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11/05/24
NWOIBM FEST VOL VI
DISSESTO CULT, VIA DEL BARCO 7 - TIVOLI (RM)
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OUVERTURE Descrivere la musica dei Sigh non è facile, non lo è mai stato. L'unico esempio di "rapida assimilazione" che naviga in queste acque conosciute è stato Scorn Defeat (che, se non erro, introduce per la prima volta il pianoforte nel black metal quale strumento accompagnatore e non come dispositivo portante per un intro/outro), disco di canonico black metal, molto interessante per l'epoca in cui uscì. A parte quel bellissimo esempio di grezza materia in crescita, gli altri dischi dei Sigh sono sempre stati molto estranei sia allo stile ortodosso, sia a quello più sinfonico (per anni i nostri sono stati sotto la Cacophonous Records, etichetta che ha promosso i Cradle Of Filth e molti altri gruppi di melodic/sinpho). Le cause di questo suono così alieno risiedono senza dubbio nella loro terra d'origine: in Giappone è infatti usuale fondere più generi assieme per (tentare di) creare qualcosa di nuovo; una band all'avanguardia come i Sigh ha quindi avuto l'occasione di sparare al tempo giusto le cartucce sofferenti di spasmi adolescenziali, per poi buttarsi nella sperimentazione/realizzazione della propria crescita musicale. I Sigh "Cacoponous-era" hanno sempre dipinto questi grotteschi paesaggi orientali implicando più volte strumenti ad arco e pianoforti nel loro black metal: tutto ciò era interessante da sentire durante la metà anni 90 perché il fine della loro sinfonia non era quello di evocare paesaggi vampireschi o notti tran silvane (come consuetudine dei loro colleghi). Passata la soglia del 2000, la musica dei giapponesi diviene sempre più astratta e foriera di uno degli esempi più lampanti di avantgarde-metal (in piena competizione con gli Arcturus o i Thee Maldoror Kollective, tanto per fare un paio di esempi).
TEMA CENTRALE Questo nuovo Scenes From Hell estremizza ancora di più il concetto di musica astratta/colonna sonora che con i precedenti Hangman's Hymn e Gallow's Gallery si era concretizzato e aggettivizzato accanto al nome stesso della band. Sin dalla traccia di apertura (Prelude To The Oracle) si sente che i toni dei Sigh si sono decisamente incupiti, le sezioni ritmiche si sono estremizzate e la componente orchestrale è passata chiaramente in primo piano; pompose trombe scandiscono i tempi della canzone, declamando una certa autocelebrazione. L'Art de Mourir si caratterizza dai riff sbilenchi e cacofonici che lasciano maggiore libertà d'espressione ai violini e ai tromboni; le chitarre, quasi sempre sprovviste di toni alti, ci regalano in ogni canzone assoli tecnici ma brevi. L'orchestralità della formazione giapponese prende corpo nella parte centrale dell'album (incentrata sul tema del funerale), dove a volte crea il riff principale (The Soul Grave), dove si ritaglia scale di violini nei crescendo di parti più black metal (The Red Funeral), e dove infine reinterpreta il tema della marcia funebre di Chopin per integrarla perfettamente nel concept dell'album (The Summer Funeral); altro elemento consono in alcune scene musicali nipponiche è il riproporre con la chitarra dei fraseggi di musica classica che assomigliano stilisticamente ai soliloqui del violino (vedi per esempio i connazionali Malice Mizer): nel corso dell'album si possono sentire sporadici esempi disseminati fra le canzoni. Il disco termina più o meno con gli stessi canoni, fra parti meno riuscite (come l'aggressiva ma appena sufficiente Vanitas) e altre più azzeccate (meraviglioso l'assolo di clarinetto in Musica In Tempora Belli). La conclusiva Scenes From Hell fa da coda a questo atto teatrale con un veloce crescendo e un improvviso arresto.
CONCLUSIONE DELL'ATTO Tirando le somme. Scenes From Hell non è affatto consigliabile per un’audizione virginea. Un ascoltatore che non avesse mai conosciuto i Sigh si ritroverebbe in mezzo ad un album confusionario nel quale le orchestrazioni diventano kitsch ed addirittura fuorvianti; l'epopea della band in oggetto necessiterebbe un ascolto cronologico, così da ricostruirne ogni trama tessuta nel corso del tempo, ma senza il tempo (e la voglia) punterei sui migliori Gallow's GalleryInfidel Art, anziché su quest’ultimo titolo. Ironia della sorte, chi anche conoscesse sommariamente questa i Sigh, troverà questa volta un disco disarmonico, neanche di difficile apprendimento, ma privo di una certa organicità. Degno di apprezzamento è senza dubbio il tentativo di rievocare sensazioni tardo settecentesche tipicamente europee, escludendo dal proprio sound ogni tipo di collegamento con le sonorità tipiche orientali (cosa a cui i Sigh hanno sempre tenuto). Tutto il resto scorre tranquillamente ma senza lasciare il segno.
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9
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Pochi cazzi, una delle migliori band avant garde della storia. Sterilissimo il paragone con i rapshody, non ha alcun senso. 95/100, uno dei piu' grandi capolavori d'avanguardia della storia della musica. |
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8
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Peccato solo per la produzione che davvero non rende giustizia all'amalgama. L'abum mi piace, ma a tratti mi risulta inascoltabile a causa dell'esagerazione dei toni delle orchestrazioni! |
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7
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Secondo me è un gran bel disco, uno dei migliori che abbiano mai rilasciato. Da fan degli Unexpect non posso che apprezzare molto queste sperimentazioni...specie perché i Sigh sono capaci di mettere insieme molto bene cose che apparentemente non c'entrano nulla - virtù questa non di molti, e in Scenes From Hell secondo me ci sono riusciti ancora meglio del solito. Quindi secondo me questo è un disco pienamente riuscito, tanto quanto il suo splendido predecessore Hangman's Hymn. |
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6
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Io me lo sono comprato perchè la recensione di Moro mi ha molto incuriosito. Quando mi arriva vi darò il mio parere. |
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5
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Si, concordo alla fine con Pandemonium, anche se ci arrivo da una strada diversa =) Preferisco gli altri lavori. |
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4
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Si, concordo alla fine con Pandemonium, anche se ci arrivo da una strada diversa =) Preferisco gli altri lavori. |
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3
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A mio modo di vedere sono inascoltabili... sembrano dei Rapshody che fanno black: interessanti per l'innovazione, non c'è dubbio, ma sul valore effettivo del prodotto finito meglio lasciar perdere. Da ascoltare e dimenticare. Bella recensione comunque. |
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2
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Lo ascolterò per dare un voto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prelude To The Oracle 2. L'art De Mourir 3. The Soul Grave 4. The Red Funeral 5. The Summer Funeral 6. Musica In Tempora Belli 7. Vanitas 8. Scenes From Hell
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Line Up
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Mirai Kawashima - vocals, orchestrations, piano, organ, minimoog, clavinet, theremin, whistle, sitar, tabla, tampura. Dr. Mikannibal - vocals, sax (alto, baritone and tenor) Satoshi Fujinami - bass, tambourine, vibraslap, percussions Shinichi Ishikawa - guitars
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RECENSIONI |
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