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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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17/02/2021
( 963 letture )
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Gli svizzeri Hån sono fra i nuovi esponenti della scena black metal grezza che condivide tratti comuni con la nicchia più depressive, fatta da ritmiche moderatamente up-tempo con riff basati su tremolo ripetitivi ricordano tanto Burzum, Darkthrone o i primi Nargaroth. Perlomeno, questa era l’impressione ascoltando il loro album di debutto del 2016, Facilis Descensus Averni. L’album aveva dalla sua un’aura oscura rinforzata dalla produzione e dall’uso sapiente di armoniche sovrapposte fra gli arrangiamenti, ma peccava di originalità e di profondità, avendo l’impressione di essere un compito ben svolto che aggiungeva ben poco alla scena contemporanea. Già da allora, comunque, il gruppo aveva cambiato un batterista ed un chitarrista nella formazione.
Dopo un’intro strumentale composto da poche note di chitarra acustica immerse nel riverbero, la titletrack apre le danze con un blast beat moderato a base di due chitare armonizzate tra loro che descrivono melodie orecchiabili e che starebbero bene in uno dei primi due album dei Dissection. Dalla terza traccia in poi, Olethrus, diventa chiaro che l’album pecca di ripetizione degli stessi stilemi presenti nel debutto. Le impressioni vengono confermate nei pezzi seguenti, Enter an Eternal World e Goatman, che ripropongono gli stessi ritmi e lo stesso martellamento in doppia cassa e riff melodici leggermente più vari e meno stereotipati. Le quattro tracce successive si susseguono l’una dietro l’altra senza nessuno stravolgimento, tra cui si segnalano come momenti di nota solo alcuni passaggi intermedi di Asterion e della conclusiva Lost Souls: quest’ultima, tra l’altro, si presta al pezzo più orecchiabile del disco, a giudicare dl riff iniziale. Un altro punto a sfavore giace nella produzione, che paragonata al debutto, risulta privata delle armoniche acute del basso a favore di un approccio più compresso, asciutto, e, considerando le dinamiche, drammaticamente piatto, con gli arrangiamenti sparati a mille per tutta la durata senza dare segni né di cedimento né di variazione d’atmosfera. Nonostante i dodici anni di attività, gli Hån complice anche il poco materiale registrato, danno ancora la sensazione di essere un gruppo debuttante. Questo secondo album in studio ha tutta l’aria di essere stato scritto e registrato frettolosamente, segno, forse, che l’ergonomia del gruppo è stata penalizzata dalla presenza di side project tra alcuni membri (in particolare i Guignol Noir, che proprio lo scorso hanno debuttato con Mantric Malediction).
Non sappiamo se gli Hån pubblicheranno altro materiale in studio in futuro: quel che è certo è che quanto abbiamo sentito finora è una proposta ben eseguita che però lascia trasparire poca fiducia nel progetto e nella propria attività, cosa che smorzerebbe non poco gli entusiasmi per chi volesse alternative ai conterranei Ungfell.
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5
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Dalla copertina avrei pensato facessero aor... |
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4
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Album che scorre gradevolmente.. Come piace a Me.. Senza tanti rallentamenti e sempre con un fondo melodico.. Penso ormai di aver appreso i parametri di giudizio di Transcendence quindi il Voto è buono.. Se posso permettermi; dando 65 a questo, secondo Me il 63 dato all'ultimo degli Auòn è basso in confronto.. |
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3
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Dare 65 a questo disco è un reato. E' da novembre che lo ascolto ripetutamente. Addirittura superiore al precedente. Chiaro che non inventa nulla di nuovo ma è del classico black metal fortemente melodico di netta matrice finlandese/tedesca. |
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2
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Penso sia un problema informatico. È accaduto un paio di volte anche a me ma si è sempre risolto automaticamente. Scialli. |
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1
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In che senso? Cit verdone |
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INFORMAZIONI |
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Northern Silence Productions
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Tracklist
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1. Intro 2. Breathing the Void 3. Olethrus 4. Enter an Eternal World 5. Goatman 6. Asterion 7. Dissent 8. Lost Souls 9. Salvation
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Line Up
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Gnist (Voce) Lodur (Chitarra) Kryptos (Chitarra) Grevling (Basso) Jehoruan (Batteria)
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RECENSIONI |
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