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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Magnum - Here Comes the Rain
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14/01/2024
( 3555 letture )
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È un amaro calice quello che ci stiamo portando oggi alle labbra, uno di quelli che non vorremmo mai bere, uno di quelli che purtroppo saremo costretti a ricordare per tanto tempo; questa recensione avrebbe dovuto essere un momento di gioia per il nuovo disco dei Magnum, altro splendido tassello all’ interno di una discografia qualitativamente straordinaria. Purtroppo non sarà soltanto questo; sarà infatti anche un epitaffio, il saluto che non avremmo mai voluto fare, l’addio ad un musicista sublime, un compositore che definire eccellente sarebbe riduttivo. Ci ha lasciato purtroppo lo scorso 7 gennaio, a pochi giorni dall’ uscita di questo splendido Here Comes The Rain, il grandissimo Tony Clarkin, chitarrista, deus ex machina, nonché principale compositore della band. In oltre 46 anni di attività, con 22 dischi in studio pubblicati, a cui va ad aggiungersi il qui presente Here Comes the Rain, i Magnum e Tony Clarkin, complice anche la splendida voce di Bob Catley, sono stati fonte di ispirazione per orde di musicisti, non ultimo Tobias Sammett, i quali senza il loro esempio, probabilmente non avrebbero fatto questo mestiere nella vita, o comunque non si sarebbero semplicemente innamorati del rock. Come anticipato qualche riga sopra, la costante qualità prodotta nei decenni dalla band, ha fatto sì che a fronte di ogni nuova uscita, ci si aspettasse il "solito" gran bel disco dei Magnum, dando un po’ per scontato il fatto che non è poi così banale continuare a produrre dischi in maniera regolare per oltre 40 anni, ma soprattutto farne costantemente di ottima qualità, senza evidenti cali ispirativi; certo, avendo i Magnum di fatto inventato un genere, sono sempre rimasti fedeli al loro trademark di fabbrica, ma mai a scapito della qualità.
Anche Here Comes the Rain non sfugge a quanto sopra descritto, presentandosi subito come un disco Magnum al 100%, già a partire dalla copertina, affidata al grande illustratore, e compagno di tante avventure della band, Rodney Matthews, che come sempre cattura l’essenza di un mondo che fu, mettendo in immagine la sensazione che costantemente accompagna la musica dei nostri, ovvero la capacità di trasportare l’ascoltatore in un mondo fatato, regalandogli così momenti unici ed appaganti. Apre le danze una splendida Run Into the Shadows, canzone che ha la non banale capacità di avvolgere per tutta la sua durata l’ascoltatore nelle sue calde ed ammalianti melodie, che culminano in un ottimo ritornello che sarà impossibile dimenticare; siamo di fronte non solo alla "tipica" ottima canzone della band, ma ad un brano che nella sua pur semplice costruzione, emana una sensazione di freschezza compositiva decisamente inusuale per una band che calca i palchi da oltre 8 lustri. Ottima come sempre la prestazione di tutta la band, ed in particolare lo è quella di Bob Catley, il quale, nonostante le sue 77 primavere ormai concluse, non accenna ad avere il minimo calo vocale. Epica, coinvolgente e magniloquente risulta essere invece la titletrack Here Comes the Rain, che come spesso succede a questa tipologia di canzone, riepiloga lo spirito del disco e funge da faro esplicativo della scelta sonora della band; ottime sono infatti sia le partiture tastieristiche, che gli arrangiamenti in generale che la compongono, che fanno il loro lavoro immergendo l’ascoltare nelle trame visionarie dei nostri. Un'ottima intro di pianoforte, accompagnata dalla calda e avvincente voce di Bob Catley, ci introduce alla ballad Some Kind of Treachery, che con il suo elegante incedere, ci riporta alla mente i Magnum dei tempi che furono, quelli di On a Storyteller's Night, tanto per dare un riferimento temporale. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un ottimo brano, nel quale la band risulta essere compatta e focalizzata, imprimendo ancora più magniloquenza al risultato finale. Sulla falsa riga dell'opener, risulta essere la successiva After The Silence, ovvero dotata di splendide melodie vocali sulle strofe, baciata da un gran bel ritornello melodico ed ispirato, ed incorniciata in meravigliosi arrangiamenti di tastiera di un Rick Benton veramente in stato di grazia. Repentino cambio di passo nella rockeggiante Blue Tango, canzone che ci ricorda anche il lato più muscolare dei Magnum, e nella quale band dimostra chiaramente di avere ancora energia da vendere, nonostante gli anni passati on the road. Da segnalare come particolarmente riusciti il pre-chorus e lo special prima del solo di tastiera di Benton, nonché l’ottimo solo finale del mai troppo apprezzato Tony Clarkin. Scorre che è una meraviglia Here Comes the Rain, regalandoci canzoni ottime, ben composte e squisitamente arrangiate, ma i Magnum sono una band esperta, e per questo hanno deciso di piazzare nella seconda metà dell’ album due dei migliori pezzi dello stesso, ovvero l’epicheggiante The Day He Lied, con il suo incedere corale e marziale, le sue strofe decantate come se fossero poesie, ed il suo drammatico ritornello, e la non troppo dissimile I Wanna Live, la quale, grazie in particolar modo agli splendidi arrangiamenti di pianoforte, sopraffini soprattutto nella parte finale, ci ricorda quanto forte sarà nel tempo a venire, la mancanza di nuova musica di Tony Clarkin & Co. Ottime anche le rimanenti The Seventh Darkness e Broken City, baciata da splendidi arrangiamenti di fiati la prima ed impreziosita dalla partecipazione di Nick Dewhurst alla tromba e di Chris ‘BeeBe’ Aldridge al sax; decisamente evocativa ed attuale la seconda, articolata, quadrata e, neanche a dirlo, nuovamente epicheggiante e magniloquente risulta essere la conclusiva Borderline, sigillo finale di un disco veramente splendido.
Fa male pensare che Here Comes the Rain sia destinato ad essere il canto del cigno di una band immortale e fuori dal tempo come i Magnum, e soprattutto fa male pensare che un artista splendido come Tony Clarkin non ci sia più… Non ci sono parole giuste o sbagliate in questi momenti e onestamente ha poco senso abbondare nelle commemorazioni stucchevoli. Diremo soltanto che nonostante tutto, una piccola consolazione rimane la consapevolezza che la sua splendida musica, ed i dischi dei suoi Magnum, rimarranno nei nostri cuori per sempre!
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14
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VOTO 100 SENZA AVER ASCOLTATO L\'ALBUN. Certi valori prescindono dall\'immeiato. Ed il valore della band MAGNUM travalica ogni moda ed ogni giudizio. Una musica calda, potente e coinvolgente senza essere inutilmente fragorosa o stucchevolmente melodica. RIP Tony. You will definitvely get the WING OF HEAVEN. Hail today and tomorrow. |
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13
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Disco di grande qualità,band straordinaria...alla fine dell\'ascolto gioia per un lavoro veramente notevole e tristezza allo stesso tempo...voto 85. |
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12
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Sarà inevitabilmente e tristemente l\'ultimo capitolo di una delle discografie più nutrite e di qualità della scena..Onore a Tony Clarkin e Bob Catley per averci regalato innumerevoli perle.
Difficile valutare lucidamente questo lavoro perché inevitabilmente le emozioni sono troppo invadenti.
Dopo qualche ascolto mi sembra il \"solito\" grande disco, forse più sinfonico e orchestrale degli ultimi.
Meravigliose Some Kind of Treachery e Borderline, ma scorre una meraviglia dall\'inizio alla fine.
Keep the night light burning! |
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11
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Sarà inevitabilmente e tristemente l\'ultimo capitolo di una delle discografie più nutrite e di qualità della scena..Onore a Tony Clarkin e Bob Catley per averci regalato innumerevoli perle.
Difficile valutare lucidamente questo lavoro perché inevitabilmente le emozioni sono troppo invadenti.
Dopo qualche ascolto mi sembra il \"solito\" grande disco, forse più sinfonico e orchestrale degli ultimi.
Meravigliose Some Kind of Treachery e Borderline, ma scorre una meraviglia dall\'inizio alla fine.
Keep the night light burning! |
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10
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Album bellissimo, a mio avviso anche superiore ai due (comunque ottimi) predecessori. Sarà probabilmente l’ultimo, non credo potrà essere altrimenti, ma - con perle come Some Kind of Treachery, Run Into the Shadows o After the Silence - in questo caso sarà un bellissimo epilogo di una lunga, fantastica storia. Voto 83 anche per me e grazie per questi 45 anni di splendida musica. |
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9
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Album bellissimo, a mio avviso anche superiore ai due (comunque ottimi) predecessori. Sarà l’ultimo, non credo potrà essere altrimenti, ma - con perle come Some Kind of Treachery, Run Into the Shadows o After the Silence - sarà una gran |
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8
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Finalmente lho ascoltato per bene, me lo sto gustando. Album bello e ispirato come tutti quelli che hanno fatto. Come avevo già accennato, ormai lo stile è quello degli ultimi 20 anni, perciò nulla di nuovo, è molto prevedibile, ma come dice Luka qui sotto, l'ispirazione ai magnum non è mai mancata. Band unica. Voto 76 |
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7
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Purtroppo è triste, almeno per me, pensare che questo sarà probabilmente l'ultimo album dei Magnum, di Tony Clarkin.Questa band per me ha rappresentato molto. Se posso fare una considerazione direi che la qualità , nonostante le cospicue uscite si è mantenuta decisamente alta.Solo ad un certo punto il suono si è cristallizzato su se stesso, forse un pochino troppo. Penso a vecchi album , come Wings of heaven, o Vigilante, dove sia in sede che di arrangiamento che di produzione, facevano capolino soluzioni più ricercate. Naturalmente questo non significa che la musica sia diventata scadente in seguito, solo più prevedibile. Detto questo l'album in questione è davvero buono, anche se non saprei preferirne uno fra gli ultimi,(forse The Visitation).R.I.P Tony e grazie per la tua splendida musica. |
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6
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Per chi non lo sapesse hanno copiato il nome forse da un noto gelato oppure dal bottiglione da 150 cl, mi hanno detto in piazza. |
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5
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@Warrior 63 così però mi fai commuovere... |
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4
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È strano pensare che sia l\'ultimo album dei Magnum...da quando mi è arrivato,non sono ancora riuscito ad aprire la confezione.. triste... posso solo dire grazie a questo artista fantastico che mi ha regalato decenni di emozioni.conserverò gelosamente il suo autografo. |
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3
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Il solito album dei Magnum, niente di nuovo, ormai la band va col pilota automatico. Però è sempre ispirata, perciò va bene così. Canzoni molto belle, emozionanti, non sorprendono ma si godono. Un epilogo fantastico. Uno dei miei gruppi preferiti. Ancora devo ascoltarlo bene per dare un giudizio definitivo, ma è il solito bel disco, e probabilmente l\'ultimo, di questa band. |
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2
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Gran disco, degna nota di chiusura di un capitolo di hard rock durato 50 anni e marchiato da una musica raffinata, melodica, a tratti pomposa.
RIP Tony. |
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1
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Rip Tony... questo disco è il miglior canto del cigno possibile. Lo reputo stupendo e fa male pensare che sia l ultimo album di questa band immensa |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Run Into the Shadows 2. Here Comes the Rain 3. Some Kind of Treachery 4. After the Silence 5. Blue Tango 6. The Day He Lied 7. The Seventh Darkness 8. Broken City 9. I Wanna Live 10. Borderline
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Line Up
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Bob Catley (Voce) Tony Clarkin (Chitarra) Rick Benton (Tastiera) Dennis Ward (Basso) Lee Morris (Batteria)
Musicisti Ospiti: Chris ‘BeeBe’ Aldridge (Sassofono) Nick Dewhurst (Tromba)
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