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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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IRON BUTTERFLY - Jailbreak Live Club, Roma, 16/02/2012
19/02/2012 (4740 letture)
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Dopo due anni tornano al Jailbreak Live Club di Roma gli statunitensi Iron Butterfly, a proporre ancora del genuino rock psichedelico targato fine anni sessanta/inizio anni settanta. Il loro successo, sarebbe quasi superfluo dirlo, lo si deve ad una delle suite più famose, contraddistinta dall’ossessivo riff portante tra i più conosciuti della storia del rock: parliamo naturalmente di In-A-Gadda-Da-Vida (sta per In A Garden Of Heaven, parole pronunciate dal primo cantante e tastierista Doug Hingle quando assumeva stupefacenti ai concerti) contenuta nell’omonimo disco del 1968. La sera del decorso 16 febbraio, tutti i presenti nel piccolo ma grazioso locale capitolino erano lì unicamente per ascoltare questa perla immortale e la band non ha di certo deluso le aspettative. Poco prima dell’inizio dello show ho avuto modo di salutare il cantante de Le Orme, Jimmy Spitaleri, venuto anche lui a vedere gli Iron Butterfly all’opera.
La serata è stata aperta dai romani Ushas, un quartetto formato dal valido Filippo Lunardo alla chitarra, Giorgio Lorito alla voce, Guido Prandi al basso e Diego Divizia alle pelli (che ha recentemente sostituito Stefano Rossi, peraltro presente all’esibizione della sua ex band e calorosamente salutato dalla stessa). Quarantacinque minuti di arcigno hard rock settantiano, influenzato da formazioni storiche quali Grand Funk Railroad, Led Zeppelin e Deep Purple. Mi è piaciuta molto, oltre al modo di suonare pulito del capelluto Lunardo, l’ottima prova del singer, dotato di movenze che mi hanno richiamato alla memoria quelle del grande Ian Gillan. Da evidenziare le liriche in italiano e il piacevole siparietto durante l’esecuzione del brano Caramelle: una ragazza vestita da hippy dapprima ha dato una caramella a ciascun componente del gruppo e poi è scesa tra il pubblico facendo altrettanto. Tra i pezzi che mi sono rimasti impressi, Io Non Sono Qui, Sangue, Desperados e la splendida conclusiva Maledetta Notte.
Verso le undici -nel frattempo il locale si è riempito del tutto- sono saliti sul palco i mitici Iron Butterfly! Della formazione originaria sono rimasti il batterista Ron Bushy, arzillo vecchietto sessantesettenne davvero in splendida forma, soprattutto durante l’esecuzione del lungo assolo di batteria in In-A-Gadda-Da-Vida, ed il carismatico bassista Lee Dorman (70 anni quest’anno!) che, purtroppo per lui, è talmente malmesso da far pronunciare alla simpatica collega Selenia "Stjärna" Marinelli, con la quale ho assistito al concerto unitamente al fido fotografo Simone Ferri "Blackout", l’ironica frase Sembra di stare in ospedale al reparto geriatria!. In effetti, Dorman è stato accompagnato a fatica sul palco da un ragazzo e si è seduto su di uno sgabello sul quale è rimasto per tutta la durata dello spettacolo; in ogni modo, vi assicuro che il buon Lee, nonostante i suoi palesi problemi fisici, ha suonato e cantato con grande determinazione, introducendo i vari brani con lunghi monologhi (non conoscendo bene l’inglese ho sfruttato il buon "Blackout" per le conseguenti traduzioni, stressandolo da morire). Nulla da eccepire sulle prestazioni alla sei corde di Charlie Marinkovich che, oltre a farsi cortesemente una foto con me al termine della performance, mi ha gentilmente dato la setlist che potete ammirare. Ad un certo punto è sceso dal palco ed ha suonato in mezzo a noi tra il tripudio di tutti. Il marchio di fabbrica del sound degli Iron Butterfly è stato sempre contraddistinto dalle tastiere e Martin Gerschwitz ha ammaliato con le sue note psichedeliche, che hanno fatto viaggiare il pubblico in altre dimensioni. La strumentale Iron Butterfly Theme, seguita da Unconscious Power -entrambe tratte dallo storico debut album Heavy-, ha catapultato indietro nel tempo gli attempati come me presenti allo show, grazie alla sua atmosfera lisergica tipicamente sessantottiana. I rimanenti pezzi eseguiti sono stati eccezionali in particolare la travolgente Easy Rider e la blueseggiante Butterfly Bleau, cantata da Marinkovich . I quasi venti minuti dell’attesissima In-A-Gadda-Da-Vida hanno chiuso un’ora e mezza di musica direttamente proveniente dal passato glorioso della musica rock. Non c’è stato il bis (doveva essere eseguita, secondo la scaletta prevista, Are You Happy?) molto probabilmente perché Dorman era troppo affaticato. E’ stato preannunciato un nuovo full lenght degli Iron Butterfly dopo tantissimi anni: speriamo solo sia di adeguato livello, non aggiungo altro. Un ringraziamento per la consueta disponibilità ed ausilio da parte degli organizzatori del concerto Paolo Carnelli e Dante Colavecchi, se lo meritano davvero! Alla prossima ragazzi!
Sono tornato a casa un po’ brillo per le numerose birre bevute cantando a squarciagola ed imitando irriverentemente Gerschwitz:
In a gadda da vida, baby
In a gadda da vida, honey
Don't you know that I'm lovin' you….
…che serate che ti regala il rock!
SETLIST USHAS
Intro
Fuorilegge
Verso est
Io Non Sono Qui
La Via Della Seta
Caramelle
Annuncia Diego
Sangue
Desperados
Maledetta Notte
SETLIST IRON BUTTERFLY:
Iron Butterfly Theme
Unconscious Power
In The Time Of Your Lives
Stone Believer
Flowers And Beads
Easy Rider
Butterfly Bleu
In-A-Gadda-Da-Vida
Tutte le foto, eccetto quelle segnate, a cura di Selenia Marinelli 'Stjärna'
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5
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@ Giovanni Loria: effettivamente avrei dovuto dire che della formazione originaria è rimasto il solo batterista essendo Jerry Penrod il bassista di Heavy; ritengo tuttavia che Doorman sia stato talmente importante nella carriera degli Iron che possa andare bene anche così come ho scritto. Corretto l'errore sul nome del chitarrista sia sul testo che sulla foto grazie della segnalazione si è trattato di un refuso. Infine l'assolo di batteria l'ho trovato esaltante sempre in considerazione dell'età di Ron Bushy; può essere che nel 2010 Ray Weston l'abbia eseguito meglio, ma non c'ero e non posso giudicare. Ciao e continua a seguirci. |
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4
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Visti ad Ottobre 2010, sempre al Jailbreak... Che dire, un'esperienza davvero unica ed irripetibile! |
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3
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ciao, in realtà Martin Gerschwitz è il tastierista, il nome del chitarrista è Charlie Marinkovich. invece Lee Dorman, pur essendo sicuramente il bassista 'storico' della formazione, non è però un membro originale (sul primo 'Heavy' infatti non è lui a suonare). confermo per il resto le tue impressioni su un concerto discreto, in chiave hard rock con evidenti richiami a Vanilla Fudge e primi Uriah Heep. l'unica pecca è che l'esibizione (a parte il mancato bis) è stata in tutto e per tutto IDENTICA a quella dell'ottobre 2010, sempre al Jailbreak, compresi i discorsi introduttivi di Dorman prima di ogni brano... insomma rispetto alla volta precedente è mancato l'effetto sorpresa. nonostante i problemi fisici, Dorman ha comunque suonato bene, mentre mi è apparso molto legnoso il batterista (nel 2010, invece di Bushy si esibì dietro le pelli l'inglese Ray Weston, ex-Wishbone Ash). ciao, Giovanni |
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noi non sapevamo della data...sennò chi se li perdeva gli iron butterfly?????  |
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Inossidabile Fabio come sempre!! Ottimo report, e occhio con le birre che c'hai na certa età!!! XD |
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