroso e con la band che è assolutamente grandiosa nel modellarsi sulle atmosfere paradisiache che Matos è in grado di evocare; la title-track è invece il pezzo più oscuro del disco e forti sono i richiami ai Queensryche più tecnologici e sperimentali, ma il tutto sempre filtrato in un'ottica personalissima.
Chiude il disco Pride, una metal song al fulmicotone in cui Matos duetta con Tobias Sammet degli Edguy e dove il singer brasiliano tocca il cielo con acuti stratosferici!
Insomma se non lo avete capito, questo è il disco che gli Angra avrebbero dovuto fare dopo Holy Land, ma soprattutto è la dimostrazione dell'enorme talento di una band destinata ad oscurare gli attuali Angra e a fissare un nuovo standard in campo metal: comprate, rubate, ma fate vostro questo Ritual, non ve ne pentirete.



VOTO RECENSORE
s.v.
VOTO LETTORI
58.09 su 75 voti [ VOTA]
io
Giovedì 7 Ottobre 2021, 1.34.14
9
Un disco così merita maggiori e commenti, ma sono contento che quei pochi siano positivi verso questo che definisco come un gran bel disco. Questo è un disco eccezionale con musicisti molto ispirati. Mi ha stupito Hugo, un grande chitarrista per me. Poi, C'è un certo Matos che da solo alza il livello all'ennesima potenza. Quest'opera merita sicuramente maggiori consensi!
progster78
Lunedì 13 Gennaio 2020, 15.02.34
8
A distanza di anni questo disco gira abbastanza spesso nel mio lettore,puro spettacolo , musicalmente la naturale continuazione di quel Holy Land degli Angra che ha fatto storia. Ogni brano perfetto senza difetti, per non parlare poi del dvd Ritualive che lo ripropone in sede live anch'esso testimonianza della grandezza del sempre compianto maestro Matos. Non ho altre parole solo immensa nostalgia.
Claudio
Lunedì 1 Aprile 2019, 17.53.11
7
Disco spettacolare che ho scoperto recentemente, in pratica gli Angra piu’ ispirati senza i chitarristi. Fino ad ora li avevo un pi’ snobbati, grave errore. Matos e’ un grande talento
Aceshigh
Mercoledì 6 Marzo 2019, 18.04.30
6
Grandissimo album !!! Riascoltato dopo un sacco di tempo... Troppo. In quel periodo lo split in casa Angra era stato uno shock e quindi, dopo l'uscita di Rebirth, l'attesa per questo Ritual era veramente spasmodica. A me non deluse nessuna delle due fazioni, reputo entrambi gli album superiori a Fireworks, che mi è sempre sembrato un album non perfettamente riuscito. Verrebbe da dire quasi che il divorzio aveva giovato ad entrambe le parti. Tuttavia Ritual per me è un gradino sopra Rebirth : la genialità degli arrangiamenti, l'omogeneità del songwriting (ad alti livelli) e - banale dirlo - la voce di Andre Matos (qui meno pulito che in passato, ma sempre unico!) fanno di questo esordio un gioiello da non dimenticare. Certo, nel giudicarlo bisogna pur sempre tener presente che Holy Land e Angels Cry sono ancora più su. Peccato comunque che poi gli Shaman siano andati sempre più in declino. L'anno scorso si sono riformati con la line-up di Ritual per una manciata di show in madrepatria... Troppo scontato aspettarsi una nuova release? Voto 87
Rob Fleming
Sabato 13 Febbraio 2016, 14.31.05
5
Veramente ottimo, ma all'epoca André Matos era il n. 1
HeroOfSand_14
Venerdì 13 Novembre 2015, 20.07.41
4
L'ho riascoltato in questi giorni, dopo che l'avevo considerato (poco) solamente qualche anno fa. Che dire: disco bellissimo, magico. Chi ama gli Angra non può rimanere indenne all'atmosfera che questo disco emana, tra ritmi latini, strumenti folkloristici e melodie riuscite, il tutto condito ovviamente da una grandissima band (Confessori espertissimo, Mariutti che da bassista passa a suonare la chitarra e lo fa benone e, su tutti, il sommo Matos). Andrè infatti da prova di come sapeva cantare all'epoca, toccando vette paurose, però era già nel periodo in cui "sporcava" molto la voce per cantare in certe tonalità, e questo è un peccato, anche perchè dubito gli abbia fatto bene. Fairy Tale è da applausi per la sua interpretazione, Here I Am è magica, Distant Thunder prende subito e Pride è puro power metal fatto come molte band sognano. E l'ospitata di Sammet è ormai storica. Discone.!
Fabio
Martedì 8 Ottobre 2013, 22.15.24
3
Il migliore con Andre Motos
luci di ferro
Lunedì 2 Agosto 2010, 23.58.46
2
Un must per tutti gli amanti di power prog metal, aver realizzato un disco simile quanto inimitabile. Un album che colpisce dritto al cuore a parere di chi scrive un capolavoro assoluto. Da avere assolutamente.
onofrio
Domenica 1 Agosto 2010, 21.49.23
1
Credo che sia inutile dire cosa sarebbe opportuno fare ad ogni appassionato di metal,…….acquisto doveroso.......da avere assolutamente ..........L'ennesimo capolavoro ........bellissimo cd, con buona pace degli ex-compagni. Shaman - Ritual Splendido e basta!!!
INFORMAZIONI
2002
Lucretia
Power
Tracklist
1. Ancient Winds
2. Here I Am
3. Distant Thunder
4. For Tomorrow
5. Time Will Come
6. Over Your Head
7. Fairy Tale
8. Blind Spell
9. Ritual
10. Pride
Line Up
André Matos - vocals
Hugo Mariutti - guitars
Luis Mariutti - bass
Ricardo Confessori - drums

Guests
Tobias Sammet - vocals on 'Pride'
Sascha Paeth - guitars on 'Pride'
Marcus Viana - violin on 'Over Your Head'
Derek Sherinian - keyboard solo on 'Over Your Head'
 
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