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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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BOB DYLAN - Teatro degli Arcimboldi, Milano (MI), 04/07/2023
06/07/2023 (1283 letture)
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Bob Dylan è da sempre un personaggio musicalmente divisivo, chi lo idolatra e chi non lo sopporta affatto. Fatto sta, e su questo non è necessario argomentare, che siamo al cospetto di una vera e propria leggenda con alle spalle album che hanno fatto incetta di riconoscimenti e canzoni riprese da una moltitudine di artisti di ogni genere ed estrazione. Nell’occorso, si trattava del tour di supporto all’ultima, ennesima fatica discografica, quel Rough and Rowdy Ways del 2020 accolto in maniera entusiastica da critica e pubblico. A partire dall’organizzazione, vediamo com’è andata la seconda serata della calata italica BOB DYLAN Location recentemente al centro di comprensibili doglianze per via del costo dell’ormai prossimo concerto di Iggy Pop, quella del teatro Arcimboldi, per quanto attiene acustica ed atmosfera d’insieme, resta purtuttavia sala privilegiata per spettacoli della natura di quello appena trascorso. Da tempo, veniva propagandato come l’evento sarebbe stato “phone free” e difatti, all’ingresso i dispositivi cellulari venivano riposti, in modalità silenzioso/aereo, dentro un contenitore con chiusura stagna. Nonostante vi fossero preoccupazioni in tal senso, si apprezza un gran lavoro dello staff che non ha sostanzialmente rallentato il flusso, né in entrata né in uscita per lo “sblocco”. Entriamo e, nella generale convinzione che vi sarebbe stato il consueto “quarto d’ora accademico”, ci intratteniamo al bar se non quando, notate le luci ad intermittenza tipiche dei teatri, decidiamo di non correre rischi ed entriamo in sala appena scoccate le 21. Ed ecco la prima criticità: nulla quaestio sul meticoloso rispetto dell’orario di inizio senonché avrebbero dovuto implementare le maschere in quanto coi cellulari inutilizzabili, di fatto i partecipanti erano privi di fonti di illuminazione ed in balia dell’unico addetto presente, coi posti/file non percettibili ad occhio umano. Ciò ha rallentato, non poco, il prendere postazione nei posti assegnati, con lo show in corso d’opera. Seconda perplessità, le luci di scena erano eccessivamente soffuse, rendendo il protagonista della serata una mera ombra, scelta deleteria a usare un eufemismo. Dylan si presenta in formazione a sei, voce/piano, due chitarre, basso (elettro/acustico), batteria e steel guitar/violino. Si comincia con un brano della non recente produzione, Watching the River Flow che meglio non poteva scaldare la platea. E’ doveroso precisare, come tante altre volte, che sarebbe stato insensato ed ingeneroso aspettarsi, oltrepassati gli ottant’anni, un’artista somigliante al glorioso passato. E’ peraltro Dylan stesso, e in ciò il nostro plauso, ad essersi via via reinventato adattandosi in tutto e per tutto allo scorrere del tempo. Lo stile vocale narrativo è quello consueto e da sempre caratterizzante, mentre il timbro, com’è nella natura, si attesta più cupo e roco, in taluni tratti ricordando quello di Mark Knopfler. Il pubblico, adulto e dotto, scevro da qualsivoglia pregiudizio ha fortunatamente apprezzato ogni singola nota, acclamando a più riprese il proprio beniamino. A metà performance viene presentata la band dopodiché arriva il turno delle cover, That Old Black Magic, canzone popolare americana scritta da Harold Arlen seguita da Brokedown Palace dei mitici Grateful Dead. Come prevedibile, la gran parte dei pezzi proviene dal citato Rough and Rowdy Ways mentre il sound generale, per via della composizione e resa in sede live della scaletta, è prevalentemente legato alla matrice folk-blues rendendolo fruibile anche ai semplici estimatori della buona musica. In un proseguo sonoro coerente ed ammaliante, si giunge infine al termine con la struggente Every Grain of Sand ove riecheggia l’armonica di questo delizioso pezzo di storia giunto alle ottantadue candeline, fautore del tour più lungo della storia il quale, sommesso e senza fronzoli, dopo un breve saluto accompagnato da una meritata ovazione, lascia il palco. Still Never Ending Tour! SETLIST BOB DYLAN 1. Watching the River Flow 2. Most Likely You Go Your Way and I'll Go Mine 3. I Contain Multitudes 4. False Prophet 5. When I Paint My Masterpiece 6. Black Rider 7. My Own Version of You 8. I'll Be Your Baby Tonight 9. Crossing the Rubicon 10. To Be Alone With You 11. Key West (Philosopher Pirate) 12. Gotta Serve Somebody 13. I've Made Up My Mind to Give Myself to You 14. That Old Black Magic 15. Brokedown Palace 16. Mother of Muses 17. Goodbye Jimmy Reed 18. Every Grain of Sand
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Onore a lui ma con una scaletta così mai sarei andato a vederlo |
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inossidabile, 82 anni e non sentirli |
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