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Biohazard - Urban Discipline
06/02/2021
( 2489 letture )
Come on God, answer me. For years I'm asking why, why are the innocent dead and the guilty alive? Where is justice? Where is punishment? Or have you already answered, have you already said to the world: here is justice, here is punishment. Here, in me…

Fughiamo ogni dubbio: i Biohazard in formazione originale non si battono. E questo è un dato di fatto comprovato da album grandiosi che hanno 30 e passi anni sulle spalle: heavy, veloci, groovy e spietati. La loro proposta musicale, esattamente come un terremoto improvviso, ha quasi sempre saputo cogliere le varie sfumature del thrash metal, punk, HC e rap amalgamandole in modo perfetto, fluido e appunto… Urbano. Questa chicca datata 1992 non è una gemma rara, né una parla nascosta o un classico “disco dimenticato” da ripescare come moda hipster. Qui abbiamo un vero concentrato, grezzo e schietto, di crossover metal made in Brooklyn. Un vero tirapugni in ghisa, un boato allucinante dove assoli abrasivi, riff metal e attitudine in your face si sposano a meraviglia, creando una sequenza di brani spinosi per un totale di 50 minuti di musica. Le strade piangono, le sirene fischiano e la gente urla. Chamber Spins Three e Punishment aprono le danze nel modo più heavy possibile, tra svisate metalliche, velocità e ritmi incalzanti, con il doppio-cantato a cura della premiata ditta Evan Senfield / Billy Graziadei, complementari grazie a timbriche differenti ma perfettamente intrecciate e bilanciate. I vari mood e le influenze stradaiole si scontrano con rabbia e vigore: senza fronzoli ci troviamo a distruggere il salotto di casa facendo uno scombinato e sconquassante mosh-pit casalingo durante le note punk/thrash di Shades of Grey , con gli stop’n’go, le parentesi semi-recitate e i riff brucianti. Un ruolo fondamentale all’interno degli album classici dei Biohazard lo svolge l’incorruttibile axe-man Bobby Hambel, con i suoi riff decisivi e gli assoli frequenti e scattanti, semplici ma sempre pronti a prendersi la scena. La disciplina urbana è cosa dura, non per molti, ed è qualcosa che attraversa il tempo, sbattendosene altamente di suoni, mode, cliché e strambe derive. Questo concentrato metallico, invero piuttosto lungo e strutturato, non mostra mai il fianco, andandosi a posizionare tra i classici di inizio anni ’90 senza battere ciglio.
Alla furia iconoclasta della tripletta iniziale si alternano parentesi più contaminate quali Business (con i suoi riff tondeggianti e la batteria pachidermica) e Man with a Promise (con il suo intro di basso minaccioso e la sua struttura punk), brani di 3-4 minuti in cui il suono viene sviluppato a dovere e la potenza verbale viene in qualche modo amplificata dai contro-cori tipicamente old-school. Un classico che la band americana ha sempre riproposto dal vivo è senza dubbio la muscolare Black and White and Red All Over, summa del rap-metal originale, costruito su riff pesanti come il catrame, attitudine anni ’80, accelerazioni spezza-clavicola e un suono davvero senza compressi.

Urban Discipline è un frullato di ricordi: una rumorosa V8, un po’ sgangherata, che gironzola tra i quartieri malfamati della Grande Mela, di notte. Urban Discipline è un po’ come il Giustiziere della Notte, se vogliamo. Un insospettabile (ma neanche troppo) agglomerato di potenza e giustizia sonora. L’incipit Sabbathiano di Disease è lento ma si evolve in un mid-tempo abrasivo comandato dalla voce filtrata di Billy Graziadei. Le distorsioni alla Type O Negative (altra band leggendaria alla quale i Biohazard sono sempre stati molto legati) donano a Disease nuove sfumature nelle parti più cadenzate e durante l’assolo di Hambel, scarno e volgare, che anticipa la title-track nonché apice mosh dell’intero lavoro.
La situazione, già piuttosto calda, si fa bollente e iperattiva grazie alle sirene e all’intro basso/batteria che non fa prigionieri. Tutti a bordo per un velocissimo, violento giro di giostra notturna: fumi dai tombini e un poderosissimo Danny Schuler che distrugge la sua batteria a suon di rullate, doppio-pedale e special davvero notevoli. Impossibile restare fermi durante le accelerazioni e il breakdown centrale, dominato in toto da riff spessissimi e contro-cori. Da sempre uno dei brani cardine della band, Urban Discipline è la summa dell’intero lavoro e traccia, almeno in parte, tutte le coordinate del Biohazard - sound.
C’è spazio per chitarre acustiche e sfumature dark nell’incipit pulito di Loss, che richiama i Metallica con la sua struttura più dilatata. Negli oltre 5 minuti di durata, Loss ci porta in tavola altre salse ed altri condimenti interessanti, ma non pensate male: le sperimentazioni sono cosa lontana e remota, qui si parla pur sempre di Biohazard, dove la violenza è di casa e le bombolette spray imbrattano i muri di mattoni rossi. Sporcizia, rap ed heavy metal prendono il sopravvento senza chiedere il permesso, ed è subito tempo per la parte finale (non meno esaltante) dell’album, a partire dall’accelerazione hardcore della succitata Loss, condita come sempre dalla bravura ingenua ed efficace di Bobby Hambel e dalla prestazione di Senfield. Wrong Side of the Tracks e la forza crossover di Mistaken Identity (con il suo ritornello in pieno stile Agnostic Front) si alternano all’azzeccata cover di We’re Only Gonna Die dei Bad Religion, veloce e scanzonata, per chiudere in bellezza con il rap-rock di Tears of Blood e il metal tout-court Hold My Own, dove severità e cattiveria dipingono un bel murales nel sobborgo cittadino, mettendo la parola fine a un album storico che ha fatto la storia del nostro genere preferito.

Possiamo parlare di crossover e di sotto-generi per ore, giorni, mesi e anni. Ma la vera potenza, primordiale e a volte ingenua, passa proprio da qui, signori: i Biohazard ce lo ricordano con un album senza tempo per tutti i palati meno fini e più avvezzi alle sonorità heavy e senza fronzoli. E ora corrette a indossare bermuda, sneakers bianche e cappellino dei Suicidal Tendencies: si torna indietro di trent’anni!



VOTO RECENSORE
92
VOTO LETTORI
88.7 su 10 voti [ VOTA]
Area
Venerdì 12 Maggio 2023, 14.02.33
24
Ottimo album! Crossver nel senso che é Hardcore si ma anche Rap Metal loro, Downset e Body count erano i migliori a fare quella combinazione HC Punk + Rap. Di sicuro é stato una grande influenza sia per il Nu Metal che per il Metalcore e ancora oggi é un disco e un gruppo amato da chi ascolta Hardcore Punk e i generi precedentemente citati.
LUCIO 77
Mercoledì 10 Agosto 2022, 9.25.40
23
Album che a distanza di 30 anni profuma ancora di fresco.. La perfezione non esiste ma, come scritto dal Recensore, in questo Lavoro non c'è una nota fuori posto.. Le varie influenze si sposano in maniera naturale e la Musica scorre senza incontrare ostacoli sul suo cammino.. Generazionale...
Diego75
Lunedì 8 Febbraio 2021, 23.22.19
22
Quando uscì nel 1992 venne recensito molto bene sia su flash che hard...xo' lo stile era definito hardcore .... crossover all' epoca veniva dato a band come i clawfinger...quelli di deaf dumb blind....comunque sia a distanza di 30 anni rimane un ottimo album e il ritratto dei bassifondi urbani usa....voto 90
Tino
Lunedì 8 Febbraio 2021, 13.44.10
21
Parlavo di crossover visto che c'è stato un dibattito su quel termine
Elluis
Lunedì 8 Febbraio 2021, 12.18.55
20
@Tino mi trovo in parte in disaccordo con te, nel senso che il paragone è improprio: i Biohazard hanno sempre fatto parte della scena hardcore newyorkese, anche quando hanno iniziato a sperimentare con il rap o il metal, sono sempre rimasti legati alla scena e alle sonorità proprie del NYHC. I gruppi californiani che citi non hanno mai fatto parte di una scena hardcore, pertanto il paragone ritengo sia non molto centrato. Oltretutto il NYHC, è sempre stato volutamente un movimento underground, mentre i Red Hot, FNM ecc. dopo il secondo o terzo album sono stati contrattualizzati da qualche major aumentandone di fatto la fama e la notorietà, cosa che ovviamente non è mai avvenuta con le band newyorkesi (ora non so, se per mancanza di interesse di uno o dell'altro), ma è solo la mia opinione.
Tino
Domenica 7 Febbraio 2021, 16.22.31
19
Gruppo sicuramente fondamentale, hanno fatto da pionieri mentre gi altri venuti dopo hanno raccolto i frutti. All'epoca sembravano degli avanzi di galera, tipi da cagarsi addosso se li incontravi per strada e forse questo non gli ha spianato la strada per un successo più ampio che avrebbero meritato. La scena newyorkese comunque è sempre stata un po'messa in ombra da quella californiana con i vari Faith, Red hot, suicdial, body count, ma ha partorito grandi gruppi, loro assieme a altri grandi come scatterbrain sono tra questi. Disco da riscoprire,
Indigo
Domenica 7 Febbraio 2021, 16.19.01
18
Ultimo post su quest'argomento poi qui non ne parlo più: ma chi è che confonde (da vent'anni!) il crossover con il nu metal e pure il metalcore? Sono tre sottogeneri totalmente diversi l'uno dall'altro e l'unico possibile fraintendimento è la parola metalcore che può indicare sia il metallic hardcore anni '90 sia la derivazione più commerciale degli anni '00. Sui Biohazard ha detto tutto @Metalraw, dunque non aggiungo nient'altro se non che il voto alto è giusto e che la mia traccia preferita del gruppo non è in questo disco ma è Judgment Night in coppia con gli Onyx nella soundtrack di Judgment Night
Nu Metal Head
Domenica 7 Febbraio 2021, 15.29.45
17
@LAMBRUSCORE, n. 12: è logico che il recensore intendesse quel tipo di crossover, e non la "robaccia" che tu odii tanto... però ti ripeto, qualora non l'avessi già fatto ti sconsiglio di leggere le prime righe della pagina wikipedia dei Biohazard, perchè potresti rimanerci molto male...
valz
Domenica 7 Febbraio 2021, 12.41.01
16
in pochi invece ricorderanno il monumentale disco (omonimo) d'esordio, dalle tinte molto oscure. gruppo molto importante e sottovalutato.
er colica (più vecchio e acciaccato)
Domenica 7 Febbraio 2021, 12.02.57
15
è crossover tutto cio che si mischia, fine del discorso per me. I biohazard come i scat opera ( @ Metalraw gran gruppo che hai citato) facevano crossover, poi nel crossover si mischiava hardcore metal funk rap ma sempre di crossover si tratta, la musica è crossover il thrash metal è crossover tutto o quasi è definibile crossover. Niente nasce cosi a buffo dal nulla, tutto ciò che prende forma lo fa perchè si unisce a qualcosa e che fa nascere altre robe che a loro volta si mischiano. Tutto il resto per me son discorsi inutili quantomeno per me. I biohazard erano i re del crossover negli anni 90, le radici poi erano quelle della scena hardcore come di quella metal di new york degli anni 80 ma nascono già da subito come un unione di tante cose.
Metalraw
Domenica 7 Febbraio 2021, 11.28.00
14
Beh, ovvio, il crossover/crossover-thrash per me e’ solo quello li. Senza fare discussioni inutili, anche perche’ trovo OGNI conversazione su generi e sotto generi veramente alla stregua dei “discorsi da bar”, ne’ il nu-metal ne’ il metal-core (che a sua volta NON c’entra nulla con il nu metal!) sono in qualche modo assimilabili alla correnta del ‘vero’ , primo crossover, che come tutti ben sappiamo -spero e immagino- parte dai generi primari trattati in recensione, tra cui HC e thrash. Inoltre, ho sempre amato i primi BH anche grazie alla loro vena heavy metal propriamente detta.
Rob Fleming
Domenica 7 Febbraio 2021, 10.49.49
13
Tra la fine degli anni '80 e inizi anni '90 per crossover si intendeva la commistione di stili, generi, ritmi. Così vennero fuori i Faith No More, gli Scat Opera, gli Innerstate, i Thought Industry, i Clawfinger (e sto andando solo a memoria). E un filo dopo i Rage Against the Machine. In un simile panorama i Biohazard - che parteciparono al più GRANDE esempio di corssover del periodo, la colonna sonora di Judgement Night - ci stanno alla grande.
LAMBRUSCORE
Domenica 7 Febbraio 2021, 10.30.36
12
Anch'io l'avevo comprato appena uscito, se mi parli del Crossover dei D.R.I. ,S.O.D. e una marea di altri sono d'accordo, solo che negli ultimi 20 anni circa, si confonde il Crossover con quella robaccia tipo numetal o metalcore, che odio -musicalmente intendo-....
jeffwaters
Domenica 7 Febbraio 2021, 9.45.20
11
@Metalraw i bh hanno fatto parte più della rinascita del NYHC a partire dagli anni '90...Si vero, sono catalogabili come band crossover, ma le radici sono nella NYHC
Metalraw
Sabato 6 Febbraio 2021, 20.37.25
10
@LAMBRUSCORE o come diamine ti fai chiamare, chiariamo: Per prima cosa non sono un solo “recensore” ma uno dei vcr responsabili di Metallized, da una vita anche. Se non mi conosci devi avere qualche problema di vista. Seconda cosa, piu’ importante, i BH sono sempre stati Crossover non solo per LORO definizione, ma anche perche’ hanno contribuito a coniare e forgiare il genere che, ricordiamo, unisce i vari generi citati. In ultima analisi, io c’ero all’epoca, e UD l’ho acquistato poco dopo la sua uscita, a inizio anni 90, da ragazzino. Noi non dobbiamo cambiare recensori, ma forse qualcuno dovrebbe smettere di scrivere idiozie. Grazie.
Uatu
Sabato 6 Febbraio 2021, 19.03.00
9
Gruppo iconico degli anni novanta, visti live un paio di volte in quegli anni. Sicuramente questo "Disciplina Urbana" ed il successivo sono i due lavori più celebrati del gruppo ma il mio preferito rimane Mata Leao del 1996
Jo-lunch
Sabato 6 Febbraio 2021, 18.45.49
8
Ottimo album e ottima rece. Sono d'accordo con Indigo. Il disco include un mix di generi e dire che non c'è una componente crossover è alquanto riduttivo. @ Lambruscore : questo album ti sembra solo hardcore? Mah....
Indigo
Sabato 6 Febbraio 2021, 18.36.57
7
A @Lambru, ma infatti, non ti va mai bene niente! La componente hc è preponderante ma è unita a metal e rap, se non è crossover questo non so cosa lo sia. Poi non eri sempre tu che volevi la recensione di questo disco? Ora che c'è l'unica cosa su cui ti soffermi è l'etichetta del genere? Eh dai, non fare il difficile e cogli l'occasione per riascoltarti questo ottimo album
Nu Metal Head
Sabato 6 Febbraio 2021, 18.30.21
6
ma tu guarda, stranamente non se l'è presa con me (ma fa sempre in tempo), ma solo coi recensori... e comunque dai, perchè non sarebbe crossover? oltre all'hardcore che dici tu c'è anche il metal e l'hip hop, quindi il termine crossover ci sta... comunque è meglio che non vai sulla pagina wikipedia del gruppo... sapessi cosa c'è scritto!
LAMBRUSCORE
Sabato 6 Febbraio 2021, 17.42.03
5
Macchè crossover, un pilastro dell'Hardcore di New York, Metallized, cambiate recensori...
Nu Metal Head
Sabato 6 Febbraio 2021, 15.57.48
4
ce l'avevo, credo la pietra miliare del gruppo, e sicuramente una del genere crossover...
Epic
Sabato 6 Febbraio 2021, 14.22.00
3
Bellissimo album, violento e urbano. Comunque sarà un refuso di battitura, ma si dice "fugare ogni dubbio".
Indigo
Sabato 6 Febbraio 2021, 13.17.24
2
Recensione stupenda, aggressiva e inflessibile proprio come il sound di questo disco. Complimenti Riccardo!
Giaxomo
Sabato 6 Febbraio 2021, 12.50.29
1
Disco semplicemente monumentale, voto più che corretto. Grande Riccardo!
INFORMAZIONI
1992
Roadrunner Records
Crossover
Tracklist
1.Chamber Spins Three
2.Punishment
3.Shades of Grey
4.Business
5.Black and White and Red All Over
6.Man with a Promise
7.Disease
8.Urban Discipline
9.Loss
10.Wrong Side of the Tracks
11.Mistaken Identity
12.We’re Only Gonna Die (From Our Own Arrogance)
13.Tears of Blood
14.Hold My Own
Line Up
Evan Seinfeld (Voce, Basso)
Billy Graziadei (Voce, Chitarra)
Bobby Hambel (Chitarra)
Danny Schuler (Batteria)
 
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