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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Saturnus - Saturn in Ascension
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( 8057 letture )
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Ci sono mancati. Eccome se ci sono mancati.
Tra le centinaia di lavori fotocopia che escono ogni anno, e tra la moltitudine di personaggi che continuano imperterriti a scimmiottare i My Dying Bride, i danesi Saturnus si sono sempre distinti. Sei lunghi anni sono trascorsi dall’apprezzatissimo Veronika Decides to Die; i nostri hanno centellinato con sapienza, nel corso di una carriera ormai ultraventennale, le proprie uscite discografiche, rilasciando solamente tre full-lenght e un Ep prima di questo Saturn in Ascension.
Si parte in grande stile con Litany of Rain, composizione che rappresenta al meglio la cura maniacale profusa dalla band danese in fase di arrangiamento: eleganti trame melodiche, cascate di riff doom/death, delicati inserti di tastiera e growling cavernoso di Thomas Jensen. Il finale assume toni quasi epici, aspetto sottolineato dalla perfetta simbiosi esecutiva creatasi e tra i chitarristi Svensson e Stiassnny. Le successive Wind Torn e A Lonely Passage smorzano i toni doom/death, in favore di un andamento crepuscolare e dal forte tasso di malinconia. Brani nel complesso piacevoli, più vicini all’ultimo Veronica Decides to Die piuttosto che a Paradise Belongs to You, con ampio uso del recitativo e degli arpeggi di chitarra puliti. Dopo una gothicheggiante e poco appassionante – per non dire spiazzante - A Fathers Providence, arriviamo a Mourning Sun, altra gemma di questo Saturn in Ascension. Il brano in questione si dipana lungo asfissianti tempi doom, presentando timide aperture melodiche in un climax di desolante e irrimediabile solitudine:
Under the arms of Mourning Sun, I embrace my fate. My fate, my death, my destiny, one moment of despair.
Una delicata brezza di malinconia in sontuosi arpeggi acustici, con le trame “flautate” di tastiera a fare da collante emotivo, impreziosiscono Call of the Raven Moon: un pezzo che dimostra ancora una volta la grande cura profusa in fase di scrittura dei testi, ben interpretati (anche se non in maniera memorabile) dalla voce recitante di Jensen. Chiudono l’opera le lunghe Forest of Insomnia e Between, composizioni come al solito ben strutturate e profonde dal punto di vista strutturale, oltreché dal forte potenziale emotivo.
Questo Saturn in Ascension mantiene decisamente le promesse espresse dalla band nel corso della loro lunga carriera, confermando gli altissimi risultati che i Saturnus sono in grado di raggiungere. Non è un album perfetto, e ancora una volta è il lavoro d'insieme svolto dalla band a mantenere vivo l'ascolto, poiché Thomas Jensen non è certo un istrione alla Aaron Sainthorpe; ma questi danesi si riconfermano, ancora una volta, come punto di riferimento per l'intero movimento doom/death melodico.
Bentornati. Bentornati davvero.
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Meraviglioso, lacerante Avranno pur fatto 4 lavori, ma li facessero tutti così piuttosto che rilasciare spazzatura a pacchi... |
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Bomba, niente da dire! |
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Sui Swallow the Sun concordo con Undercover, aggiungendo che, secondo me (e ripeto secondo me), fra Saturn in Ascension e Emerald Forest and the Blackbird non c'è proprio paragone, con il secondo che da un eventuale confronto ne esce con le ossa rotte. |
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@Red Rainbow intanto grazie per la risposta, a me serve il confronto con altri e quando qualcuno mi motiva la sua scelta non posso che esserne contento, che sia poi affine alla mia o meno conta poco, almeno vengo a contatto con persone che hanno un'idea di ciò che parlano e ascoltano, purtroppo so per certo che in molti casi non è così. |
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@ undercover : capisco il tuo punto di vista, ma se posso peggiorerò la mia posizione ... la mia vetta Saturnus/Swallow è assolutamente "omnicomprensiva", non solo del filone doom/melodic death ma di tutto l'ambito metal 2012 (per quanto sia possibile "fare classifiche" con materiali già in partenza così disomogenei tra loro). Ho ascoltato un po' di tutto e del resto la situazione non è più quella di 30 anni fa, oggi basta avere un po' di tempo e planare su Metallized per farsi incuriosire anche solo da una rece e procedere agli approfondimenti del caso, dunque lo "spettro di conoscenza" si è molto ampliato, alla fine però rimane comunque sovrano il gusto personale. E poi un po' lo ammetto, sono rimasto alla modalità referendum di HM e Metal Shock anni 80, quando si doveva votare l'album dell'anno e non potevi disquisire troppo sui mille rivoli del pianeta metal...  |
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Posso "polemicamente" dire una cosa? Io sto adorando quest'album mentre quello degli Swallow non mi ha esaltato per nulla, questione di gusto ok, ma è una band che trovo particolarmente pompata, solo che quando leggo che si parla di uno dei miglior dischi nel settore doom del 2012 spero ci si riferisca al preciso 'ambito perché se no mi vien da chiedere a chi ha commentato cos'ha ascoltato di questo 2012, è uscito l'inferno di release degne di stare in una eventuale top ten e onestamente nella mia loro non vi rientrano, se inteso come doom in generale e quindi trattante tutte le sfaccettature, nello specifico cioè doom/death melodico allora sì, non hanno rivali ma anche per una questione di pochezza generale del filone. |
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Grande disco ma visto i precedenti non avevo dubbi, e infatti l'ho preso a scatola chiusa. Bellissimo il contrasto fra il pregiato guitar-work melodico e il growl per un disco coinvolgente ed emozionale anche nei pezzi più 'soft'. Degna di nota anche la demo bonus track del '94. Ottimi come sempre. |
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19
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Gran disco, sicuramente uno dei migliori lavori del 2012 Voto : 90 |
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Mi avete fatto penare un bel po' eh, ma alla fine questa recensione è arrivata e come sempre non ha deluso. Concordo praticamente su tutto; a parte il fatto che a differenza di Daniele non sono rimasto deluso da A father's providence, anzi. Comunque grandissima band che si riconferma leader nel suo campo. Anche io sono stato uno di quei pazzi che ha passato la notte davanti ad uno schermo in collegamento con Copenhagen e devo dire che è stata proprio una bella serata. Bravi, bravissimi e bentornati! Nella speranza poi di vedere in un prossimo futuro nella sezione album rispolverati i precedenti lavori di questa band...  |
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Disco molto toccante, delicatissime le linee di chitarra che ho molto apprezzato. Non mi va ancora giù del tutto il timbro di Thomas, ma immagino sia solo una questione di tempo.. |
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Io sto con Armo, anche per me il primo posto va all'ultimo degli Swallow The Sun (che tra l'altro ho anche avuto l'immenso piacere di recensire)  |
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@ Armo : grande, "c'ero" anch'io a quel concerto in streaming, tre ore a ripercorrere l'intera carriera, uno spettacolo ! E comunque ti assicuro che la scelta tra loro e gli Swallow è stata difficilissima, prometti che non parlarerai male di me a Juha & Mikko....  |
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Scoperti da poco e per caso, apprezzati moltissimo dal vivo in un concerto in streaming. Tre ore volate senza sentire la scomodità della sedia su cui ero seduta!! E' vero, è uno dei migliori album del 2012, il secondo per me perchè a differenza di Red Rainbow il mio primo posto va agli Swallow  |
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Davvero ottimi, l'incontro con i mdb è stato decisivo per questo sound doom della band. Complimentoni alla recensione |
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"ma questi danesi si riconfermano, ancora una volta, come punto di riferimento per l'intero movimento doom/death melodico." Parole saggie, alle quali aggiungo che nel campo doom/death melodico non c'è gruppo che si avvicini anche minimamente ai Saturnus. |
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11
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Lo sto ascoltando, è davvero ottimo, credo anzi di aver trovato il mio disco del 2012 all'inizio del 2013... |
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10
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Ok, mi avete convinto  |
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Devo dire di essere in linea con Red Rainbow nel considerarlo uno dei migliori album della "zona" doom nel 2012. Ci ho sentito molti richiami che mi hanno fatto tornare indietro anche prima del 2k... Bello davvero. |
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8
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Seguiti fin dal debut, band enorme così come enorme è il loro 'Martyre', il mio preferito. Il disco è arrivato ma devo ancora ascoltarlo, ripasso più avanti. |
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7
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Non l'ho ancora ben metabolizzato...è stato comunque un po' difficoltoso personalmente andare oltre Veronika, ma col tempo ho sempre più apprezzato la diversificazione, che io sento abbastanza prominente. In particolare Between mi colpisce. 85. |
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6
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non ho parole per deacrivere la bellezza di questo disco... ammetto che liho scoperti per caso... quale splendida scoperta...em ozione pure |
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5
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Ehm, aspettavo la rece con ansia perchè sul mio personale cartellino è stato il miglior album del 2012 davanti agli Swallow (e ce ne voleva... ). Tutto quello che toccano questi danesi diventa oro, in barba ai cambi di formazione e ai millenni che (ahimè) fanno trascorrere tra un album e l'altro. Eccezionali nelle esecuzioni più "classicamente" doom, impeccabili nelle pause acustico/celtiche a cui ci hanno abituato in ogni album (quì A Lonely Passage decisamente meglio di Call of The Raven Moon), mai banali nelle loro incursioni in territorio melodic death (A Father's Providence, che sfida vittoriosamente i migliori Dark Tranquillity), ma, soprattutto, devastanti quando si avventurano in composizioni che frantumano i confini del doom tradizionale (la coppia Forest of Insomnia/Between regala 20 minuti complessivi che entrano direttamente nella Storia del metal) Su tutti il cantante Jensen (è vero, l'esatto opposto dell'istrionismo di Sainthorpe, mai visto sul palco un vocalist così alieno ai clichè del genere, ma nessuno come lui alterna con pari magia growl, clean e, passatemi il termine, "whispered" ) e il nuovo chitarrista Rune Stiassny (provare per credere l'assolo finale di Forest of Insomnia, pensavo che il buon Mackintosh avesse scritto una pagina insuperabile della sei corde col finale di Over the Madness... mi sbagliavo alla grandissima ! ). |
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4
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Non ho parole, questo album mi ha emozionato, vuoi perchè li aspettavo da tempo (e a mio avviso no ne hanno mai sbagliata una), vuoi perchè anche secondo me ha un sapore leggermente diverso dal passato. Grandi come sempre! |
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3
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No Malleus, avevo semplicemente sbagliato a scrivere |
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ma ho le bazzeccole o il voto era 86 e poi è stato ridimensionato? ._. |
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Un album che ho trovato diverso rispetto alle produzioni passate, sarà che son trascorsi sei anni dall'ultimo ma qui le atmosfere mi sembrano ancora più languide e allo stesso tempo la capacità di regalare sensazioni pienamente doom è rimasta intatta, sono bravi nulla da dire e stranamente, fateci caso, anche dopo una lunga assenza chi rientra all'interno di certi generi non toppa come succede in altri stili... chissà come mai???  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Litany of Rain 2. Wind Torn 3. A Lonely Passage 4. A Fathers Providence 5. Mourning Sun 6. Call of the Raven Moon 7. Forest of Insomnia 8. Between 9. Limbs of Crystal Clear (digipack bonus track)
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Line Up
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Thomas Akim Grønbæk Jensen (voce) Mattias Svensson (chitarra) Rune Stiassny (chitarra, tastiera) Brian Pomy Hansen (basso) Henrik Glass (batteria)
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