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05/12/24
EMBRACE OF SOULS + DERDIAN + BERIEDIR
DRUSO, VIA ANTONIO LOCATELLI 17 - RANICA (BG)
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SATURNUS + DOOMRAISER + THE FORESHADOWING + SHORE OF NULL + (ECHO) - Circolo Colony, Brescia, 11/01/2014
15/01/2014 (3938 letture)
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Mi si presenta una serata allegra, doom a iosa, non sono molto affine a questo genere, lo ascolto con cautela e attenzione. Ha bisogno di trovare i momenti giusti e le sintonie con corpo e mente. Mi ero preparato psicologicamente e alla fine tutte le mie paure sono svanite in un attimo: una serata splendida, che non mi aspettavo. L'Italia deve essere orgogliosa di gruppi come Doomraiser e The Foreshadowing, già conosciuti ai più e ancora in fase di crescita. Ancora di più bisogna apprezzare gli sforzi di entità ancora più piccole quali Shores Of Null ed (Echo); la prima appena scritturata dalla Candlelight, merita attenzioni, la seconda invece ha il vento in poppa. Bravi davvero. Tutto questo d'ombrello per loro, i danesi Saturnus. Non vi racconto nulla però. Andiamo per ordine, seguitemi.
(ECHO) Arrivo mentre stanno suonando la seconda traccia delle quattro a loro disposizione, peccato perché questi ragazzi sono bravi e le canzoni parlano da sé. Le atmosfere sono in contrasto tra loro, leggere ed arcigne riescono perfettamente a bilanciare la riuscita di ogni singolo passaggio. Anche se il tempo a loro disposizione non è tantissimo, perché siamo intorno alla mezz'ora, il pubblico apprezza e, man mano che il locale si va a riempire, c'è già voglia di doom. Un ottimo antipasto. Il cantato leggero, malinconico e rabbioso riesce a fornire ottimi spunti e i musicisti sono compenti. Sono solo i volumi leggermente impastati che lasciano a volte percepire poco distintamente le note, ma non è un problema grave. Ottima la conclusiva Gone che merita la menzione d'onore. Da rivedere e riascoltare in stereo, consigliati.
SHORE OF NULL Come già scritto, sono appena andati sotto contratto con la Candlelight Records, non la prima che passa e un motivo ovviamente ci sarà, teoricamente. Oserei dire anche in pratica, perché questa giovane band ha tutte le carte in regola per poter regalarci un disco valido, non appena verrà rilasciato. Pregevole il cantato di Davide che, grezzo e roco, offre alcune sfumature goth grazie al doppio vocalizzo, che rendono le canzoni più dinamiche e interessanti. Anche se il suono è ovattato, da quello che capisco è tutto voluto, quindi nulla di male, si riesce perfettamente a percepire l'intento. Le sonorità non sono allegre, ovviamente, ma lasciano intravedere una luce in fondo al tunnel, quella che serve per potersi aggrappare alla salvezza ambita. Il pubblico apprezza e si incominciano a vedere alcuni sporadici headbanging, sarà l'inizio della serata, ma sicuramente questo è il piede giusto. Null'altro da aggiungere sui quaranta minuti più o meno di esecuzione che offrono una valida attesa per il prossimo futuro. Bravi ragazzi!
THE FORESHADOWING Questa volta ci sono riuscito, finalmente li ho visti dopo anni di mancati appuntamenti e promesse che mi ero fatto. Si vede già che molta gente è li per loro, in fin dei conti non c'è nulla di male perché se lo meritano e il pubblico apprezza; lungo tutta la durata del concerto c'è stata una costante ovazione e si vedeva proprio che le canzoni le si conoscevano, ritornelli e cori intonati a menadito dai ragazzi e alcuni momenti di pura emozione. Tra classici e nuovi brani tratti da Second World, come Havoc e la titletrack, di carne al fuoco se ne è sentita molto. Il cantato di Marco è cupo e profondo, ottimo sotto tutti gli aspetti, è riuscito a fornire la giusta percezione di ciò che dovrebbero essere le tematiche trattate. Gli stacchi di tastiera, gli intermezzi pathos che vengono presi e riproposti lungo la scaletta sono la ciliegina sulla torta, mi dispiace quasi vedere, preferirei avere una benda davanti agli occhi per poter solamente sentire e lasciarmi trasportare lungo i mondi paralleli che vengono raccontati passaggio dopo passaggio, ottimo motivo per cui mi sono preso il disco originale. I suoni perfetti in questo caso, potenti e limpidi come poco spesso accade. Non c'è molto da aggiungere di più un concerto di tre quarti d'ora splendido e un'ennesima conferma che in Italia di buona musica, se messa a disposizione, ne abbiamo a volontà. Consigliati anche a chi non è prettamente amante del doom/gothic.
DOOMRAISER Questi sono nati in un'epoca sbagliata, hanno quarant'anni di ritardo ma per fortuna riescono farci tornare in mente quell'epoca d'oro dove si scrivevano canzoni con la grinta vera, la passione e la volontà di distruggere tutto. Il doom, anche se te l'aspetti sempre cupo e lento, offre realtà che spesso ti fanno andare fuori dai soliti preconcetti. Mentre li ascolto mi immagino in sella ad una Harley Davidson lungo la Route 66 a sorseggiare rum dalla fiaschetta in ottone patinato. Sento il profumo della strada mentre la lontano una figura con un mantello mi aspetta per indicarmi la direzione della morte, che verso fa la morte? Sicuramente potrebbe prendere sembianze della musica dei Doomraiser, moog compreso, il quale zitto zitto prende importanza dando venature chiaroscure alle tracce. La presentazione di Nicola su entrambi i versanti è ottimale, riuscendo ad inneggiare all'headbanging l'intero reparto audience. Il palco é messo a ferro e fuoco, anche se sarebbe meglio dire a falce e abissi, dà quasi l'impressione di essere in difficoltà a reggerli tanta è la carica che buttano questi romani. Solo in alcuni momenti i suoni grattano sulle chitarre ma poca storia, qui c'è classe e le tinte sono nere pece. La set list che offrono si divincola tra mezzi tempi e sfuriate , anche se in sede live, musica come questa non è consigliabile, poiché il vinile sarà sempre la dimensione perfetta, non c'è modo di lamentarsi. Per quanto mi riguarda non vedo l'ora di poterli riascoltare. Doom on!
SATURNUS Ma quant'è bello Saturn In Ascension? Non vedevo l'ora di poterlo assaporare in sede live e tac, ecco fatto. Dodici canzoni proposte dai danesi che prendono a tutto e per tutto la loro centellinata ma sapientemente ragionata carriera. Come già detto non sono un cultore del doom, non per questo però non apprezzo e non mi lasciano di stucco certi arrangiamenti scelti e proposti da band di tale genere; i Saturnus sono semplici ed efficaci, minuziosi e accurati nelle loro musiche. Non hanno bisogno di molti fronzoli e copertine, di vestiti succinti o pannelli decorativi che servono solamente come prendi polvere. Litany of Rain apre le danze e mette subito in chiaro le cose, non ci sono soli estivi, canzoni da ritornello cantate a squarciagola lungo l'autostrada. Qui c'è zolfo, cenere e decadentismo uniti per dar vita ad un collage caleidoscopico di visoni interiori, il pubblico lo sa e non proferisce parola, zitti e muti lungo le suite da oltre dieci minuti, applaudono e ringraziano ad ogni pausa. Gente che registra per immortalare questa serata, altre che piangono realmente e saltano di gioia a vederli sul palco. Queste sono esperienze che ogni musicista non vede l'ora di poter raccontare, con cui rapportarsi e donare a loro, ciò che tu prima o poi sei costretto a far uscire per non implodere . Un dietro l'altra, per quasi due ore di concerto I Love Thee, Inflme Thy heart, Forest Of Insomnia prendono vita per lasciarsi vivere. Dietro tutta questa agonia, dietro le pelli che parlano di cupe vertigini, dietro ogni parola c'è amore. Non si può non percepire e questo è palese perché nel guardare gli occhi di Thomas è percepibile questo amore, questa malinconia ed è impossibile non lasciarsi trasportare regalandosi attimi di sofferenza, di riflessione per pensare un po' a quella che a volte, spesso e volentieri, ti gira le spalle, la vita. Ovvio, non tutto è perfetto, ci sono stati diversi cambi di settaggi lungo il corso del concerto ma cose breve e di poca importanza. Subito dopo la fine di Murky Waters, invece che intraprendere il cammino verso la conclusiva Christ Goodbye (vedasi scaletta in foto), c'è spazio per la benvoluta Pretend, intonata a memoria dai presenti e che lascia ancora di più soddisfatti. Alla fine, verso le 2.30 di notte in silenzio si va a casa, con qualcosa in più da raccontare e qualche memoria di tinta differente.
DOOM ON E anche questa serata è andata, dissolta in un gennaio del nuovo anno. Concerti come questo non fanno rumore, non lasciano molte parole da aggiungere, brutto da dire ma tutto quello che ho scritto non è paragonabile all'esperienza di essere li, a pochi passi dalla band con il volume che ti sfonda le orecchie. Nel complesso non c'è nulla da obiettare, un buonissimo servizio di merchandising, un'atmosfera semplice ed accogliente e 6 ore di musica. Il prezzo più che ragionevole, perché 15 € non sono molti se rapportati all'esperienza vissuta. Che dirvi ragazzi se non DOOM ON!
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8
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E’ stata lunga l’attesa per i Saturnus, anche se i gruppi che si sono esibiti prima di loro non ci hanno fatto annoiare, anzi, in qualche caso… proprio una bella scoperta!! Ma la mia attenzione era tutta per loro, Thomas & C.☺ Impagabile ascoltarli dal vivo e difficile salutarli dopo Christ Goodbye ☹ ☹ |
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7
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concerto mitico!!!!!!!! ottime band ...w il doom di casa nostra |
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6
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@red rainbow... condivido ogni tua parola... chapeau... e si cmq era detto in tono leggero e spiritoso. sui 40 di ritardo. certe attitudini sono da rispettare e in certi casi prendere ad esempio |
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5
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Concerto mozzafiato, mi sono davvero commosso sul finale. |
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4
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i doomraiser meriterebbero i palchi di tutto il mondo |
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3
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Ho trascorso l'intero pomeriggio/serata a stretto contatto con Saturnus e Doomraiser! Persone stupende e musicisti da paura! |
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2
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Molto più di un semplice concerto, una sorta di esperienza mistica collettiva per gli amanti del doom in tutte le sue sfaccettature, dalla scuola antica dei Doomraiser (perfetta definizione, Andrea, sul loro essere nati con quarant'anni di ritardo, in senso buono, bien sur... ), a quello che ormai possiamo considerare un "marchio italico" di spessore internazionale come i Foreshadowing, fino agli (EchO), che non conoscevo e che ho "premiato" con la palma di grande sorpresa della serata (splendido il lavoro di piano & tastiere ad accompagnare una sezione ritmica di grande impatto e su tutto una splendida voce a spaziare sull'intera tavolozza tra il clean e il growl). E poi, ovviamente, LORO, i Maestri Supremi calati dalla terra di Amleto con la massima disponibilità al contatto anche umano coi fans (vedere Thomas mollemente adagiato su un divanetto per ore sempre pronto a uno scambio di battute con chiunque si fermasse da lui è la vera immagine della serata ), prima di scatenare sul palco il loro universo di nebbie e oscurità.... Scaletta quasi impeccabile, anche se ovviamente le quasi due ore non potevano bastare ad accontentare tutti i desideri di chi li ha aspettati per anni (io per esempio avrei fatto carte false per avere in più Between e Starres, ma dopo l'assolo di Rune in Forest of Insomnia ho capito di aver già ricevuto "IL" regalo). Per chiudere, due note di merito (all'organizzazione e al locale, davvero impeccabili) e una di sconforto, 150 spettatori per sei ore di grande musica oltretutto a un prezzo assolutamente "civile" mi fanno disperare sul futuro del pentagramma in questo Paese, ormai evidentemente nelle mani di chi spende 45 euro per vedere Violetta nei palazzetti... |
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1
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il mio primo concerto. stupendo, non posso commentare in altro modo. |
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