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NUCLEAR WAR NOW! FEST - Day 2, Postbahnhof Club, Berlin, Germania, 05/11/2016
17/11/2016 (2795 letture)
Ancora un po' stanchi per la nottata passata al Blackland, facciamo un'abbondante colazione e, oramai definitivamente abbandonate le abitudini salutari italiane, a mezzogiorno siamo già di nuovo diretti verso il locale con la nostra birra fresca in mano.
Nel riprometterci diete disintossicanti non appena faremo ritorno in Italia, inconsciamente consapevoli del fatto che, come ogni buon proposito, anche questo sarà destinato a non essere rispettato, entriamo nella sala concerti dove è già pronta la prima band.

WITCHCRAFT
I finlandesi Witchcraft hanno il compito di inaugurare questa seconda ed ultima giornata di festival e, nonostante la loro collocazione come secondi in scaletta, sono effettivamente la prima band ad esibirsi dopo che l'apertura ufficiale è stata destinata al listening esclusivo dell'ultimo disco dei Death Worship, Extermination Mass: una scelta che personalmente non ho condiviso ed ho, piuttosto, preferito impiegare quel tempo per pranzare prima di posizionarmi sottopalco e rimettermi a lavoro.
Come detto in precedenza nel report del giorno precedente, la band di Hamina (ex-Black Feast) ha da poco pubblicato lo split insieme ai nostrani Demonomancy e quest'oggi ci offre un set abbastanza variegato. La loro presenza sul palco è molto scarna ed essenziale e, a distanza di due anni, non vedo grosse implementazioni nel loro impatto scenico che, tuttavia, nel suo essere così semplice, risulta anche molto efficace e diretto. La loro esibizione sul finale conta anche un ospite illustre, Sodomatic Slaughter, batterista di un gruppo di riferimento all'interno di questa scena come lo sono senza dubbio i Beherit. La cover scelta è Sadomatic Rites, direttamente da Drawing Down the Moon, cantata a squarciagola da tutti coloro che in questo disco ci hanno visto una fonte d'ispirazione e vi hanno riversato emozioni negative, ma anche aspettative ed obiettivi, prendendolo come punto di riferimento e guida del proprio percorso di ascoltatore o di musicista.

NUCLEARHAMMER
L'ingresso dei Nuclearhammer è piuttosto timido: salgono sul palco in maniera molto introversa e, dopo aver terminato il loro line-check, cominciano il live senza, tuttavia, modificare eccessivamente il loro approccio. La loro musica dall'andamento così lento ed "affaticato" in un primo momento può sembrare ipnotizzante e guadagna dinamicità grazie agli intermezzi più caotici. Tuttavia, dal vivo la loro prova sarà abbastanza statica e personalmente non ne sono rimasta molto coinvolta, trovandola ridondante mentre i pezzi scorrevano. La sensazione di monotonìa non viene scacciata anche per via di un entusiasmo da parte degli stessi musicisti che fatica ad emergere, non contribuendo di fatto a rendere più facile il coinvolgimento da parte del pubblico.

CHAOS ECHOES
Avevo avuto modo di vedere i Chaos Echoes in occasione dell'infernale concerto dei Portal a Parma, infernale, più che per l'esibizione in sé, per il clima da soffocamento di massa che si "respirava" dentro al locale: eravamo a giugno ed eravamo circa 200 persone accatastate ed agonizzanti per il caldo. So, dunque, cosa aspettarmi dal gruppo francese e cerco di recuperare per tempo un paio di tappi per le orecchie dal distributore all'ingresso del locale (sì, a Berlino hanno anche questo), per dare un po' di sollievo ai miei timpani, prima di essere completamente avvolta dalle loro basse frequenze. La loro esibizione sarà molto intensa ed ipnotica, complici distorsioni portate agli estremi e ritmi cadenzati e ripetitivi che renderanno il tutto ancora più disturbante e mistico. Ho notato nel parterre molto coinvolgimento in tal senso, come se tutti fossero raccolti in un rispettoso e meditativo ascolto, nel tentativo vano di cercare una linearità in una proposta, al contrario, molto inquieta e che si basa sull'intreccio di parti più evocative e morbide a parti più aggressive e violente.
Nel complesso la band si renderà protagonista di un'ottima prova, che conferma come i Chaos Echoes siano una realtà da tenere d'occhio per tutti gli appassionati del genere.

METALUCIFER
Dopo l'incredibile esibizione dei Sabbat, attendo con ancora più impazienza e fibrillazione l'ingresso dei Metalucifer, che rappresentano l'altra faccia della medaglia di una personalità così cangiante, ma al tempo stesso devota "alla causa", come quella del musicista Gezol. Abbandonate le borchie del perizoma e con quache vestito in più addosso, il cantante sale sul palco in tenuta heavy metal, con tanto di Ray-ban inforcati. Se ieri ero rimasta sbalordita dall'incredibile capacità di tutto il gruppo di coinvolgere e far divertire, beh, mentre scorrono i pezzi dei Metalucifer non posso non notare come questi ultimi li abbiano addirittura superati! Non credevo sarebbe stato possibile, ma il gruppo ha dato prova di avere estrema naturalità nel muoversi sul palco e, complice anche la sfumatura meno seriosa e più leggera che hanno rispetto ai Sabbat (basti guardare i titoli dei loro pezzi), tutto il pubblico è eccitato e divertito. Il chitarrista Elizabigore di tanto in tanto prenderà dal bordo palco il suo ventaglio e, sorridendo, lo agiterà davanti a sé per acquietare il caldo che si percepisce in sala, attirando l'attenzione ed i sorrisi di tutti, mentre il più timido Jero si limita ad eseguire in maniera impeccabile la sua parte di chitarra. E' proprio quest'attitudine ironica che genera dei sentimenti ambivalenti nei loro confronti, tra chi li ama alla follia in quanto riescono ad assicurare intrattenimento e pezzi di ottimo heavy metal anni '80 (come la sottoscritta) e chi, invece, resta stizzito perché l'apparente poca serietà la associa ad una poca credibilità in generale della band. Fazioni a parte, pezzi come Heavy Metal Chainsaw parlano da sé ed uno dei momenti clou viene registrato quando Gezol nel suo microfono ci chiede con degli acuti "Are you hunter? Are you brother of heavy metal hunter?: è il momento della bellissima Heavy Metal Hunter, pezzo durante il quale la folla è letteralmente in delirio.
Come la sera precedente, il frontman fa su e giù buttandosi dal palco e spesso dovrò farmi da parte perché sembra davvero irrefrenabile nei suoi movimenti, pur di guadagnare le transenne e buttarsi tra il pubblico per assicurarsi il massimo contatto visivo e fisico con loro.
Il concerto si esaurisce con l'ultimo ed esilarante momento in cui la band si raccoglie su un lato del palco, mentre dalla parte opposta rimane solo Elizabigore: si guardano l'un l'altro ed i compagni del chitarrista direzionano i loro strumenti -mentre si esauriscono gli ultimi assoli- verso una lastra di pietra posta al centro del palco, di fatto invitando Elizabigore a rompere la sua chitarra! Una scena incredibile, all'inizio non stavo capendo bene cosa stesse accadendo, ma quando me ne sono poi resa conto, una volta notata la lastra sul pavimento, ho sgranato gli occhi e mi sono gustata tutta la scena.
Questa è attitudine, ragazzi! Uno dei più bei concerti a cui abbia avuto modo di assistere e che, come i Sabbat, spacca in due anche questa giornata e ci regalerà emozioni insuperabili.

ANTICHRIST
E' necessario scaricare tutta l'adrenalina che abbiamo in corpo, perché adesso si cambia decisamente registro e dobbiamo essere preparati per dare sfoggio di tutta la nostra solidità, cancellando i sorrisi che avevamo tenuto in tensione per tutta la durata del concerto dei Metalucifer.
Il trio canadese degli Antichrist sale sul palco e dall'estrema vitalità ed espansività dei predecessori orientali, ci spostiamo su un approccio molto più glaciale e brusco. Il frontman ed il chitarrista sovrastano il palco con la loro corporatura robusta e le loro teste rasate, senza farsi mancare un must come gli occhiali da sole neri, che ricalcano senza dubbio il cliché che di norma viene associato ad un certo tipo di scena "war metal". Avendo solo prodotto un disco, Sacrament of Blood, i brani saranno principalmente tratti dal lavoro del 2011, nonostante vengano eseguiti anche un paio di pezzi nuovi, sui quali probabilmente però la band non era sufficientemente preparata: durante l'esecuzione è impossibile non notare come ci siano imperfezioni o come il cantante dimentichi palesemente le parole.
Al di là di questo, il loro show è esattamente ciò che ci si sarebbe aspettato di vedere da un gruppo di questo tipo, che dichiara piena aderenza al mood ed alla proposta musicale dei suoi conterranei Blasphemy, con i quali ci sono similarità compositive piuttosto marcate. E sarà proprio con il leader dei Blasphemy, Nocturnal Grave Desecrator and Black Winds , che verrà eseguita la cover Emperor of the Black Abyss: un'irruzione apprezzatissima da parte di tutto il pubblico presente che prova una certa devozione nei confronti del gruppo e che probabilmente avrebbe sperato almeno in un'altra cover, tratta magari dal celebre debutto Fallen Angel of Doom....

DEMONCY
Sono sicuramente il gruppo di punta di questa seconda giornata: i Demoncy, al pari degli Incantation la sera precedente, ci dedicheranno uno show esclusivo ed incentrato sul loro album più celebre e stimato, Joined in Darkness. La calca a questo punto si fa davvero pressante in sala e tutti si raccolgono impazienti e curiosi di vedere finalmente il gruppo all'opera, dato che sarà molto difficile che si trovino a passare di nuovo da queste parti. Non so bene cosa aspettarmi, in quanto su di loro sono circolate voci contrastanti, tra chi sosteneva che fossero abbastanza deludenti dal vivo e chi, invece, nutriva molta fiducia sulla riuscita ottimale della loro performance.
Quando, quindi, le luci calano e la sala si infiamma di strobo rosse, siamo tutti concentratissimi ed in fibrillazione per accogliere Ixithra. Conquistando il palco con i suoi folti capelli ricci e coperto da un lungo mantello nero, Ixithra dà l'impressione di essere davvero posseduto in certi frangenti e trasmette un misto perverso di disgusto e compiacimento, mentre cominciano le prime note di Impure Blessings (Dark Angel of the Four Wings). Più volte, negli intermezzi in cui non è impegnato a cantare, stringerà forte il microfono a sé e, ad occhi chiusi e rivolto verso il soffitto, lancerà urla tormentate, quasi a voler proiettare all'esterno tutta la sua oscura irrequietezza. Questa sera al fianco del leader ci sono membri appartenenti ad un gruppo piuttosto giovane di Seattle, i Crurifragium, che palesano la loro giovane età ma che di certo non peccano di doti esecutive. Lo show sarà infatti impeccabile e l'unica cosa da annotare è che i pezzi sono stati eseguiti ad una velocità più alta rispetto a quella originale, per cui, nonostante la resa sia comunque stata ottima, la prerogativa morbosa ed angosciante che sembra incombere mentre li si ascolta sul disco è stata un po' attutita a favore di una maggiore violenza.

VARATHRON
Li vediamo per la seconda volta occupare un posto di rilievo nel Nuclear War Now! Fest, ma i Varathron, nonostante siano passati solo due anni dalla loro ultima esibizione qui a Berlino, sono in grado persino di superare il successo che avevano registrato in quella precedente esperienza. In quel caso la loro scaletta era per lo più legata ai primi demo ed al full length del 1993, His Majesty at the Swamp, e mi avevano senz'altro colpita per il modo con cui avevano reso i loro brani ancora più aggressivi e diretti in sede live. Ma devo ammettere che non ricordavo fossero così devastanti. Nonostante siano stati aggiunti in coda e per sopperire alla mancanza dei Morbosidad, dopo la cancellazione del loro tour, la loro presenza questa sera non è per nulla di ripiego ed il pubblico dà pieno appoggio ad una band che, insieme a realtà come i connazionali Necromantia e Rotting Christ, ha tracciato una linea-guida ben marcata per lo sviluppo del black metal di greca fattura. Stefan Necroabyssious è un leader carismatico e travolgente: sicuramente gode della stima di molti artisti, come quelli che dal backstage fanno capolino per supportare il suo concerto, ed è in grado di sradicare anche il più statico dei presenti nel pubblico, per attirarlo a sé e dirottarlo verso una partecipazione più corale.
Straordinari sia dal punto di vista esecutivo che scenico, i Varathron hanno dato prova di meritarsi a pieno questa posizione e sono sinceramente molto compiaciuta del fatto che, dopo essere rimasti un po' in ombra per l'incredibile successo che i Rotting Christ hanno registrato in Patria ed altrove, inabissando un po' tutti gli altri della scena a loro coeva, i Varathron si stiano finalmente guadagnando il meritato successo: è da ricordare che, infatti, nonostante anni di carriera alle spalle, solo dopo la tappa dello scorso NWN hanno registrato un crescente numero di presenze in concerti al di fuori della Grecia.

HOLOCAUSTO
La Cogumelo Records si sa, è l'indiscussa responsabile della pubblicazione degli album più importanti della scena estrema latina: Sepultura, Sarcófago, Vulcano ed Impurity, giusto per citarne alcuni. Questi ultimi ho avuto modo di vederli sempre due anni fa qui a Berlino e, nel rinnovare la tradizione che vede protagonisti gruppi di culto della scena sud americana, ecco quindi che quest'anno abbiamo headliners gli Holocausto, che nel 1987 facevano uscire per Cogumelo il loro debutto Campo de Extermínio. Sarà proprio su questo disco che si focalizzerà il loro show, ricostruendo alla perfezione tutta la violenza che viene descritta all'interno del controverso concept. Dopo aver conquistato il palco con prepotenza e mentre risuona il pomposo intro (in un primo momento stoppato, per poi essere rimesso dall'inizio), ecco che il leader Rodrigo, cantante anche nei Bode Preto, inizia ad agitarsi nella sua giacca verde militare, con gli occhiali da sole ed una cartuccera attorno al collo. I riferimenti sono molto espliciti ed il tutto è rafforzato dal loro raw black/thrash violento e che nelle sue imperfezioni e sbavature conserva ancora il suo gusto rudimentale.
Quando si parla di temi del genere, spesso si ha il timore di fare affermazioni che possano scatenare polemiche ed io di certo non ho intenzione di mescolare discorsi politici a descrizioni che vogliono essere esclusivamente musicali e di cronaca, ma ciò che è indubbio è che questa sera il gruppo di Belo Horizonte sterminerà -per usare un termine a loro famigliare- tutto il pubblico del Postbahnhof Club, offrendoci un'ultima mitragliata, prima che cali il sipario anche su questa quinta edizione del Nuclear War Now! Fest.

ULTIMA EDIZIONE DEL NWN?
Come avremo modo di accertarci parlando con Yosuke Konishi, boss della Nuclear War Now! Productions, purtroppo per vari motivi la prossima cadenza biennale del festival, che è in programma nel 2018, è messa a rischio. Oltre a fattori meramente economici, apprendiamo che la gestione del locale (ex-Fritzclub ed attualmente rinominato Postbahnhof Club) è cambiata a pochi giorni da quest'ultimo volume del festival e che l'opera di gentrificazione che sta interessando tutta questa zona di Berlino potrebbe mettere a rischio l'esistenza e l'attività di questo stesso locale. Ovviamente ci auspichiamo che ciò non accada, ma si sa come purtroppo possono evolversi queste faccende e di certo nemmeno una città così all'avanguardia come la Capitale tedesca può sottrarsi a certe regole speculative.
Noi restiamo comunque fiduciosi che si possa trovare un'alternativa e, nonostante quest'ultima edizione di NWN si sia dimostrata oggettivamente la migliore sotto tutti i punti di vista (qualità delle band e grandissimi nomi coinvolti in primis), non vediamo l'ora di rinnovare questo appuntamento, continuando a supportare le frange più estreme della musica che amiamo.

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