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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
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BELZEBONG + SONIC WOLVES + THREE EYES LEFT - Alchemica Music Club, Bologna, 25/02/1017
02/03/2017 (1232 letture)
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Ancora una volta l'Alchemica Music Club di Bologna si dimostra sinonimo di qualità, ospitando sul suo palco il primo appuntamento di questo 2017 per "Cronache Marziane", una serie di eventi organizzati da MartianArt, che in tempi recenti già aveva portato al Lo-Fi di Milano realtà come Dopethrone e Celeste. Questo 25 febbraio vede la seconda calata italica dei polacchi Belzebong, una delle formazioni stoner/doom più calde del momento, accompagnati dai Sonic Wolves, tra le cui fila alla batteria milita Vita degli Ufomammut, e dai Three Eyes Left, band che da circa una decina d'anni è attiva nell'undeground bolognese e italiano.
THREE EYES LEFT Purtroppo arriviamo in sala quando i bolognesi Three Eyes Left hanno già dato avvio alla propria performance da una decina di minuti e ci perdiamo così le prime canzoni della serata. Nonostante ciò arrivano subito ottime conferme: Maic e soci masticano questo tipo di palchi da anni e sanno come gestire pubblico e tracklist, mettendo in piedi uno show convincente ed energico, con le canzoni che scorrono piacevoli e veloci (chiaramente, relativamente veloci, siamo comunque in territorio doom). La proposta del trio è rimasta negli anni pressoché invariata: uno stoner quadrato e muscolare che non disdegna né rallentamenti doom, né virate maggiormente hard rock, non spostandosi di un millimetro dai più classici canoni del genere. Per quanto ciò su disco si possa rivelare decisamente stucchevole, dal vivo il power trio si cala nella sua dimensione più naturale e il pubblico può andare a concedersi una successiva, classica accoppiata ristoratrice -birra/sigaretta- decisamente soddisfatto.
SONIC WOLVES Ci si avvicina all'attesissimo headliner con i Sonic Wolves, la band fondata da Vita, batterista dei monumentali Ufomammut, e da Katy Vigil, che qualcuno ricorderà per i suoi precedenti nei Syzlack, formazione sludge di Philadelphia che nel 2006 rilasciò il putridissimo When Demons Ride Angels. Lo show inizia e purtroppo già dai primi minuti si nota una certa immobilità ed una serie di piccole imperfezioni, accompagnate ad una generale fiacchezza nella prestazione, probabilmente imputabile anche alla recente defezione di uno dei due chitarristi, che ha lasciato il gruppo in tre ed orfano di un'ascia. I pezzi riprendono quasi per intero l'album Before The End Comes, uscito per la Taxi Driver Records lo scorso anno, e si assestano su uno stoner denso di psichedelia e dai forti tratti heavy rock. Il trio sembra comunque prendere maggior confidenza con il palco con il passare dei minuti e, complice una scaletta che ha posizionato in coda alcuni dei brani migliori, riesce ad addolcire soprattutto in chiusura il sapore amaro della loro serata, attirando anche qualche fan al banco del merchandise. La sala non si svuota neppure completamente e nelle prime file c'è già chi puntella bene il posto in vista dell'arrivo dei polacchi, che, per fortuna, non si fa attendere.
BELZEBONG I polacchi si presentano sul palco dell'Alchemica Music Club avvolti da una densa cappa di fumo bianco ed inondati da persistenti luci verde acido, pilastri di ogni atmosfera stoner/doom che si rispetti. Dopo alcuni secondi di silenzio ed immobilità, il quartetto inizia a suonare, muovendosi in perfetta sincronia e macinando riff pesanti come macigni, proponendo come opener l'ormai classica Undertoker, presa direttamente da Greenferno, del 2015, che a fine serata risulterà essere l'album più suonato dello show, venendo ripreso praticamente nella sua interezza. La prestazione offerta dai Belzebong è decisamente coinvolgente, anche solo grazie alla pura fisicità della musica proposta, che contrasta con una certa staticità on stage e al pressoché totale mutismo nell'intera ora e mezzo di concerto (strumentali fino in fondo verrebbe da dire). Nonostante ciò, il paradigma fondamentale del genere proposto è rispettato, l'atmosfera è pesante, densa di toni acidi e psichedelia, e il pubblico reagisce al meglio ad una prestazione senza alcuna sbavatura. Da sottolineare l'ottimo lavoro fatto dall'Alchemica Music Club nella gestione dei suoni: i bassi sono udibili chiaramente senza per questo prevaricare il lavoro delle due chitarre, la cui resa è (per quanto possibile) quasi identica a quella su disco. Il risultato è un wall of sound di proporzioni mastodontiche, con la formazione che va a ritroso nella propria discografia fino all'acclamatissima Acid Funeral. Tralasciando infine per un attimo la solidissima prova dei Belzebong credo sia doveroso sottolineare la reazione del pubblico italiano a quest'unica data sul suolo nazionale del quartetto: l'Alchemica praticamente scoppia, in tempi recenti una tale affluenza al locale era stata vista solo per la calata degli svedesi Shining, realtà ben più affermata a livello internazionale, fatto che ancora una volta palesa la crescente diffusione e capillarizzazione di un genere rimasto fino a poco tempo fa nel più fumoso underground.
SETLIST BELZEBONG 1. Undertoker 2. Bong Thrower 3. Goat Smokin' Blues 4. Inhale in Hell 5. Diabolical Dopenosis 6. Witch Rider 7. Acid Funeral
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