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Kampfar - Mare
( 7433 letture )
Implacabile ed agguerrito il ritorno dei norvegesi Kampfar che con Mare, quinto full-length targato, alla pari degli ultimi due, Napalm Records, evidenziano ancora una volta la qualità elevata di una proposta pagan black che, formulata nel segno della più devota delle tradizioni, rimane pur sempre fedele a quell’intima essenza mediante la quale, sin dai primordi, la band ha forgiato l’inviolabile nucleo di un’indubitabilmente propizia miscela. Ebbene sì, i Kampfar non ardiscono di tradire se stessi e, in quanto a ciò, anche il nuovo Mare non sembra fare eccezione. Nonostante, infatti, un’assenza che avrebbe potuto rivelarsi quanto meno perigliosa – stiamo parlando di Thomas, chitarrista e membro fondatore della band – le dinamiche di fondo dell’album non fanno che confermare le tendenze di uno stile già ampiamente fausto e consolidato. Dal mai obliato Kvass in poi (possa Odino maledirci se avessimo dimenticato le delizie dell’immensa Ravenheart o i furori della devastante Inferno), i nostri sono cresciuti notevolmente, dando prova di aver sviluppato con costante passione le già manifeste potenzialità di base. Mare è un disco maturo ed equilibrato, forse un tantino più aggressivo, oscuro e meno immediato rispetto ai precedenti, ma non per questo di minore pregnanza.

Ma sveliamo lo scarlatto manto della tracklist. L’omonima opener dell’opus, Mare, ci catapulta con piglio irruente ed impetuoso nell’universo lunare dei Kampfar…e sono grida rituali e gelidi ululati, il tutto al cospetto di un’onnipresente natura, la cui inquietante sovranità costituisce la principale componente di una rispettosa e pagana affezione. Tumultuosa e violenta la successiva Ildstemmer, furiosa danza di figure in circolo, corale inno al potere della fiamma. Di matrice maggiormente folk la ritmata Huldreland, mistico viaggio alle tetre radici di una terra fatata dai tenebrosi risvolti. E che dire dell’imponente Bergtatt che, nella limited digipack edition, appare in una duplice versione? Qui, le parti di tastiera, rendono intensamente atmosferico un racconto fatto di fuoco, roccia, Troll e iracondi spiriti della montagna, ma la suggestione delle incantate lyrics dei Kampfar, a metà strada tra inglese e lingua natìa, non si ferma certo qui. Esseri femminili, in bilico tra il magico ed il mostruoso, sono i protagonisti di Trolldomspakt, brano ricco di sfumature e ancora una volta dominato dall’arcana seduzione delle variegate tastiere. Inarrestabile e martellante è la sezione ritmica di Volvevers, pezzo urlato, per l’occasione, da un Ask fiero e risoluto. Gli stessi rapidi venti del Nord, invece, sembrano sferzare senza posa le infinite ed impietose armonie di Blitzwitch, la cui orgogliosa rabbia di fondo serpeggia come gelido ringhio, come sangue che scorre. Ed è la volta di Nattgang, incalzante e stregonesca ode alle creature della notte. Chiude il proclama una sontuosa Altergang, degno passaggio al di là della sfera del tangibile…“oltre il sangue e la vita e la morte”, così come il testo medesimo recita.

Molti, dunque, gli elementi melodici che, volutamente accostati alle grezze consuetudini di un black maggiormente primitivo, hanno il merito di plasmare una materia dalle molteplici venature. Un plauso speciale, poi, spetta senz’altro alle linee vocali elaborate da Dolk che, lungi dalla monotonia di uno screaming dai toni piatti e regolari, si cimenta piuttosto in rocambolesche sovrapposizioni di voci, dal profondo al brutale, dal gracchiante al distorto, dal sacrale all’esasperato.

Particolare degno di nota, infine, è la sapiente ed ineccepibile produzione curata presso gli Abyss Studio dall’eclettico Peter Tägtgren, la cui esperienza in fatto di suoni non ha necessità di precisazioni di sorta. Una collaborazione più che indovinata, quindi, il cui risultato finale altro non può definirsi se non prodigiosa forma, potente e penetrante ad un tempo.

Non esiste, in conclusione, altra sentenza se non questa: il pagan black dei Kampfar si dimostra oggi forte di una consapevolezza, la cui esecuzione, tanto vivida quanto spontanea, non può non trascinare l’ascoltatore in un universo ricco di misteriose e rare fascinazioni. L’unico limite che, forse, si rinviene in una tal ben costruita creatura è l’assenza di un ancor più spavaldo osare, nella cui audacia speriamo di imbatterci al più presto per quanto concernerà i prossimi lavori.

Ma al bando ora le vuote ciance: che sia la musica a parlare!
E verrebbe quasi da chiudere gli occhi e lasciarsi guidare dai corvi di Wotan…complice la notte, mai grido fu più battagliero: “Kampfar, Kampfar!”



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
70.17 su 45 voti [ VOTA]
VALERIO
Sabato 2 Aprile 2016, 13.00.30
12
PUR VENENDO DAL POWER METAL, MI SONO ACCOSTATO A QUESTO GRUPPO DI BLACK METAL INCURIOSITO PIU’ CHE ALTRO DALL’ANNUNCIATO TRIBUTO ODINIANO. FRANCAMENTE SONO RIMASTO ABBASTANZA DELUSO, NEL SENSO CHE, SUL PIANO TECNICO, GLI ACCORDI DI CHITARRA SONO DI UNA BANALITA’ ESTREMA, TANTO DA NON RICONOSCERE PARTICOLARI DIFFERENZE CON ALTRE BAND DI QUESTO GENERE. NON HO PERCEPITO INOLTRE QUELLE ATMOSFERE PAGANE TANTO ANNUNCIATE. DEVO PERO’ RICONOSCERE CHE I TESTI CANTATI IN NORVEGESE DANNO UN CERTO FASCINO METAFISICO, NEL SENSO CHE LA LORO INCOMPRENSIBILITA’, PER CHI COME ME NON CONOSCE QUELLA LINGUA, CONFERISCE UN TOCCO MAGICO CHE LASCIA IL SEGNO.
sundin
Domenica 18 Settembre 2011, 19.36.42
11
Disco notevole, a mio avviso una piacevole evoluzione dei precedenti. Come sempre bravissimi nel saper coniugare le tipice atmosfere pagan con la freddezza del tipico black metal ,senza cadere nello scontato e/o prevedibile.
enry
Domenica 17 Aprile 2011, 9.23.18
10
Uh, a conti fatti il disco meno riuscito della band, ma siamo comunque su livelli accettabili. Peter Tagtgren ha tutto il mio rispetto sia come musicista che come produttore, però il suono Abyss è ottimo per il death e per il black sinfonico, ma risulta troppo leccato per generi come il viking e il raw black metal, a mio modo di vedere. E infatti 'Mare' ha un sound parecchio impersonale, formalmente perfetto ma simile a decine di altre bands passate per gli Abyss. Tornando al disco, faccio grosso modo il discorso fatto per i Falkenbach, un loro disco meno riuscito resta comunque superiore alla stragrande maggioranza del pagan/viking che va per la maggiore in questi ultimi anni. 68/100...E adesso aspetto i Primordial, loro sono sicuro che non deluderanno.
Feanor
Lunedì 4 Aprile 2011, 16.42.41
9
Bel disco, ancora devo ascoltarlo meglio, ma diciamo che la prima impressione è decisamente positiva!
enry
Domenica 3 Aprile 2011, 9.56.02
8
Mi dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, a me son sempre piaciuti, il debut in modo particolare. Grosso pregio della band è quello di non sconfinare mai nel firulì firulà osteria-metal di tante troppe bands recenti.
fabriziomagno
Sabato 2 Aprile 2011, 23.29.07
7
Mare non mi prende per mano accompagnandomi nel cuore della foresta in una notte di luna piena come facevano gli altri album. E' meno "verde scuro" dello strepitoso Heimgang e manca una killer song come lo era Norse, ma il disco è lo stesso godibile. Bella recensione alice! (voto: 70)
Arvssynd
Sabato 2 Aprile 2011, 22.18.43
6
Concordo anche io con recensione e voto. Disco che mi sta piacendo sempre più.
Moro
Venerdì 1 Aprile 2011, 11.07.20
5
@Undercover: ahha in parte hai ragione... però: i Marduk cominciarono a zoppicare con Legion (anche se in sede live poteva rivelarsi una carta vincente), Diabolis Interium dei Dark Funeral è tuttora piacevole così come At the Heart of Winter degli Immortal; Arckanum non si tocca, idem Spiritual Black Dimension dei Dimmu, idem i Sohrin; Blodhemn degli Enslaved sarebbe meglio dimenticarlo, cosìccome gli Old Man's Child
Undercover
Giovedì 31 Marzo 2011, 23.08.16
4
Non li ho mai apprezzati e questo non mi ha fatto cambiare idea, questi come Arckanum mi fanno calare la palpebra. @Moro è vero hai citato tutte band che son passate dagli Abyss peccato che per molte di quelle chiamate in causa l'esser finite sotto le sue manii è stato più un danno che altro.
Persephone
Giovedì 31 Marzo 2011, 21.58.53
3
@Moro: pienamente d'accordo, una mancanza che si sente, ma non al punto da stravolgere gli equilibri fondanti della band...i fasti del passato, poi, non si discutono!!! Il mio preferito in assoluto resta senz'altro Kvass...
Moro
Giovedì 31 Marzo 2011, 21.31.36
2
Il disco è molto compatto ma devo dire che la mancanza di Thomas si sente. Non ci sono quelle melodie aeree e "danzerecce" che caratterizzavano tutti i dischi dei Kampfar... io gli do un 7 pieno. @Justice: stai scherzando ? Arckanum, Sohrin, i Marduk con Legion, Algaion, Dark Funeral, Enslaved, Dimmu Borgir, Immortal, Old Man's Child, Belphegor e perfino i Children of Bodom sono passati per gli Abyss studio.
JUSTICE
Giovedì 31 Marzo 2011, 20.49.41
1
tagtgren con un gruppo black metal? sembra strano...voglio proprio sentire...
INFORMAZIONI
2011
Napalm Records
Black
Tracklist
01. Mare
02. Ildstemmer
03. Huldreland
04. Bergtatt
05. Trolldomspakt
06. Volvevers
07. Blitzwitch
08. Nattgang
09. Altergang
10. Bergtatt (In D Major) (Bonus Track)
Line Up
Dolk – Vocals
Jon – Bass
Ask – Drums
 
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