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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Magnum - Chase the Dragon
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26/04/2025
( 114 letture )
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Poche band nel panorama hard rock hanno potuto vantare una longevità pari a quella dei Magnum, sfoggiata in oltre 45 anni di carriera dall’esordio Kingdom of Madness del 1978 fino all’ultimo lavoro in studio Here Comes the Rain del 2024, con ben ventitrè album in studio e una qualità e classe che ha accompagnato in ogni release della band britannica. Una carriera legata fortemente al duo Bob Catley - Tony Clarkin, vocalist e interprete dall’espressività sopraffina il primo, songwriter prolifico, raffinato e chitarrista efficace il secondo, un sodalizio che ha sviluppato capitoli essenziali dell’hard rock europeo, fino all’improvvisa e triste scomparsa di Clarkin un anno fa e poco prima dell’uscita dell’ultimo album, con la conseguente e logica decisione di Catley di mettere in pausa l’attività dei Magnum, quantomeno in studio. Chase the Dragon è il terzo capitolo della sfavillante carriera degli albionici, registrato a Londra ai Town House Studios nel 1980 e mixato ad Atlanta con la supervisione di Jeff Glixman (già produttore dei Kansas nei Seventies e in seguito noto per le collaborazioni con Gary Moore, Saxon, Black Sabbath, Yngwie Malmsteen e John Norum), l’album fu pubblicato solamente ad inizio 1982 e fu un vero punto di svolta, sotto diversi punti di vista, nel percorso dei Magnum. Scritto interamente da Tony Clarkin, il disco fu il primo grande successo commerciale della band che raggiunse il numero 17 delle charts UK e si impose con un suono fortemente pomp e carico di elementi sinfonici, grazie alle armonie vocali e ai potenti cori guidati da un Bob Catley in gran spolvero, nonchè all'ottimo lavoro del nuovo entrato Mark Stanway alle tastiere, che rimase una valida e fedele colonna della band fino al 2016. Chase the Dragon è anche il primo di una lunghissima serie di lavori in cui i Magnum si avvalsero della fantasia di Rodney Matthews, capace di dare un’arte visiva alla musica della band per svariati anni e qui raffigura una costruzione con al centro una torre fantasiosa, con una creatura mostruosa che emerge da un magma roseo e che ben raffigura quello che doveva essere il titolo originario dell’album, The Spirit. Il disco è allo stesso tempo graffiante, catchy e pomposo, con una manciata di songs diventate dei veri e propri classici della band e capaci di resistere con grande longevità tanto nei cuori dei fans quanto nelle scalette dal vivo. Si pensi proprio a The Spirit, dall’intro acustico che mescola influenze dei primi Led Zeppelin ma anche alcune venature prog dei Kansas, prima di accendersi di elettricità con un refrain semplice ma di grande ritmo ed efficacia che porta a un grande chorus in cui il maestro Catley si muove con grande destrezza e feeling.
The spirit that guides you follow it through To the spirit inside you always be true You know you'll despair If the spirit inside you used without care
Sacred Hour è un altro pezzo iconico dei Magnum, orchestrato dalle tastiere di Stanway che si ispira a Tony Banks dei Genesis e che mescola elementi di grande pomp rock con angoli progressive, terreno fertile per le melodie vocali abilmente intessute da Catley e davvero pezzo straordinario e senza tempo. E che divennero un vero trademark del quintetto di Birmingham. Non mancano pezzi di puro hard rock come On the Edge of the World, Walking the Straight Line e The Teacher, brani saldamente poggiati su riffs sapientemente macinati da Clarkin e andamenti tra Deep Purple e Whitesnake, ma è con i momenti più cadenzati e melodici in cui i Magnum alzano davvero il livello, si le si all’elegantemente cantata We All Play the Game o alla pianistica The Lights Burned Out, con una performance da brividi di Catley, vera ispirazione di quelli che saranno nei decenni successivi i Ten di Gary Hughes e gli Avantasia di Tobias Sammet poi. Molto efficaci anche la tirata Back to Earth e la conclusiva, più riflessiva e atmosferica, Hold Back to Your Love, due brani originariamente pubblicati in un EP ad hoc e successivamente incluse in una extended release.
Chase the Dragon è un ottimo disco, che ci consegna una band in gran spolvero, e una tappa molto importante per il prosieguo della carriera dei Magnum, che avranno modo di elaborare ulteriormente la componente pomp e sinfonica ben instradate su questo essenziale lavoro in studio. Un album elaborato e spontaneo al tempo stesso, non immune da alcuni passaggi ancora un po’ acerbi che saranno smussati nei lavori successivi, ma un caposaldo della musica dei Magnum e dell’intero hard rock melodico europeo.
I can hear them calling Hear the crowd applauding If it's real I like the feeling If I'm wrong who am I deceiving?
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I Magnum sono un gruppo magnifico che ha regalato alla musica delle vere e proprie perle immortali, ma che, come spesso succede, non ha avuto in termini di rientri commerciali quanto avrebbe meritato; Chase The Dragon ha contribuito a plasmare fortemente quello che diventerà poi il tratto sonoro distintivo della band, definendone i criteri principali. Capolavoro senza tempo da avere a tutti i costi...grazie @DJ per la recensione! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Soldier of the Line 2. On the Edge of the World 3. The Spirit 4. Sacred Hour 5. Walking the Straight Line 6. We All Play the Game 7. The Teacher 8. The Lights Burned Out 9. Back to Earth 10. Hold Back Your Love
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Line Up
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Bob Catley (Voce) Tony Clarkin (Chitarra) Mark Stanway (Tastiere) Wally Lowe (Basso) Kex Gorin (Batteria)
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