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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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Wolverine - Communication Lost
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( 3289 letture )
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A chi è appassionato del prog metal made in Sweden non sarà certo sfuggita una band come i Wolverine, che nell’ultimo decennio si è fatta notare per buoni album come The Window Purpose e Cold Light of Monday. Ebbene gli svedesi sono tornati dopo 5 anni di pausa con la loro ultima uscita Communication Lost, un prodotto alquanto interessante grazie alla sua buona qualità e accuratezza. Il sound del disco è chiaramente influenzato da band come i Pain of Salvation (ispiratori principali del gruppo), e Fates Warning, ma a tratti si può sentire anche qualche vaga influenza degli Anathema. Il lavoro dei membri del gruppo è decisamente interessante, e nonostante le prestazioni siano prive di eccessivi tecnicismi e virtuosismi riescono a risultare efficaci ed incisive, e le soluzioni semplici addottate sono più che azzecate e senza sbavature. Menzione particolare la meritano le tastiere, che sono il punto forte dell’album e riescono a dare un pregevole tocco alle canzoni del disco, creando atmosfere ricercate e capaci di deliziare le nostre orecchie. Le 11 traccie composte sono tutte molto malinconiche e impregnate di tristezza, caratterizzate da un andamento lento condito da riffs cadenzati che variano dal duro al melodico; infatti, diciamolo pure, in questo disco di metal c’è ne è ben poco. Dopo un solenne intro, i nostri svedesi partono con la buonissima Into The Great Nothing, soffusa da un alone mistico creato dalle tastiere, senza contare i bei riff di chitarra seguiti dalla buona interpretazione vocale di Stefan Zell: bella prova! Tristezza: è questo l’aggettivo adatto per rappresentare Poison Ivy, il cui inizio è dettato da una commistione di note malinconiche di chitarra acustica e di violino, su cui la voce di Zell ricama perfettamente; nel prosieguo ci sarà un aumento di tonalità da parte sua, per far esplodere la tristezza in disperazione. Your Favourite War presenta la miglior prestazione di Henriksson alle tastiere, che accompagnano più che bene la traccia, e presenta degli ottimi ed oscuri riffs che le danno un tocco più drammatico. The Embrace è una delle tracce più toccanti: tramite il bellissimo chorus di Zell e l’unione perfetta tra tastiere e chitarra acustica, che creano un sound dolce e commovente, senza trascurare il bellissimo assolo che concorre a confezionare uno dei brani migliori nel platter. In Pulse si sente chiaramente l’influenza degli Anathema, sia per struttura della traccia che per il sound delle tastiere. What Remains assomiglia leggermente a Poison Ivy, se non fosse per un movimento più lento e per un bellissimo pezzo di pianoforte unito alla solita bella e ed emozionate voce di Zell. Forse la traccia pecca di idee originali, ma è pur sempre un’altra ballad con i fiocchi. Echi di Dream Theater si sentono invece in In Memory (basta sentire l’attacco della tastiera), ma è certamente anche questa una delle migliori, grazie all’amalgama di tutti i componenti, che svolgono tutti un gran lavoro. Forse In The Quiet of Dawn potrebbe essere il punto debole del disco e anche un episodio meno riuscito, ma l’ultima parte del brano la salva in calcio d’angolo, con un notevole ingresso di chitarra che rompe la monotonia della traccia. La title-track è la traccia più complessa del disco ed è quella che presenta più cambi, ed anche quella con il ritornello più coinvolgente e con Mikael Zell (fratello di Stefan) che sciorina riffs di grande qualità, senza scordarci il buon lavoro di basso di Jansson. A chiudere ci pensa l'acustica A Beginning, con un sapore ambient costruito su suoni onirici ed evocativi.
Un signor disco non c’è che dire! Peccato solo che i richiami a tipi come Pain Of Salvation siano fin troppo marcati. Si tratta comunque di un’uscita sicuramente di grande interesse per chi ama le sonorità tipiche del prog svedese. E questi Wolverine potrebbero addirittura raccogliere alla grande l’eredità dei propri maestri, che forse hanno già concluso il loro ciclo.
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9
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Un gruppo di tutto rispetto che nel corso degli anni ha prodotto sempre buoni dischi. Il primo The Windows Purpose resta il mio preferito. Peccato non ci siano altre recensioni su questo sito |
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8
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Questo è un album eccezionale come il precedente still. Per chi ama un rpogressive con tinte malinconiche un must! Alzerei un bel pò il voto, ma condivdo "lo scritto" della recesnione. però capisco i paragoni con i pain , solo fino ad un certo punto. Sono molto meno "pazzi" e più canonici (ripsetto ai pos dei primi tre album) e ovviamente non paragonabili alla produzione recente. Giusto un pò la malinconia che si respira nelle tracce. Inoltre la band cmq ha anche lei una militanza notevole, sono quasi contemporanei dei pos, e hanno seguito un proprio percorso originale (nel primo album del 2001 c'erano anceh i growl!!) |
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7
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Gran bel disco veramente,uno dei migliori acquisti fatti. |
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5
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uno dei dischi dell'anno, concordo che l'unico punto debole è In The Quiet Of Dawn, piazzata li è eccessiavamente lunga e un pò noiosa, poi però si riprendono con la titletrack fantastica. Comunque gran disco ! |
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4
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un signor disco,hai detto bene e io che li seguo dal debutto dico ancor di più,un disco che cresce di molto con gli ascolti.Le influenze dei POS se le erano già scrollate con "Still",questo secondo me è un discone molto personale in cui prevale tristezza,maliinconia,vale molto più di 75,ti prende nel profondo dell'anima e ti trascina più lo ascolti,è un quasi capolavoro |
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3
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Che onore!!!! Ma i bicchieri devono essere riempiti a tutti! |
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2
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Eeeeeeeeeeeee festa!!! Stappamento bottiglia! Eugenio ricordati che la rece te l'ho caricata io... ricordatelo quando c'è da riempire i bicchieri... |
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1
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Recensione numero 6.000. Eugenio, che culo! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Downfall 02. Into The Great Nothing 03. Poison Ivy 04. Your Favourite War 05. Embrace 06. Pulse 07. What Remains 08. In Memory Of Me 09. In The Quiet Of Dawn 10. Communication Lost 11. A Beginning
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Line Up
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Thomas Jansson – Bass Marcus Losbjer – Drums Mikael Zell – Guitars Per Henriksson – Keyboards Stefan Zell – Vocals
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