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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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V8 Wankers - Iron Crossroads
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( 2973 letture )
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Banalmente, il segreto del punk -e forse non solo di quello- sta tutto in una parola: attitudine. Undici anni di carriera, sei album, migliaia di chilometri dalla natia Offenbach (Germania) tra autostrade, festivals, motoraduni e bettole odoranti di piscio e birra, milioni di tatuaggi, facce cattive che nascondono un gran sorriso da ragazzo cattivo e tanta, tanta attitudine: questo il pedigree dei V8 Wankers, cattivissima gang di cagnacci tedeschi. Una band che non sarà mai di primo livello, ma se li incrocerete a qualche biker fest procuratevi un grosso boccale di birra e piazzatevi sotto il palco pronti al massacro. Perché oltre all’attitudine, questi ragazzoni possiedono anche quel qualcosa di impalpabile che si chiama “groove” o, se preferite, “tiro”. Proprio così: trovare un gruppo punk’n’roll che riesce a scrivere, al sesto album, quattordici canzoni che hanno un senso, si distinguono l’una dall’altra e possiedono un tiro del genere è un evento raro e felice. Ma quando si parla di punk’n’roll toglietevi dalla testa tutti i gruppetti pop/punk spacciati per “brutti e cattivi” che vi affollano la testa: qua parliamo di un gruppo che se si trovasse Green Day et similia davanti, probabilmente li prenderebbe a morsi e sviterebbe loro la testa per pisciarci dentro. I V8 Wankers sono un riuscitissimo mix di Motorhead, AC/DC e punk d’assalto, una miscela esplosiva che, senza inventare niente, garantisce adrenalina, divertimento e tanto violento sarcasmo.
Che il gruppo sia al sesto album si percepisce subito: come detto, le canzoni sono tutte ben strutturate e personalizzate e si avverte che la band riesce a tenersi sotto controllo quel tanto che basta a dosare con un minimo di senso la propria irruenza, la propria natura selvaggia. Riff di chiara matrice punk si mescolano a ritmiche tipicamente hard’n’heavy, con tanto di ripetuti, fulminanti e più che riusciti assoli di chitarra -il tutto dominato dalla voce ruvida e carismatica del leader Lutz Vegas, assoluto protagonista del disco. Che questo non sia “solo” il sesto album, lo si avverte però innanzitutto dall’etichetta che lo licenzia, ovverosia il colosso SPV, ed in secondo luogo dal produttore che ha seguito la realizzazione del disco: parliamo di quel Tommy Newton di fama metal che smussa intelligentemente gli angoli del sound della band senza snaturarne la naturale irriverenza e donando alle canzoni una potenza e una chiarezza che contribuisce non poco alla riuscita del disco. Prendete ad esempio una canzone come Sweet Blood: inizio di basso tipicamente punk, riffone rock per una strofa che poi diventa improvvisamente quanto di più vicino a Whole Lotta Rosie vi sareste mai aspettati di sentire. Stesso copione per Dirty Old Man (che è in tutto e per tutto la canzone che gli AC/DC non sanno più scrivere) e SBM (Stop Bugging Me), dove il riff dedicato alla escort (si dice così ora, giusto?) più famosa del mondo si trasforma in un punk scatenato e coinvolgente. Più ricercata si rivela la titletrack, Iron Crossroads, che, ferme restando le coordinate, risulta più cadenzata e forse ricerca una profondità maggiore. Ma d’altra parte da un disco che si apre con il rumore di una motocicletta e Lutz Vegas che salmodia We Are Sworn To Fun, Second To None non c’era da aspettarsi che casino e buona musica, giusto? E allora via, fino all’anthem Live By Rock’n’Roll Die By Rock’n’Roll, con questo divertente ibrido di sonorità angloamericanaustraliane trapiantate in terra sassone.
Attitudine dicevamo, e qui ce n’è a chili, dietro il sigarone e il cappello alla Andy Capp di Lutz Vegas, gli assoli di Blind Ferenc, i riffoni punk’n’roll di Schmuddel e la ritmica al fulmicotone del duo Marc Devil/David Green. Tanta buona musica, diretta e senza fronzoli, sparata in faccia a tutta velocità e senza rimpianti ma non per questo vuota o stancamente derivativa. Sincerità, coerenza, e tanto tanto “tiro”: pane per i vostri denti di cagnacci affamati, ecco quello che offre Iron Crossroads. Quello che non troverete, ovviamente, è la canzone definitiva, lo sviluppo melodico/armonico inedito e ammaliante. Non troverete carezze o parole dolci, ma una congrega di bikers al bancone di una bettola che, se va bene, ti offrono da bere, e se va male devi prendere a calci prima che siano loro a smantellarti la dentiera. Gente di un certo spessore quindi, di cui ci si può fidare per passare quaranta minuti di baldoria e sano rock’n’roll. Non potete immaginare quanto bene facciano dischi del genere, quando ti capitano per le mani.
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No i Motley Crue proprio no... Gli Ac/Dc quanto vuoi ma i Motley proprio no comunque seguiro' il tuo consiglio anche se il nome mi ricorda un po' la marmellata Puffin!!!! |
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3
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a me sembrano un po' i motley crue, mah....se volete un gruppo punk veramente valido, secondo me, sentite gli svedesi puffball, spaccano tutto..... |
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2
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Non sarà il disco dell'anno ma... Secondo me questo sudiciume rock fa bene allo spirito |
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Sesto album ?? E com'è che non li ho mai sentiti nominare ? Solo per il nome meritano l'acquisto. Mi informerò, perchè questa recensione mi ha solleticato un bel po |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Winner 3. Lone Wolf No Club 4. I Am The Kind of Guy Who Gets Away With Murder 5. Iron Crossroads 6. Your Name 7. Sweet Blood 8. You Hate Me So I’m Glad 9. Dirty Old Man 10. SBM (Stop Bugging Me) 11. Give It To Me 12. Gone Electric 13. Ride The Rocket 14. Live By Rock’n’Roll Die By Rock’n’Roll
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Line Up
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Lutz Vegas (Voce) Schmuddel (Chitarra) Marc Devil (Basso) Blind Ferenc (Chitarra solista) David Green (Batteria)
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