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KILLERS LODGE - Rock y Alma
02/06/2016 (2847 letture)
Monky: Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui su metallized.it, come state?
John: Ciao, qui il rock ‘n’ roll scorre impetuoso e siamo più incazzati che mai!



Monky: Partiamo dall’inizio: come e perché si sono formati i Killers Lodge? Dato che due membri su tre provengono da quella band, stiamo parlando di un naturale proseguo della storia iniziata con i Raza de Odio, o di un progetto completamente diverso?
John: I Killers Lodge nascono poco dopo lo scioglimento dei Raza de Odio, dove suonavo con Christo Machete, ma sono due progetti ben diversi. Nei Raza sperimentavamo una miscela di thrash e flamenco mentre nei Killers Lodge l’obbiettivo è suonare canzoni secche e dirette, violente ma al contempo melodiche, senza la pretesa di inventarsi niente di nuovo.

Monky: Riascoltando i vostri due full-length, quanto vi sentite maturati e "cambiati" da Unnecessary I ad Alma Cachonda? Insomma, l’esperienza dei tour come è stata e come ha influito (se lo ha fatto) sulle vostre composizioni?
John: Intanto per cominciare credo di essere migliorato come cantante. Beh forse sono ancora ben lontano dall’essere un cantante… in ogni modo si sente un palese miglioramente tra Unnecessary I e Alma Cachonda. Inoltre la band si è sicuramente amalgamata meglio: quando abbiamo registrato il primo album, Olly Razorback era con noi da un paio di mesi. Per quanto riguarda la composizione non so se sia cambiato qualcosa, i "meccanismi" che portano alla nascita di una nostra canzone sono più o meno gli stessi.

Monky: L’impatto diretto del sound, stile anni ottanta, è la caratteristica preponderante della vostra proposta. Si sente soprattutto l’aura leggendaria di Lemmy e dei suoi Motörhead nelle vostre principali ispirazioni ma, diteci, come nasce un pezzo dei Killers Lodge?
John: L’influenza dei Motörhead è palese e non l’abbiamo mai nascosta, anzi ne andiamo fieri! I pezzi dei Killers Lodge nascono dall’ispirazione che deve arrivare prima nella mente, solo dopo si prendono in mano gli strumenti.

Monky: Riguardo i testi, invece. Ho visto che ci sono alcuni pezzi scritti da te John ed altri in collaborazione. Quali ispirazioni avete preso per le liriche?
John: Due testi (Psycholulladie e Growling the Night Away) su nove sono stati scritti da Chiara Daino, artista genovese con cui spero di continuare a collaborare in futuro. Un altro (Stand Against) l’ho scritto ispirandomi alle prime pagine del romanzo L’Eretista sempre di Chiara Daino. Ever Steel è un ri-arrangiamento di un componimento di Kathleen Raine: l’idea me l’ha suggerita nuovamente Chiara Daino in occasione della scomparsa di Roberto Rossi Testa, il traduttore della poetessa. Quando ho letto le parole la musica si è materializzata immediatamente nella mia testa! Gli altri testi li ho scritti io e sono quasi tutti ispirati a serie televisive Sci-Fi di cui sono appassionato: By Inferno’s Light da Star Trek DS9 parla di quelli che io chiamo i "falchi da tastiera", ossia gente che vive nell’anonimato dietro a uno schermo e non ci mette mai la faccia. In the Gypsy Raven’s Deep Space è ispirato a Star Trek TNG e parla di uno strano sogno fatto da un androide. With Fire and Iron è presa dal rituale del matrimonio Klingon come lo abbiamo visto in Star Trek DS9 e Warmonger è ispirata dalla serie Babylon 5, in questo caso si parla di propaganda e chiamata alle armi contro nemici invisibili. L’ultimo brano, For the Lion and the Fish è un blues e parla della voglia di saltare su un palco che mi tormenta quando ne sto troppo tempo lontano.

Monky: Siamo ormai a quasi tre mesi dall’uscita di Alma Cachonda. Come vi è sembrata la risposta del pubblico e della critica?
John: Direi ottima, le recensioni finora uscite sono al 99% più che positive, e il pubblico ha apprezzato la schiettezza del disco. Anche dal vivo vedo sempre molta gente scapocciare!

Monky: Siete soddisfatti del lavoro finale o, adesso, con il senno di poi vorreste cambiare qualcosa?
John: L’album è stato registrato un po’ in fretta a causa di problemi miei personali: a parte la composizione, abbiamo fatto tutte le riprese in 4 giorni (uno per strumento). Potessi tornare indietro lo rifarei con più calma, ma in quel periodo aveva senso così...

Monky: Se c’è un elemento che ho apprezzato del vostro lavoro è la genuinità della registrazione. Credo che sia un ottimo modo per farsi conoscere sin da disco, su quanta energia una band è capace di sprigionare. Oltretutto, avete lavorato spesso in regime di autoproduzione; cosa si cela dietro questa scelta?
John: Visto che ne abbiamo la possibilità, da buon genovese preferisco fare le cose da solo e evitare di spendere migliaia di euro in giro… visto anche quello che poi si sente.

Monky: Come avete avviato una collaborazione con la Diamonds Prod.?
John: Conosco Daniele, patron della Diamonds, da parecchi anni: è una persona squisita e un vero supporter del metallo! Quando gli ho buttato lì l’idea di collaborare ha accettato immediatamente.

Monky: Come procedete nel songwriting? Vi trovate in sala prove tutti insieme e jammate, oppure la stesura dei brani viene effettuata da qualcuno e, poi, si lavora tutti insieme per perfezionarli?
John: Fino ad ora mi sono occupato solo io della composizione. Come dicevo prima, non prendo in mano uno strumento finché non ho la canzone perfettamente chiara nella mia mente, comprese le linee vocali, per questo a volte passo ore seduto sul divano a fissare un muro bianco! Quando sono pronto, prendo gli strumenti e registro la base, dopodiché comincio a lavorare al testo che, anche se non si direbbe, è per me molto importante. Una volta fatta la bozza, la invio agli altri due che ci mettono del loro e poi ci si vede in sala prove. In realtà, nel caso di Alma Cachonda, le cose sono andate un po’ diversamente: non c’è stato tempo di vederci in sala prove, per cui ci siamo visti direttamente in studio e quei due grandi uomini hanno registrato i pezzi al volo, senza averli mai provati!

Monky: John, cosa è cambiato nel tuo stile di suonare il basso, rispetto a quando militavi nei Necrodeath e nei Cadaveria?
John: In ogni band in cui ho suonato ho utilizzato stili diversi, perché ti devi adattare al sound del gruppo. Ad esempio nei Raza de Odio, nei DyNAbyte e per tanti anni anche nei Cadaveria suonavo con le dita, nei Necrodeath con il plettro, in alcune band usavo il 5 corde, in altre il 4 o il 3 e mezzo… Forse lo stile che ho adottato per i Killers Lodge è più simile a quello che usavo nei Necrodeath, forse più "schitarrato", alla Lemmy per l’appunto.

Monky: Cosa ti ha portato, a livello di esperienza, il fatto di suonare con due realtà del genere?
John: La mia esperienza con i Necrodeath e con i Cadaveria mi ha insegnato tutto ciò che so per quanto riguarda la gestione di una band, nel bene e nel male. Adesso sono in grado di occuparmi della band dall’inizio alla fine, dalla composizione dei brani alla stampa su CD, dalla scelta del back-line, all’allestimento del palco.

Monky: Ti andrebbe di spiegarci i motivi per i quali hai interrotto la collaborazione con queste due band? Era già un sentore di volontà di costruire musica più personale e gestire in prima persona lo sviluppo di una tua band o è stato per tutt'altro motivo?
John: Quando ho lasciato i Necrodeath nel 2008 i Killers Lodge non erano neanche ancora uno spermatozoo, mentre quando ho lasciato i Cadaveria suonavo in questa band già da tre anni. Nel primo caso mi ero tirato fuori per mancanza di entusiasmo, non mi sembrava corretto nei confronti degli altri. Nel secondo caso me ne sono andato perché non andavo più d’accordo con lei.

Monky: Avete delle date prefissate in estate/autunno per promuovere il vostro album?
John: Già che entriamo in argomento ti dico subito che sono parecchio incazzato e demoralizzato per come stanno andando le cose nella scena musicale in generale: non si riesce più a fare una serata come dio comanda e sono spariti completamente i direttori artistici, ormai si va solo per conoscenze, simpatia e scambio date con altre band. Per cui al momento, a parte le date di promozione di Alma Cachonda appena fatte, abbiamo una serata al Never Down di Mornago (VA) l’11 giugno. Facciamo passare l’estate sperando di sbollire e poi vedremo…

Monky: Ora una curiosità sul nome della band e sui vostri soprannomi. Oltre ai riferimenti a Twin Peaks, cosa si cela dietro queste scelte?
John: Il riferimento a Twin Peaks in realtà è solo nella seconda parte del mio nome, KillerBob: questo nome mi fu dato da Cadaveria quando ho cominciato a suonare con loro, nel 2001, perché tutti i membri dei Cadaveria, a parte lei, hanno nomi presi dai "cattivi" dei film di David Lynch. Christo Machete viene dal nome che gli avevamo dato nei Raza de Odio, richiama un po’ il suo vero nome e le sue origini latine. Olly Razorback sinceramente non so da dove venga fuori… sarà meglio che mi informi?

Monky: Grazie per il tempo che ci avete concesso per l’intervista. Sentitevi liberi di congedarvi e di salutare i vostri fan italiani come meglio volete. Ci si vede "on the road"!
John: Grazie a voi come sempre per l’ospitalità e invito tutti i vostri lettori a seguirci su facebook o sul nostro sito ufficiale dove potete trovare ovviamente i nostri fantastici dischi e anche qualche maglietta.



Er Trucido
Venerdì 3 Giugno 2016, 13.16.09
1
Intervista che ricalca in pieno John e il gruppo, interessante quando parla della questione date live, realtà purtroppo per gruppi emergenti e non.
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