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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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Fabio Celi E Gli Infermieri - Follia
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( 6025 letture )
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Tranquilli, non si tratta di un pesce d’aprile in ritardo (anche se forse avrei potuto utilizzare un disco dal moniker così improbabile proprio a questo scopo) ma del primo valido esempio di cui abbia notizia di opera rock organicamente di denuncia con un sotto fondo demenziale. Provenienti dagli anni 60, Fabio Celi e gli Infermieri -già incontrati nel primo articolo della serie sulla Storia Del Prog Rock Italiano- venivano da S. Giorgio a Cremano e diedero alle stampe Follia, in base alle notizie in mio possesso, solo nel 1973, ma in realtà l’opera risaliva al 1969. Quel che è certo è che Follia provocò immediatamente il bando del gruppo dai circuiti ufficiali, ciò principalmente a causa dei testi “forti” riguardanti temi sociali affrontati a tratti con l’uso di uno humor che –anche qui- era fortemente in anticipo sui tempi.
La band si caratterizzava inoltre per una line-up inusuale basata su un vocalist estremamente espressivo, per alcuni versi simile a (Frà) Claudio Canali (Fabio Celi aka Antonio Cavallaro) ed impegnato anche alla tastiera, e per la presenza di ben due tastieristi, uno dei quali all’opera su un organo e l’altro su un banale Farfisa modificato in maniera tale da sembrare un moog, uno strumento allora di assoluta avanguardia, ma probabilmente non reperibile all’epoca, e non solo per questioni economiche. A completare il tutto una robusta sezione ritmica. Altra caratteristica innovativa per l’Italia e per l’epoca era la cura delle esibizioni dal vivo, basate anche su fumi all’epoca poco usati on stage e su una forte componente teatral-doom che prevedeva l’entrata in scena di Fabio Celi all’interno di una solida bara in cui veniva poi rinchiuso con tanto di camicia di forza alla fine dello stesso. Mi spingo addirittura a sostenere che questa è stata la prima Punk band della storia della musica italiana, almeno nell’attitudine visuale e testuale, la fusione con una musica in bilico tra Psichedelica, Prog, e Hard Rock simil Deep Purple/Uriah Heep poi, porta a considerare il “buon Fabio” come un precursore assoluto.
Aperto da L’artista Sadico -il pezzo usato per chiudere i concerti- l’album si presentava subito senza mezzi termini con un Hard Rock aggressivo e semplicemente inedito per l’Italia con il moog tarocco nella parte del leone. Chitarra distorta e voce molto effettata su testi molto interessanti completano la descrizione di una delle più interessanti openers dell’epoca. Si prosegue con Follia, un pezzo ancora incentrato sul testo e sulla sua interpretazione molto carica che fanno di questi sei minuti e mezzo uno degli episodi più concettualmente interessanti dell’epoca.
No! Non può esser vero! Un giudice venduto ai delinquenti, Un deputato che smercia cocaina, Un industriale che vende armi in Africa. Follia! Ah ah ah ah ah No! In prigione un innocente è morto Il criminale invece è stato assolto, aumenta la prostituzione, il furto oggi è la migliore professione. Follia! Ah ah ah ah ah Aumenta il pane, aumenta la benzina, aumentano le armi in giro, aumenta la speculazione, aumenta la corruzione. Follia!
E’ cambiato molto da allora? Non mi pare. Con Capestro ci troviamo davanti ad un pezzo fortemente innovativo, dato che contiene i germi del Progressive italiano prima che lo steso nascesse, il tutto mischiato con forti accenti psichedelici ed ancora con testi più che forti, e forse un estratto come “Per quante dosi di polverina che voi date alla gioventù, io chiedo il capestro sulle piazze della vostra città” può servire a chiarire di cosa stiamo parlando. Ragazzi, per la Rai era decisamente troppo. Più leggero musicalmente –ma ad analizzare bene il pezzo ci sarebbe da discuterne- Il Presidente, ma anche qui un testo che mantiene intatta la sua modernità ed una interpretazione vocale volutamente sguaiata e sopra le righe. Un brano che lascia amare riflessioni a vagare in testa. A chiudere Uomo Cosa Fai -un brano di drammatica e visionaria denuncia sociale- e Distruzione, che aumenta psichedelicamente il climax instaurato dal pezzo precedente cui risulta fortemente collegato.
Se consideriamo il 1969 come anno effettivo di concepimento dell’album non possiamo che concludere che ci troviamo di fronte ad un lavoro basilare quanto misconosciuto, questo perché “mamma Rai” –all’epoca quasi in regime di assoluto monopolio cultural-musicale- decretò che Fabio Celi e gli Infermieri erano troppo per il bolso pubblico italiano, la distribuzione del vinile affidata ad una piccola etichetta che fece girare il disco praticamente solo in Campania fece il resto. Nonostante la partecipazione nel 1973 al Festival d'Avanguardia e Nuove Tendenze di Napoli e soprattutto nel '75 alla trasmissione Rai (forse in vena di indennizzo) Adesso Musica con il brano Uomo Cosa Fai, la band rimase confinata tra le anguste mura della “nicchia di genere per super-esperti” e non cavò un ragno dal buco. Di questo album esiste una ristampa targata Mellow Records del '96.
Anche in questo caso le vie del Prog sono infinite, e così, andando a spulciare tra i nomi che compongono la line-up ci si imbatte in quello dei fratelli Ciscognetti. Il batterista Roberto, dopo aver formato i Popularia, confluisce con tutta la band ne L’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, mentre Ciro suonò con i Napoli Centrale prima di finire a fare piano-bar, come lo stesso Fabio Celi. C’è di che riflettere, no?
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Come sempre grande Raven e grazie per aver portato alla cronaca questo gruppo molto interessante che non conoscevo!davvero moto molto intrigante! |
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Cause di forza maggiore, cara la mia alunna. Studia, invece di fare le ore piccole, e fatti una cultura musicale |
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il testo linkato, è inutile dire quanto sia attuale... Per essere un pacchista alle cene con i suoi alunni, non scrive male! |
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@Sugara: leggo solo ora, difficilissimo trovarlo , @Antonio, tutti i testi dell'album potevano essere segnalati, ma sarebbe diventata una pagina dedicata alle liriche, più che una recensione |
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Nessuno si è soffermato sull testo di DISTRUZIONE perme il più interessante di tutti, perchè molto bello e attualissimo. Si è spenta ormai la luce del mondo nessuno ha più il coraggio di guardare, si abbassa a poco a poco la sua voce, nessuno ha più il coraggio di parlare. Un cane nero piange nella via perchè ha scoperto che non credeva nel suo padrone non esiste l' uomo ma è solo un corpo senza una ragione. nella strada ormai regna il silenzio nemmeno il cane nero sa che fare io giro quasi intorno gli occhi spenti e subito un pensier mi corre in mente. QUI C'E' DISRUZIONE. |
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Ma è trovabile il disco da qualche parte? In rete c'è l'.ape, però mi piacerebbe avere l'originale. Il cantante in l'artista sadico mi ricorda molto quello dei Nobraino; o forse dovrei dire il contrario. Album veramente interessante, grazie di averlo recensito e portato all'attenzione dei lettori. |
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...Pinche, sapevo che avresti colto alla grande, i Kina li vidi anche io, ma ero piccolo piccolo! |
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Infatti -come ho scritto- questo è a mio avviso il primo gruppo punk italiano, se non europeo. |
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@ raven. Scusa il ritardo nella risposta, il pezzo linkato lo trovo veramente geniale o come giudicato da Hellion che conosco molto bene: troppo avanti. Anche i gruppi che ha citato come esempio li trovo azzeccati, ed ho avuto la fortuna di vederli dal vivo oltre ad avere i loro dischi. Mi piace il confronto con i Kina. |
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Si, le sfumature presenti in questo disco in anticipo sui tempi sono innnumerevoli. |
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Il modo di cantare è molto simile a quello del cantante del Teatro Degli Orrori e le tematiche sono incredibilmente attual. Ottimo il brano linkato in puro stile rock progressive anni 70; dire che erano avanti è puro eufemismo. Bellissima riscoperta davvero! |
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..io invece la vedo più seria, il testo che hai messo nella rece, l'elenco delle cose che aumentano, mi fanno venire in mente molti testi degli Impact, Wretched, Peggio Punx, Kina....che brutto essere troppo avanti, devi aspettare che il resto si svegli.... |
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E secondo me nel brano linkato ci sono già i germi del punk e del rock demenziale che dagli Skiantos ha portato ad Elio. |
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...non li conoscevo affatto, questo disco mi ha aperto un varco, grazie davvero, Raven rules, come al solito! |
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x Renaz: già, è non è un buon dato. X Hellion: esatto, troppo avanti, e so che sei in grado di apprezzare certe cose. |
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....kapolavoro!!!! ...il nostro è sempre stato un paese di merda, politicamente parlando, troppo avanti come band, davvero grandissimi! |
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Incredibili le somiglianze del testo con la cronaca attuale, davvero... |
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che ne pensi del pezzo che ho linkato? |
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Accidenti su questi mi cogli completamente ignorante. Questo mi fa incazzare e devo cercare di rimediare. Comunque sai che adoro questi gruppi, vedrò di recuperare. |
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nell'edizione originale è praticamente impossibile o quasi, ristampato probabilmente si. |
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Precursori e reazionari... Si presentano bene... Col fatto che è stato ristampato c'è magari qualche possibilità di recuperarlo? tipo alla Fnac... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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L’artista Sadico Follia Capestro Il Presidente Uomo Cosa Fai Distruzione
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Line Up
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Fabio Celi -tastiere, voce Ciro Ciscognetti -tastiere Luigi Coppa -chitarra, armonica Rino Fiorentino -basso Roberto Ciscognetti -batteria, percussioni
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