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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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BUNKER 66 + BARBARIAN + DEMONOMANCY - Closer Club, Roma, 30/11/2012
06/12/2012 (3076 letture)
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Una volta il venerdì romano era scandito dalle serate organizzate da Metal Massacre, che si svolgevano presso il rimpianto Jailbreak; da qualche tempo a questa parte, sembra che l’abitudinarietà della crew romana che si ciba di metal si sia trapiantata al Closer di via Vacuna. In linea d’area la zona è sempre la stessa, rispetto alla precedente ed affezionata location, il nome della serata è cambiato ed ora è la Death To The Human Race Night a marchiare e scandire il ritmo dei fine settimana. Ma gli ingredienti ed i protagonisti sono sempre gli stessi, così ci ritroviamo nel familiare ambiente del Closer, dove abbiamo creato il nostro nuovo habitat, per assistere ad una serata all’insegna del thrash/black: a ronzarci nelle orecchie ci saranno i romani Demonomancy, i fiorentini Barbarian ed i messinesi Bunker 66, di passaggio qui a Roma in occasione del loro minitour Desacrating Holy Stages.
Molte aspettative sono circolate attorno a questo evento, in quanto il genere proposto e la qualità tecnica delle band hanno inevitabilmente sortito un certo magnetismo tra il pubblico che questa sera popola il locale. Arrivando, le previsioni vengono confermate dai folti gruppi di top-metalheads (i metallari con le toppe) che si riversano nella parte antistante l’ingresso del Closer, facendo pregustare un’affluenza interna davvero copiosa.
Si comincia in sordina con i Demonomancy: la sala si tinge di rosso ed il gruppo calca il palco in silenzio, voltandoci inizialmente le spalle. Corpose catene aggrovigliate attorno al busto, borchie appuntite, croci al contrario e facepainting: gli orpelli che ci riconducono al campo semantico del black metal ci sono tutti. L’ostentare una certa attitudine war black fa maturare un immediato paragone con i canadesi Blasphemy, a cui leggenda vuole si debba la nascita di questo sottogenere musicale. La voce è callosa e riverberata ed i ritmi sono fortemente sporcati dalle influenze death metal, tanto che certe cadenze di chitarra, seppur rimaneggiate in chiave black metal col tipico sound zanzaroso, sono di lampante derivazione death. I pezzi vengono eseguiti senza interruzioni o superflue presentazioni: è solo la musica a parlare. Timidi applausi smorzano il silenzio che regna nei momenti di brevissima pausa tra un brano e l’altro, fiochi, quasi a non voler interrompere una certa (dis)sacralità che si è insinuata nell’ambiente. Il live scorre rapidamente e, come fossimo in una discesa infernale, con gli occhi ancora tinti di rosso per le luci presenti in sala, ci rendiamo conto di essere giunti al termine di questa prima performance.
Cambiamo completamente stilemi quando a salire sul palco sono i Barbarian. La resa scenica è decisamente più scarna: look sobrio e pezzi tiratissimi che rimandano a band culto come i primi Celtic Frost, quando sul finire degli anni ’80 fecero impazzire schiere di metallari dai capelli cotonati con la loro commistione di thrash metal, death metal ed hardcore punk. Echi della loro grandezza giungono anche fino ad oggi, tanto che da questo momento in poi ci si sentirà in qualche modo proiettati in quegli anni d’oro che noi, a malincuore, non abbiamo potuto respirare e che siamo costretti a rivivere attraverso le immagini ed i video dei live che ci sono stati trasmessi. Celic Frost, dunque, ma anche Hellhammer a fare da guida durante la sporca esibizione dei Barbarian. Tra i brani presenti in scaletta, oltre a figurare estratti dal loro omonimo full lenght di debutto, compaiono le track che sono contenute all’interno dello split che la band ha prodotto di recente proprio con i Bunker 66 e dal cui artwork trae ispirazione la locandina di questo concerto. Non è la prima volta che i Barbarian si esibiscono qui a Roma, per cui il pubblico sa perfettamente cosa aspettarsi, reagendo in maniera molto più calda e partecipativa rispetto ad inizio serata. Personalmente è la prima volta che ho modo di vederli live, anche se tra le fila della band ci sono volti noti come il batterista Lore, che ho già avuto occasione di apprezzare (purtroppo non ancora in sede live) con i blacksters Noia, altro fiore all’occhiello di questo nostro sottobosco. L’esibizione procede con tutti gli “Ahu!” e gli “Uh!” del caso, che più che semplici onomatopee assurgono a dei veri e propri obblighi morali in un genere musicale come questo. I Barbarian, tra gli altri, propongono The Hammer And The Anvil, che è anche il brano con cui li ho conosciuti, in quanto scelto qualche mese fa da un certo Fenriz (Darkthrone, vi dicono nulla?) nell’ambito della sua The Band Of The Week -di cui sono assidua seguace-, proprio perché è impossibile resistere al loro sound... e, se lo dice lui, dovete crederci a prescindere.
SETLIST BARBARIAN Useless Breed Inhale The Dead The Hammer And the Anvil Godless, Amoral & Proud Wrath From Down Below Total Metal Human Pest We Are The Profane
L’impronta di marciume e l’attitudine generale alla F.O.A.D. (Fuck Off And Die) prosegue anche con l’ingresso dei Bunker 66. Anche qui troviamo volti noti, che hanno militato o militano tutt’ora nei deathsters Traumagain, ed anche questa band è accomunata ai predecessori per il fatto di essere stata scelta da Fenriz tra le migliori bands del panorama attuale, con la loro Blasphemous Ignorance. A testimonianza che abbiamo valide proposte anche qui in Italia, in barba a tutti gli esterofili pronti a sputare nel piatto che hanno a tavola. La sensazione che percepiamo durante il live è proprio di rozzezza ed "ignoranza": ritmi thrashosi, quel perenne tupa-tupa (or die) che ti fa scuotere la testa quasi fosse l’unica cosa giusta da fare in quel momento. Il pubblico si scalderà molto durante il live dei Bunker 66 e l’approccio nei confronti del par terre è molto caldo e diametralmente opposto alla granitica presenza degli opener della serata. Fa piacere notare come intorno ci sia gente che conosca i pezzi e che li canticchi con i pugni alzati: il groove emanato da brani come Walpurgisnacht, con il suo straziante assolo di chitarra, testimonia come l’EP d’esordio Out Of The Bunker resti tra i lavori più riusciti del combo messinese. Non mancano anche brani estratti dall’ultimo full lenght Inferno Interceptors, uscito solo ad ottobre scorso, e che si prefigura come ennesimo ottimo lavoro dei Venom nostrani, tra cui spicca in particolare Overnight Sacrifice, in cui possiamo apprezzare la presenza di venature più heavy metal. A conclusione di un’impeccabile e coinvolgente scaletta, ecco giungere la celebre Outbreak Of Evil, cover del trio tedesco dei Sodom, che porta in vetta i già altissimi standard dell’esibizione.
Avremmo voluto che questa serata non finisse mai, in un certo senso è servita da tributo a grandi nomi del passato, a ricordarci cosa vuol dire suonare (ed ascoltare) musica genuina. Vedere il locale così pieno dà la dimensione di come spesso tra i metalheads di oggi ci sia la ricerca di suoni meno artefatti, dove sia la sporcizia a regnare sovrana. In effetti sono serate come questa a registrare il pienone di presenze, perché in fondo è proprio la semplicità e l’immediatezza di questo genere a calamitarci, perché abbatte il confine tra pubblico e palco e ci rende un po’ tutti protagonisti, a nostro modo, insieme alle band.
SETLIST BUNKER 66 The Escape Blasphemous Ignorance Walpurgisnacht Overnight Sacrifice A Can Of Zyklon, Please T.’N’T. Storm Of The Usurper Still They Lurk (The Shadows Of War) Chubby Love Metal Redentor Radioactive Bath Outbreak Of Evil
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@andrea: lo spero anche io per te, sono due band assolutamente da non perdere.. ti divertiresti un sacco!  |
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spero che bunker e barbarian vengano presto anche su da me in friuli! |
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Bella serata ! Concordo con te nel dire che oggi si preferisce sempre di più il brano "semplice" e immediato , che sia di facile presa a chi ascolta. |
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