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02/05/24
SVEST FEST
NAMA BREWING, VIA ROGGIA VIGNOLA 3 –TREVIGLIO (BG)
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Traffic - The Low Spark of High Heeled Boys
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( 4971 letture )
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Continua il "secondo corso" dei Traffic i quali, dopo il precedente John Barleycorn Must Die danno alle stampe ad un solo anno di distanza The Low Spark of High Heeled Boys. Come il suo predecessore anche questo disco mischia sonorità jazz al folk, insieme ovviamente al rock e non solo. Forse proprio l'uscita ravvicinata all'album appena citato è una delle cause per cui questo platter risulta inferiore e meno ispirato dell'altro (anche se va detto che certi ritmi produttivi non erano così inusuali un tempo); comunque sia appare abbastanza evidente che, nonostante non si possa certamente definire brutto, The Low Spark of High Heeled Boys non raggiunge i livelli di John Barleycorn Must Die.
La partenza è ottima: le danze vengono aperte dalle dolci note di un flauto ricamate sugli arpeggi di una chitarra acustica e Hidden Treasure trasmette la sua magia attraverso le parole di Steve Winwood; si tratta di un pezzo folk di grande fascino, che idealmente ci immerge nella natura portando alla memoria immagini di antichissimi boschi solcati da limpidi ruscelli: grande inizio. La title track è il brano più noto -e lungo, con i suoi oltre 11 minuti- del disco: dopo un placido avvio in fade-in, dal quale emerge un sax accompagnato dal pianoforte, il pezzo in questione viene improvvisamente scosso da ritmi più accesi che donano una certa verve per poi svilupparsi in un finale strumentale jammato in crescendo che dà il giusto spazio allo stesso Chris Wood coadiuvato dall'organo e dall'immancabile piano. All'ottima ugola di Capaldi è affidata l'interpretazione delle prossime due canzoni, la vivace e "spensierata" Light Up or Leave Me Alone (che con il suo drumming e i wah-wah delle chitarre è il brano più rock-oriented dell'intero platter) e Rock 'n' Roll Stew, anch'essa abbastanza "dura" ma dal ritmo più cadenzato e caratterizzata dal riverbero applicato alla voce, un effetto che dona un fascino particolare a questa bella song. Di nuovo atmosfere leggere e rilassate per Many a Mile to Freedom e stessa cosa per Rainmaker : in entrambe il flauto magico di Wood fa sognare ad occhi aperti e il coro dell'ultima traccia fa il resto, anche se nel finale forse si vuole mettere un po' troppa carne al fuoco allungando troppo un pezzo che tutto sommato avrebbe potuto concludersi nei primi 4 minuti, anziché superare i 7, ma tant'è... i Traffic sono anche questi.
The Low Spark of High Heeled Boys non risulta molto immediato e coinvolgente: si presenta benissimo ma poi cala un po' alla distanza, denotando qualche episodio e alcuni passaggi leggermente sottotono, cosa che però non ne fa un brutto lavoro, anzi. Si tratta di uno di quegli album che crescono ascolto dopo ascolto e in alcuni casi hanno bisogno di tempo per essere apprezzati appieno: comunque, al di là di alcuni piccoli difetti, si tratta senz'altro di un disco piacevole, anche se i capolavori della band sono altri.
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6
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A me è sempre piaciuto molto. Non sono musicista e non riesco a cogliere le differenze con il più blasonato John Bareleycorn, ma lo ascolto da quasi 50 anni e non mi ha ancora stancato. E\' originale e coinvolgente, con ritmi che si susseguono incessanti crea una atmosfera unica, anche rispetto ad altre band. Davvero in alcuni passaggi lo preferisco a quello già citato. Mi semnbrano molto ispirati ed in gran forma, molto coordinati ed efficaci.
voto 90 |
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5
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A mio avviso, questo album sarebbe stato un capolavoro al pari di John Barleycorn se al posto di brani molto scolastici e poco ispirati come Light Up or Leave Me Alone (Capaldi) e Rock 'n' Roll Stew (Gordon -Grech) ci fossero state composizioni di Winwood. In effetti i suddetti rendono disomogeneo il lavoro, che tuttavia comprende perle come Hidden Treasure e Rainmaker (versante folk dei Traffic), la lunghissima title track (jazz-blues winwoodiano) e Many a Mile to Freedom (coinvolgente ballata melodica). L'album, comunque, pur non raggiungendo le vette del citato John Barleycorn o di Mr. Fantasy risulta tra i migliori lavori dei Traffic. Voto : 85 |
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4
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ah che bello mi piace mi piace suoni puliti grande band belle canzoni
grande voce lo ascoltavo l'altro giorno e era una goduria
quando uscì fu un po sottovalutato...forse non so se ricordo bene...uscì dopo John Barleycorn......
da vere voto 90 |
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3
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Noo...non ci posso credere... 2 commenti e 5 voti solo??? la band è grande e questo LP è moolto significativo,moolto contagioso,moolto accattivante. I cinque si impegnano con lo stesso entusiasmo di Barleycorn. Garantisco. Sono sempre loro...Se non lo avete ascoltato, fatelo e non vi pentirete. Io forse l'ho conosciuto prima del capolavoro,sia per l'overbooking di successi delle tante formazioni che hanno fatto la storia,sia perchè servono mesi per dare i voti ai dischi,fare le graduatorie, etc,etc... Ora,a bocce ferme,sembra tutto facile,ma quando sei nel vortice del vortice, con rare notizie che filtrano da UNA rivista di musica ,da UNA trasmissione radiofonica,da UNA trasmissione televisiva e che spesso trattano più di musica italiana o pop o blues e solo di rado di BIG del genere dei Traffic... è tutto un'altra storia. Noi eravamo una minoranza ad apprezzare questi big, ci passavamo le notizie durante le lezioni,ci scambiavamo gli LP, facevamo i commenti al telefono, inseguiti dal duplex,mentre il lato A finiva e il braccio si stoppava...Grazie anche ai Traffic . Io voto 84 |
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2
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Questo è stato il mio primo disco dei Traffic ed è stato amore fin dalle primissime note di Hidden Treasure. Album perfetto e band da tramandare ai posteri. |
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1
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Le ultime tre righe della recensione spiegano tutto: questo è un disco valido, ma necessita di molteplici ascolti per essere compiutamente compreso. Ne uscissero di album così oggi!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hidden Treasure 2. The Low Spark of High Heeled Boys 3. Light Up or Leave Me Alone 4. Rock 'n' Roll Stew 5. Many a Mile to Freedom 6. Rainmaker
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Line Up
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Steve Winwood (Voce, Chitarra, Piano, Organo) Chris Wood (Sax, Flauto) Jim Capaldi (Percussioni, Voce, Cori) Ric Grech (Basso, Violino) Jim Gordon (Batteria) Rebop Kwaku Baah (Percussioni) Mike Kellie (Batteria su traccia 6)
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RECENSIONI |
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