E’ uscito da poco un Cd molto interessante firmato Soul Takers, venato da una impostazione classica che lo rende un po’ diverso dai normali prodotti di questo settore. Una chiacchierata con Andrea serve ad approfondire l’analisi della loro musica.
1 – Ok, partiamo con una domanda fin troppo ovvia e scontata, ma comunque utile per un gruppo che vuole farsi conoscere. Mi fai un po’ di storia del gruppo?
- Si, la band è nata a metà degli anni 90 dalla spinta delle sorelle Badalini, piano e chitarra. All’inizio per gioco, come cover band, e poi si è sviluppata cercando una strada più nelle loro corde, essendo loro musiciste classiche , provando ad inserire il pianoforte come elemento fisso delle composizioni, mentre prima Federica si occupava della chitarra. Poi i soliti cambi di line-up fino ad arrivare al primo demo, “Through the silence of words”, quindi, dopo il ritorno del cantante originale abbiamo firmato per la Northwind Records ed abbiamo pubblicato “Tides”. Cause varie hanno poi portato allo split con loro e dopo ci siamo felicemente accasati con la Dragonheart…
2 – Che non mi sembra male.
- No, no, anzi, rispetto alla Northwind ha molti più agganci promozionali, più esperienza, più storia, e si può raggiungere l’estero più facilmente. Adesso abbiamo pubblicato questo secondo album, “Flies in a Jar”, e….vediamo cosa ci riserva il futuro.
3 – Come sta andando il disco?
- Non abbiamo ancora un report ufficiale delle vendite, faremo un po’ di conti ad inizio Settembre con Enrico della Dragonheart. Le recensioni sono molto altalenanti, vanno dal fenomenale allo schifo totale, perlomeno non lasciamo indifferenti.
4 – Ma sai…dipende anche da chi prende il CD, se si tratta di un amante del genere è un conto, se si tratta di uno che ascolta solo Death Svedese per esempio, è un altro.
- Bè si, immagino che per un amante del Thrash risultiamo abbastanza noiosi, del resto non pretendiamo che la nostra proposta piaccia a tutti.
5 – Bisognerebbe inviare i propri lavori non alle webzine in generale, ma a certi recensori che seguono i vari generi...
- Si, io per esempio se ascoltassi un disco Grind potrei valutare la tecnica, ma di altro non saprei proprio cosa dire. Comunque è normale che ognuno dica la sua.
6 – Senti, per inquadrare il vostro genere, anche se queste cose personalmente mi danno molto fastidio….
- Allora siamo in due.
7 – Ecco, voi comunque vi ritrovate nella definizione di Gothic?
- Mmmm….molto relativamente…
8 – Speravo di sentirti dire qualcosa del genere, perché non mi sembrate tipicamente Gothic.
- Le recensioni ci hanno definito da Gothic a Dark, da Prog a Metal Classico, al Metal da camera, (molto carina questa – NdR). C’è una parte Gothic, più che altro per le atmosfere.
9 – A me pare che sia la parte prettamente classica a tenere su il tutto.
- Si, sicuramente una forte influenza della musica classica c’è. La musica viene composta da musicisti che vivono la classica nella loro esperienza di tutti i giorni, Francesca e Federica sono pianiste professioniste, per cui…Dino e Jari hanno studiato musica classica, è impossibile lasciare il tutto al di fuori del gruppo.
10 – Le parti metal mi hanno ricordato come ritmica certe cose che si sentivano negli 80’s.
- Bè, i primi Helloween, i Savatage, sono stati tra le nostre influenze di quando eravamo “pischelli”.
11 – Sai che quando ho cominciato ad ascoltare il genere, 80/81, venivo sbeffeggiato perché sostenevo che il metal era la classica contemporanea? Forse a sentire gente come voi non mi sbagliavo poi di molto.
- Sono d’accordo con te sia Francesca che Federica. Anche sulla scorta dell’esperienza di gruppi come i Rage, c’è sicuramente del vero, poi ognuno la vede a suo modo, in noi la cosa è certamente abbastanza plateale.
12 – La vostra musica mi sembra molto cinematografica. Ho visto che avete accompagnato la proiezione del vecchio “Nosferatu” dal vivo a Parma, me ne parli?
- Si, in formazione ridotta , senza basso e voce, il tutto deriva dal lavoro di Francesca presso la Cineteca Italiana di Milano ed accompagna i film muti che vengono proiettati. Da lì un progetto parallelo dei ST come compositori di musica da film. Siamo arrivati nei primi tre a “Le strade del Cinema” di Aosta, (Rassegna proiezione films muti – NdR).
13 – Attività live?
- Abbiamo una data acustica il 29 a Milano dove presenteremo l’album in versione acustica appunto, più alcuni brani di quello vecchio. A Settembre, in base ai dati di vendita, cercheremo di pianificare un tour italiano.
14 – Ma con la vostra impostazione classica vi ritrovate nel giro moderno?
- Poco, il trend del momento punta sulla velocità a volte lasciando da parte l’emozione, per cui …..
15 – Siete rimasti soddisfatti del suono di “Flies in a Jar”?
- Molto, è il suono che volevamo da questo Cd, nel precedente non c’eravamo riusciti. Dopo magari uno vorrebbe sempre cambiare metà delle cose, è normale, ma con i buoni mezzi messi a disposizione dalla Dragonheart e con il lavoro di Stefanini che ha inciso molto, e che ci conosceva meglio rispetto alla prima esperienza e ci ha aiutato a scegliere certi suoni e certi arrangiamenti, è venuto fuori un bel risultato.
16 – Vuoi chiudere tu?
- Ringrazio te per l’intervista ed i lettori per la pazienza di averla letta, e vi invito a visitare il nostro sito www.soultakers.net ed il nostro Myspace per farsi un’idea del nostro sound.
Ok, a presto, Rock on.
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