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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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New Horizon - Gate of the Gods
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12/06/2022
( 1543 letture )
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Erik Grӧnwall è un grande. Poco più di ventenne si laureò vincitore del music context Idol in Svezia, portando al grande pubblico interpretazioni di classici hard and heavy come Run to the Hills, 18 and Life, Always ed altri brani, di fatto sbaragliando la concorrenza nonostante il focus su sonorità tutt’altro che pop e morbide. Unitosi agli H.e.a.t poco tempo dopo, Erik si rese protagonista con la band di una serie di albums elettrizzanti ed energici come da tempo non se ne sentivano nella scena hard rock melodica. Ma Erik ha anche saputo affrontare sfide diverse spostandosi dal palcoscenico a seri trattamenti in ospedale quando solo poco più di un anno fa gli venne diagnosticata una forma di leucemia linfocitica acuta. Vinta anche questa battaglia il nostro si presenta ringalluzzito e in grandissima forma vocale, nonché protagonista di un doppio impegno discografico; da un lato alla guida di questi nuovi New Horizon, dall’altra come nientemeno che freschissimo nuovo frontman degli Skid Row. Niente male davvero, un rollercoaster di esperienze che hanno portato oggi il trentacinquenne singer svedese quanto mai sulla cresta dell’onda e con assoluto merito.
Questa nuova creatura a nome New Horizon costituisce un progetto ideato dallo stesso Erik Grӧnwall assieme a Jona Tee (Autumn’s Child, Crowne, Heat) e volta ad esprimere un lato più heavy e grintoso rispetto al background del singer svedese, essendo i dieci brani dell’esordio Gate of Gods un energico concentrato di power metal melodico con tratti ora heavy classici ora epici, senza tralasciare spruzzate di hard rock melodico proprie dei trascorsi di Grӧnwall. Brani come We Unite e Stronger than Steel mixano sapientemente tratti dei primi Edguy con Gamma Ray, Hammerfall, Nocturnal Rites, Sabaton e Freedom Call, ben guidate da un Grӧnwall esplosivo, graffiante e capace di raggiungere vette elevate sia a livello di pura estensione si a livello di talento ed espressività. La maggior parte delle parti strumentali è lasciata al versatile Jona Tee, con l’ausilio di alcuni ospiti addizionali alla chitarra come Sam Totman (Dragonforce) e Dave Dalone (H.e.a.t), Love Magnusson (Dynazty) e alla batteria martellante di Robban Bӓck, già con Eclipse, Sabaton, Mustasch e Twilight Force. La velocità aumenta in Cry for Freedom, brano che ci ricorda come avrebbero dovuto suonare i connazionali Hammerfall nel 2022 per mantenere un livello di energia e carica paragonabile agli esordi, brano avvalorato da linee vocali che strizzano l’occhio all’hard rock melodico di H.e.a.t ed Eclipse. Stessi parametri per brani come Call of the Underground, Stardust e Event Horizon con Grӧnwall ancora assoluto protagonista capace di pennellare i pezzi con linee vocali immediate, graffianti e spesso esaltanti. Il Gamma Ray e Edguy sound trasuda in brani come Fearless, dagli ottimi assoli incrociati, e negli oltre sette minuti della conclusiva titletrack, che ci regala un condensato di power metal melodico in cui le tastiere guadagnano uno spazio importante e su cui la vocalità di Erik si staglia con un aggressività mai sentita prima dal singer scandinavo, confermando che l’esordio di questi New Horizon è in grado di dimostrare che si può ancora suonare power metal con contagiante passione e senza risultare stucchevoli o meramente derivativi.
Bentornato dunque Erik Grӧnwall, la vita può essere davvero una ruota e in fondo sei un ragazzo fortunato e tenace. Difficile pensare i New Horizon restino il progetto principale di Erik nell’immediato futuro., visto il recentissimo annuncio dell’ingresso negli Skid Row con tour propedeutico al momento in corso negli States in preparazione del nuovo album in attesa già entro fine anno, ma almeno auspicabile che la band continui a produrre materiale interessante, spregiudicato e frizzante come degno seguito di questo sorprendente esordio.
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5
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Bel disco davvero, mi trovo concorde con la recensione. Gronwall più versatile di quanto pensassi. Bravo. |
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4
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La cosa migliore del disco è la voce di Erik, che dopo una brutta malattia (si spera sia finita lì) ritorna con una prestazione super. Il problema è che la sua voce proprio non è fatta per il power metal ma per l'hard rock. Per il resto il solito piatto ed inutile album power di cui domani ci sarà scordati. Stronger than steel almeno ha un buon tiro, Call of the underground sembra fatta per gli Heat e l'ultima Gate of the Gods è l'ennesima riproposizione di Gates of Babylon in salsa power. Il resto inutile. |
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3
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Notevoli, Erik davvero singer di razza. Tra le migliori uscite nel genere in questione di questo 2022. |
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2
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Concordo con il commento precedente, anche io durante "We Unite" ho subito pensato a Flahsdance. |
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1
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Il power metal europeo non è la mia passione ma, dopo aver ascoltato alcuni brani gradevoli ed energici, direi che l'album merita un ascolto. Unico neo: il ritornello di "We Unite" ricalca in modo sorprendente il motivo di "Flashdance... What a Feeling". Moroder potrebbe citarli per plagio, sempre che non l'abbiano incluso negli "special thanks"... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. A New Horizon (Intro) 2. We Unite 3. Stronger Than Steel 4. Cry For Freedom 5. Call of the Underground 6. Stardust 7. Event Horizon 8. The End of All 9. Fearless 10. Gate of the Gods
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Line Up
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Erik Grӧnwall (Voce) Jona Tee (Chitarra, Basso, Tastiera) Musicisti Ospiti Robban Bӓck (Batteria) Sam Totman (Chitarra) Love Magnusson (Chitarra) Dave Dalone (Chitarra) Niko Vuorela (Chitarra) Laucha Figueroa (Chitarra)
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