|
11/05/24
NWOIBM FEST VOL VI
DISSESTO CULT, VIA DEL BARCO 7 - TIVOLI (RM)
|
|
Psycroptic - The Inherited Repression
|
( 2884 letture )
|
REPRESSIONE: (re-pres-sió-ne) - controllo, freno imposto a emozioni e/o affetti; processo con cui il soggetto allontana volontariamente dalla coscienza contenuti psichici non accettati.
Potremmo fermarci direttamente da dove siamo partiti, alla semplice definizione sopracitata per poter descrivere al meglio questa nuova opera targata Psycroptic. Tutto è già delineato all’interno di quelle poche parole, ma andiamo a vedere nel dettaglio.
CONTROLLO Migliaia di gruppi nel mondo sanno come padroneggiare gli strumenti per portare un suono pulito ed intricato allo stesso tempo, in pochi però hanno la capacità di donare groove, melodia e personalità ad una canzone, se non ad un intero album.
Nel caso dei fratelli Haley questa virtù è presente dal concepimento della loro creatura e sono proprio i nostri due australiani a dar vita ad un progetto immensamente sottovalutato come gli Psycroptic, che con il passare degli anni han affinato sempre di più tecnica, velocità e, fattore ancora più importante, personalità; si percepisce ad ogni nuova uscita del gruppo, bastano un paio di note per riconoscere un disco dei Psycroptic, e questo oggigiorno non è una cosa da poco.
Di acqua sotto i ponti ne è passata dal quel micidiale duo formato da The isle of Disenchantment e dal seguente The Scepter Of The Ancient, due album seminali, di una bellezza tanto unica e brillante da non esser mai più stati oggetto di rivisitazione o di un qualsivoglia misero auto-riferimento negli anni successivi dalla band stessa, un decisa presa di posizione che è andata maturando senza rimpianti e che si è accresciuta nel tempo, brano dopo brano.
Un punto zero era già strato segnato nel 2005 con l'ingresso in formazione di Jason Peppiatt, vocalist molto distante dall'impostazione dello storico Matthew Chalk, con la conseguente perdita, da parte dei Psycroptic di quella dinamicità oscura che li contraddistingueva all’interno del circuito brutal (perché di brutal tecnico si trattava) e portando la band a cambiare pelle con il passare degli anni. Si potrà mai dare la colpa di tutto questo mutamento al povero Peppiatt? La risposta è naturalmente no!
FRENO IMPOSTO A EMOZIONI E/O AFFETTI Il concetto di "freno" è affine a quello che gli Psycroptic sono oggi: una splendida realtà le cui potenzialità sono sotto gli occhi di tutti, le intuizioni geniali ancor di più, ma allo stesso tempo in cerca della direzione da prendere per diventare, finalmente, grandi.
The Inherited Repression, alla pari del precedente (ob)servant, è un disco di transizione, né più, né meno. Lo si capisce dall’intenzione, poco celata, di mettersi alla prova in un campo che sino a poco tempo prima da parte loro non era mai stato esplorato. Lo si intuisce dalla massiccia presenza di melodia e armonia all’interno dei riff portanti dei brani che vanno a comporre l’album, dalla volontà di Peppiatt di abbandonare il growl di pura matrice death dirigendosi verso un cantato più vicino al tipico urlato hardcore. È evidente tutto ciò dalla minor durata delle singole canzoni e dagli arrangiamenti, sempre più snelli e dritti al punto. La mutazione è ancor più marcata, e rimarcata, dal cambio del logo storico in favore di uno stampatello maiuscolo piuttosto anonimo (anche se il logo originale è presente su alcune versioni del disco e sui prodotti del merchandise) ed in fine, punto cruciale, è evidente come la Nuclear Blast abbia deciso di puntare su questi Tasmaniani per farne una "nuova" realtà mondiale.
Ognuno di questi aspetti, se preso singolarmente, non risulta così significativo ma una volta uniti tutti i puntini che formato la tavolozza appena descritta, si arriva alla conclusione che dovremo attendere ancora qualche anno per verificare la vera essenza che sta alla base degli odierni Psycroptic. Un piccolo passo avanti verso la definitiva dipartita dai lidi brutal per abbracciare sonorità moderne e "rivendibili" anche ai neofiti ed ai meno avvezzi al genere.
Questo nuovo album dei nostri non è un passo falso ma “solamente” quello che ci si doveva aspettare, niente che ci faccia gridare al capolavoro, niente che li elevi al di sopra di tutti, come dovrebbe essere da copione. Quando hai le capacità di creare riff come quelli presenti in questo platter e soprattutto la vocazione per diventare uno dei gruppi migliori in circolazione, logico aspettarsi il grande passo, ma così non è stato. Non rimane nulla alla fine che un buon disco di death tecnico, partorito da una band superlativa con dei freni emotivi dati dalla paura di buttare al vento la propria grande occasione.
Se siete dei fans del gruppo da Symbols Of Failure aggiungete pure 10/15 punti al voto finale, altrimenti, per chi vive ancora dei fasti dei primi due dischi, la dura verità è che questa è tutta un'altra band. Un disco senza infamia e senza lode, creato da repressi musicisti in cerca di maturazione (e fama?).
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
Concordo perfettamente con la rece!Non sarà tutta colpa di Jason,ma Matthew alla voce era tutta un altra storia,ed ecco che per me The Sceptre è il loro assoluto capolavoro!Questo è un buon disco,ma di un altra band!70. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Ottimo Album... non mi hanno deluso affatto...!!!! |
|
|
|
|
|
|
|
|
5
|
Billo, certo, loro sicuramente si rifanno al tuo amato reverendo....questo disco non l'ho sentito, ma i primi 2 mi erano piaciuti, poi visti live insieme ai Deicide, cioè a quella pagliacciata che ancora chiamano Deicide, devo dire che quella volta là erano stati nettamente superiori agli headliners. |
|
|
|
|
|
|
4
|
La cover del disco, mi ricorda Manson ai tempi di Antichrist era sua abitudine mascherarsi con tubi e maschere da gas ecc... the angel with scabs wings... |
|
|
|
|
|
|
3
|
grazie ragazzi.... ad ogni modo.. vediamola così son in uno stato di evoluzione .-) mannaggia ai tasmaniani |
|
|
|
|
|
|
2
|
Finalmente una recensione seria di questo disco. Penso che sia un album meno di transizione del precedente, diciamo al 90% del sound definitivo, quindi magari al prossimo avremo (e spero) il capolavoro. Comunque è musica di elevata qualità, gli incredibili fraseggi di J.Haley mi piacciono anche in questa nuovo sound più groovoso e senza esagerare, lo ritengo uno dei migliori chitarristi metal che abbia mai sentito. Comunque io li adoro semplicemente per il fatto che sono riusciti a crearsi, in un genere come il death metal una personalità. Riconoscere uno gruppo death metal tecnico dopo 2 note oggi è una cosa RARA. Quindi massimo rispetto per questi ragazzi. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Complimenti Andrea, ottima rece, di cui condivido tutto...è evidente che questi simpatici figuri abbiano optato per la ricerca del successo, certo che se la qualità rimanesse inalterata o addirittura crescesse cosa potrebbe venir fuori? SPERANZA PER IL FUTURO. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Carriers Of The Plague 2. Forward To Submission 3. Euphorinasia 4. The Throne Of Kings 5. Unmasking The Traitors 6. Become The Cult 7. From Scribe To Ashes 8. Deprivation 9. The Sleepers Have Awoken
|
|
Line Up
|
Jason Peppiatt - voce Joe Haley - chitarra Cameron Grant - basso David Haley - Batteria
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|