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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Magnum - The Serpent Rings
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24/01/2020
( 3905 letture )
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Un bel ritmo di uscite discografiche da parte dei Magnum. Ogni due anni un nuovo prodotto da parte di Tony Clarkin e soci, almeno negli ultimi tempi. Il chitarrista è un musicista prolifico, che sembra non smettere mai di lavorare, sempre sul pezzo con nuove ispirazioni. Lui è il fautore della scrittura di tutto il materiale e, in aggiunta, produce gli album, partendo dal primo rough demo infarcito di idee, sino ad arrivare al mix finale. E’ lui stesso ad ammetterlo: "Non appena una release è finita, comincio a raccogliere nuove idee. È così che ho lavorato fin dai primi anni Settanta, per me è il metodo ideale." Poi una frecciata chiara a quella che era la situazione discografica “dorata” degli eighties:” Grazie alla nostra attuale etichetta, godiamo di piena libertà artistica. Non siamo sempre stati in una posizione così fortunata. Durante gli anni ottanta, la label con cui eravamo in quel momento, voleva che suonassimo il più possibile orientati al pop perché speravano in migliori vendite. Lo odiavo quell’atteggiamento, nonostante il successo che abbiamo avuto”. Ma torniamo ai giorni nostri. Il qui presente The Serpent Rings esce in numerose versioni LP, cofanetto limitato, download digitale e pure in una versione vinilitica viola con due dischi, insomma, in casa del quintetto si fanno le cose in grande. 11 tracce basate sulle loro radici, AOR di classe innescato da brandelli fumanti di hard rock di spessore, esecuzioni cronometriche da parte di una formazione che registra un nuovo ingresso, il bassista Dennis Ward (Pink Cream 69, Place Vendome, Unisonic), per sostituire Al Barrow, che ha dovuto lasciare la band, stanca di dover subire problemi organizzativi visto che il bass player vive negli Stati Uniti e il resto della band nel Regno Unito. Il nome del celebre rimpiazzo è stato suggerito da Tobias Sammet degli Avantasia che ha raccomandato il nuovo innesto, descrivendolo come un grande musicista e cantante, esattamente ciò che i Magnum stavano cercando per rinsaldare la line-up.
Where Are You Eden? apre le danze con un up tempo sollevato da incipit di keyboards portanti, le partiture sfoggiano sensazioni epiche, il ritornello si apre e illumina il pezzo, mentre il tono rauco di Bob Catley dà il giusto imprinting: buona traccia senza dubbio, con un bel doppio guitar solo rallentato. Hard rock smagliante per You Can't Run Faster Than Bullets con la sei corde in primissimo piano, chorus anni ottanta accalappiante, oltre 5 minuti e mezzo di ottimi inserti, compresa la parte centrale delle tastiere, solismo di Clarkin parecchio incisivo, mentre Madman or Messiah mostra potenza strumentale e un approccio con testi duri e critici nei confronti dei salvatori autoproclamati, i nuovi santoni del 2.0. Le tastiere richiamano tonalità Supertramp, parti in falsetto e un inciso abbagliante, decisamente uno scampolo molto ben riuscito con armonizzazioni vocali e cori lucidati: solo prezioso di Tony Clarkin. The Archway of Tears è una gran semi ballad dove l’intonazione roca del frontman sale in cattedra e gli arrangiamenti delle key si fanno sognanti, supportati magnificamente dal resto della band, altro brano di valore palese, poi Not Forgiven torna a calpestare il sentiero hard rock, trasformandosi in una sorta di suite dotata di spunti brillanti, distillati nei 5:48 del timing. Se la title-track appare la song più dilatata dell’intero lotto, i quasi 7 minuti di svolgimento risultano magici per via di tante armonie vivaci e salite di tono che ci fanno salutare il ritorno dei Magnum con un olè, la classe del quintetto e la scrittura fanno il resto: solo guitar che strappa emozioni ed elogi. House of Kings è segnata dal cantato grintosissimo di Catley e un interludio jazzistico con tanto di pianoforte. Pezzo 8, The Great Unknown conferma le ottime sensazioni che permeano l’album, mentre Man si svela come una traccia straordinaria, ritmata, densa, un caleidoscopio dove si fondono hard. epic, rock e reminiscenze mixate tra Beach Boys, Queen e uno spizzico di Beatles, uno dei top di questo CD. Siamo in chiusura, The Last One on Earth è una ballad pianistica ricca di pathos e striature melanconiche, poi Crimson on the White Sand tira il tendone di fine show con un’interpretazione magistrale di tutta la formazione, ficcante nelle melodie e nella stesura articolata, dove piano, voce e chitarre fanno la voce grossa, confermando la bontà dell’impianto, con tanto di gong finale.
Il combo è pronto a partire, marzo 2020, per un intensivo tour del Vecchio Continente, tante date da headliner, con una serie di spettacoli, in parte, con la compagnia dei Gotthard, arriveranno anche sui nostri lidi con due tappe a maggio a Milano e Bologna, ottima chance per occhieggiarli in sede live. The Serpent Rings si dimostra un disco molto bello, calibrato, con un sound pieno e moderno, senza un filler, insomma i Magnum sono in forma sfavillante e pronti a scalciare nei loro spettacoli. A loro va un plauso sentito per la longevità e la qualità di questa ennesima release da studio, pollice alto per vecchi leoni indomiti come loro.
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11
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Band sottovalutatissima ma che classe, che grinta!
Mai una nota fuori posto. Basta ascoltare House of kings, con la sezione di fiati, per capire la qualità di questi artisti, semplicemente musicisti con la M maiuscola.
Straordinari.
Disco da 90 |
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10
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Over the top!....ad averne ancora oggi di band così! |
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9
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Album grandioso, non so quanto migliore rispetto Esacape f.t.s.g., ma da quel disco prende molto you can't run fast then a bullets che, con House of Kings sono per me i due pezzi forti. Per il resto mi sembra dopo pochi ascolti molto piu' orchestrato dei precedenti e vicini ai fasti del passato |
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8
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Classe, pura classe. Che disco. |
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7
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ho ascoltato solo un solo brano, ripassero' a cd comprato, ma ho notato anch io chitarre piu' metalliche, ma infatti per alcune cose, sembra di ascoltare il nuovo Diamond Head. Fortunatamente per i classici ci sano quas'anno e fine anno scorso gia' 3/4 albums molto importanti |
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6
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Stavolta si sono davvero superati, sound leggermente più Hard del solito ma tanta ispirazione e tante ottime idee, Catley è incredibile! Long live Magnum, ci vediamo a Milano! |
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5
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Veramente grandiosi i Magnum, insieme agli Uriah Heep per me sono gli unici" mostri sacri" che resistono ancora alla grande. |
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4
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Immensi, non sbagliano mai. Ennesimo grande album. Voto 80 |
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3
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non c'è molto da dire, è l'ennesimo bel disco della loro discografia. Mi ha un po' colpito il sound forse più metal del solito, ma l'epica è nelle loro corde da sempre. 80 |
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2
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Ancora una volta i vecchi leoni fanno centro pieno. Arrivederci a maggio |
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1
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Incredibili!! E ancora di più che la qualità delle loro uscite è sempre alta. Un'altro tassello prezioso ad una discografia che merita dal primo album all'ultimo (questo).. e successivi! Non vedo l'ora di vederli dal Vivo! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Where Are You Eden? 2. You Can't Run Faster Than Bullets 3. Madman or Messiah 4. The Archway of Tears 5. Not Forgiven 6. The Serpent Rings 7. House of Kings 8. The Great Unknown 9. Man 10. The Last One on Earth 11. Crimson on the White Sand
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Line Up
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Bob Catley (Voce) Tony Clarkin (Chitarre) Rick Benton (Tastiere) Dennis Ward (Basso) Lee Morris (Batteria)
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