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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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SUFFOCATION + CATTLE DECAPITATION + GUEST - CENTRALE ROCK PUB, ERBA (CO) - 11/03/16
16/03/2016 (2339 letture)
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Venerdì sera all’insegna del death metal brutale con i Suffocation, che includono anche il Centrale Rock Pub di Erba, piacvolemente in crescita in termini concertistici, tra le ben tre date sul suolo italiano, che ricambia con un’accoglienza calorosissima. Insieme a loro anche i deathgrinder Cattle Decapitation, i deathcorer Abiotic e un altro paio di band di coda al tour che non sono riuscito a vedere per motivi di orario. Ecco quindi il resoconto delle band citate.
ABIOTIC Gli Abiotic, dalla Florida, sono un gruppo technical deathcore di nascita recente, con alle spalle 2 album e pochi anni di attività. Nonostante l’appellativo stilistico che vorrebbero particolari abilità esecutive, sono specialmente il batterista e il bassista, quest’ultimo soprattutto, a distinguersi per la padronanza dello strumento, mentre i riff di chitarra risultano molto più lineari, nonostante i molti cambi di tempo, e anche gli assoli risultano meno eclatanti della media di questo genere. A livello di pezzi, si è trattata di una delle esibizioni più generiche che abbia mai visto, con massicce dosi di mid-tempo che spaziano tra melodie e una ricerca di atmosfera o pathos assolutamente inesistenti e, anzi, penalizzate dalla freddezza esecutiva. La voce è al limite del sopportabile, anche se suppongo anch'essa in linea con gli standard del deathcore, ma non riesce ad aggiungere nulla ai pezzi già di per sé molto anonimi, come se si trattasse di una riproposizione spompata dei cliché di un genere che peraltro non ha nessun appeal sul sottoscritto. Passiamo oltre.
CATTLE DECAPITATION Più curiosità si avverte invece per i Cattle Decapitation, quartetto deathgrind californiano che nell'ultima dozzina di anni dei già venti di attività alle spalle ha fatto parlare molto di sé l’ambiente metal estremo e principalmente quello più avvezzo alle novità. Questa precisazione è dovuta, perché la proposta del gruppo si mostra molto originale e ricercata, dal momento che i Cattle Decapitation sono ormai lontani dal passato grindcore/goregrind a tematiche animaliste dei primi editi, e sono ora un gruppo ad alto concentrato tecnico, con una marcata spinta avanguardistica (seppur nei limiti del genere) e generalmente piuttosto sorprendente. Come auspicabile, la maggior parte degli estratti proposti questa sera provengono direttamente dall'ultimo The Anthropocene Extinction, che più di tutti ha diviso la critica accentuando con decisione il carattere più progressivo del gruppo, avvicinandolo al solco tracciato dai già molto originali Cephalic Carnage e abbandonando lo stampo più hardcore (nel senso attitudinale del termine) che aveva caratterizzato il loro celebre The Harvest Floor, o anche solo il precedente Monolith of Inhumanity, che sembrava bilanciare più equilibratamente le due componenti sonore di cui ho parlato -anche solo ad un rapido ascolto come quello fatto dal sottoscritto.
In effetti, la proposta dei Cattle Decapitation mi risulta in primis un po’ indigesta. Certamente la prestazione del batterista è fenomenale, ma se da una parte le sezioni più veloci sono veramente convincenti, ricordando le coniugazioni meno lineari degli ultimi Napalm Death, o il deathgrind scandinavo anche per velocità e compulsività, tutt'altro che apprezzabili mi sono parse invece le parti più lente, o ricercate (passatemi il termine), nonché quelle musicalmente più coraggiose, che hanno però un peso decisamente importante sull'ultimo album. Il vocalist ha un’estensione notevole, numerosi registri tra cui scegliere e un’interpretazione vocale singolare, ma cionondimeno solo alcuni pezzi riescono veramente nell'intento, secondo me. Resta comunque il fatto che, a prescindere dalla mia capacità di carpire la particolarità della loro proposta musicale, l’esecuzione sia stata impeccabile e sicuramente all'altezza degli standard del gruppo, ma non posso non sottolineare l’alternanza di momenti più o meno convincenti.
SUFFOCATION I Suffocation sono forse universalmente annoverati tra i migliori live acts nel mondo del death metal. Questo dipende in parte dal fatto di poter scegliere tra un palmarès di album eccezionali, che hanno ridefinito, soprattutto negli anni ’90, il significato di brutalità nel metal estremo, rivelando un gruppo incredibilmente potente, padrone degli strumenti e dal talento unico, e dall'altro quella di poter avere nei propri ranghi, ad ogni cambio di line-up, alcuni tra i più illustri rappresentanti del death metal e brutal death metal negli Stati Uniti. Non servono presentazioni per Terrance Hobbs, ormai da 5 lustri chitarrista della band, e nemmeno per Derek Boyer, bassista dei Suffocation da una dozzina d’anni; mentre all'altra chitarra Guy Marchais, altro personaggio fondamentale nella storia del gruppo, è a mia insaputa stato sostituito per questo tour dall'attuale chitarrista dei loro compagni di scena, se così si può dire, Internal Bleeding. Il quadro si completa dietro alle pelli con il sostituto di Dave Culross, che aveva ripreso a suonare nei Suffocation negli ultimi anni, e prima ancora del più storico Mike Smith: trattasi dell’eccellente Kevin Talley, batterista degli anni d’oro dei Dying Fetus e di una quantità innumerabile di band come turnista, o fisso per alcuni anni. Di fatto il quintetto conta un altro batterista illustre, paradossalmente messo alla voce, però: al microfono da qualche mese c’è infatti Ricky Myers, niente meno che il drummer dei Disgorge. Certo, ricoprire il ruolo di Frank Mullen, tra i frontman più noti del panorama death metal, non è facile, tanto meno per uno abituato a stare dietro alle pelli, ma qualche tour di rodaggio ha permesso a Myers di assestare le proprie capacità vocali, assolutamente eccellenti, e sceniche, anch'esse migliorate rispetto al tour di settembre a cui avevo assistito.
Ho quindi fatto le dovute presentazioni, sperando d'altronde che non vi passi per la mente che si tratti di una pseudo-imitazione dei Suffocation originali, dei cui membri è rimasto effettivamente poco; in realtà la formazione è accuratamente selezionata tra l’élite del brutal death statunitense e risulta preparatissima, tanto da difendere egregiamente il primato di eccellenza dal vivo del monicker newyorkese. L’attacco con la doppietta Thrones of Blood/Breeding the Spawn è assolutamente impressionante, e il Centrale di Erba, che per la prima volta vedo messo alla prova con una band di tale caratura, risponde bene, con suoni chiari e molto potenti, che rendono comprensibili tanto la sezione ritmica, compatta e detonante sulle frequenze basse, quanto le chitarre, con la tipica ricchezza di medie del sound "in your face" del gruppo. Il tocco di Kevin Talley è decisamente riconoscibile, sia sui fill che sui cambi di ritmo, su cui mostra una compattezza e un tiro impagabili, mentre la resa dei riff è prevedibilmente impressionante, nonostante la varietà del songwriting e la tecnica del gruppo rendano il compito tutt'altro che facile, soprattutto se unitamente ad una presenza scenica così attiva.
La qualità della scaletta è un’altra garanzia in uno show dei Suffocation, con una sovrabbondanza di estratti da Effigy of the Forgotten, Breeding the Spawn, Pierced from Within (la title track di quest’ultimo vince probabilmente su tutto il resto del set) e Despise the Sun. Si passa dal death metal dal taglio ancora tardo-ottantiano di Mass Obliteration all'assalto squadrato e prettamente brutale di un pezzo come Souls to Deny, sorpresa assoluta del set. Anche i pezzi di estrazione più recente, seppur pochissimi, sono adeguatamente selezionati e non fanno calare certo la tensione esecutiva, sempre tiratissima, né tanto meno fanno riposare gli astanti. A tal proposito, la partecipazione di pubblico è stata incredibilmente numerosa, forse anche per la fama dei Suffocation, che ha attirato anche frequentatori più occasionali oltre ai soliti fan "die hard" – anche per questo motivo forse la situazione sotto il palco si è fatta rapidamente molto più fisica del solito (anche nell'accezione più esagerata, in qualche momento) - senza intendere alcuna lamentela, chiaramente, data anche la risposta soddisfatta del gruppo davanti ad una simile violenza sotto al palco. La chiusura del set è come sempre affidata all'imbattibile Infecting The Crypts, che ci lascia con una voglia inaudita di sentirli suonare ancora, data la rarità con cui si assiste ad esibizioni di una qualità del genere, e nonostante la tutt'altro che esigua durata del concerto; purtroppo, però, i cinque salutano calorosamente i presenti e lasciano il palco tra gli applausi, per poi ritrovarsi senza problemi in mezzo ai fan, per condividere qualche chiacchiera o magari un paio di sigarette adeguatamente arricchite.
SETLIST SUFFOCATION Thrones of Blood Breeding the Spawn As Grace Descends Mass Obliteration Catatonia Souls to Deny Entrails of You Pierced from Within Effigy of the Forgotten Funeral Inception Abomination Reborn Infecting the Crypts
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io c'ero e lo show dei suffy è stato fenomenale. Mullen risulta ancora parte integrante della band, ma che fine ha fatto? |
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