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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Entartung - Peccata Mortalia
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( 2329 letture )
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I ricercatori più accaniti del "norse" sound non si saranno fatti scappare gli Entartung quando, un paio d'anni, fa pubblicarono il loro debut, Krypteia, sfoggiando un gradevolissimo black metal melodico e di stampo teutonico, ma con delle atmosfere e lineamenti che ricordavano il folgorante primo album dei Taake e le atmosfere più bucoliche di Arckanum. Dopo due anni, il nostro duo di Limburg continua il proprio percorso con la World Terror Committee, affinando decisamente le proprie competenze e il proprio stile. Al di là degli enfatizzanti intro-interludio-outro, connotati da un gravoso e melodico pianoforte, la struttura dei brani acquista un insieme di farciture swedish dei primi anni '90 (Marduk e Naglfar, soprattutto) che si intersecano con un'epicità degna dei Kampfar e degli Enslaved della fine di quella decade. Peccata Mortalia rientra perfettamente in quegli album-manieristi di questi ultimi anni che hanno come compito quello di ridestare i sogni dei gloriosi anni '90 scandinavi; mi vengono in mente le opere dei norvegesi Svikt o Throne of Katarsis, oppure degli svedesi Dråpsnatt o Skogen. Un tipo di black metal fatto di sintesi e di scelta, di selezione, di posizionamento dell'elemento adatto, al momento adatto. Ma così così dicendo, si rischia di cadere nel facile didascalismo. Basta invece ascoltare l'opener Blasphemaverit in Spiritum Sanctum per comprendere il meticoloso lavoro che c'è dietro ogni nota (a discapito del quasi clownesco titolo) e ogni progressione del brano: dal cambio delle atmosfere, che partono da un classico "standard black metal", per poi approdare a lidi più epici e malinconici, avvolti dai soffusi synth, agli approcci di voce pulita e alle diverse tipologie di riff che riescono a ribaltare completamente il mood del brano. Anche Out of Darkness, Into Light cresce nella sua malinconia, fino ad un'escalation che sfocia in un acustico interludio folk, seguito dagli overdrive, che vanno ad accentuare le stesse melodie. E come nel microcosmo di ogni brano, nel macrocosmo dell'album intero accade lo stesso processo di mutamento, Faith on the Scaffold alterna i ricordi dei primi Naglfar a quel groove contorto dei Gorgoroth, creando in più interessanti melodie all'interno di ogni riff, mentre le chitarre soliste si accavallano e si sovrappongono per tessere struggenti trame che arricchiscono la piangente epicità delle saghe nordiche. Ma il picco dell'album viene raggiunto con la lunghissima To conquer Immortality in the Depths, undici minuti di narrazione avvolti dagli effetti gelidi delle tastiere, dagli arpeggi distorti e da un senso di crescita incredibile. Le parti in mid-tempo suggeriscono marce marziali e infinite , che vengono raddoppiate dall'aumento dei tempi della batteria. Quel senso di epica tragedia e di malinconica bellezza si era potuta assaggiare, in questo delizioso modo, solo negli ultimi album degli Angantyr. Le tracce solcate in quei Hævn e Forvist sono perfettamente ricalcate dagli Entartung i quali tracciano una linea di continuità verso questo modo unico, ma allo stesso tempo universale, di fare black metal. Appena si oltrepassa la parte centrale del brano, il fruitore è immerso dai rumori ambientali e dall'inquietudine dei rintocchi acustici. I riff che cresceranno da questo interludio sono incredibili nel loro essere struggenti ed enfatici: tre chitarre compongono una lenta sinfonia, che si dirige verso un nostalgico crescendo, che sfumerà nel vuoto per lasciar spazio ad un brano che, a mio personale avviso, poteva collocarsi in una posizione precedente rispetto alla traccia analizzata. Ma non preoccupatevi perché non c'è alcun calo di climax o scomposizione grammaticale del songwriting. C'è la sottolineatura di come gli Entartung abbiano realizzato quello che per me è uno dei migliori album black metal dell'anno, portando avanti quella gloriosa tradizione nordica che da anni ci ha abbandonato.
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2
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è un signor disco.... Pardon |
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Questo un è signor disco, chapeau. 85 tondo tondo !!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Der Hölle Herr 2. Blasphemaverit in Spiritum Sanctum 3. Out of Darkness into Light 4. Faith on the Scaffold 5. Cimmerian Shade 6. To Conquer Immortality in the Depths 7. The Law of the Claw 8. Yawm ad-Din
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Line Up
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Vulfolaic (Voce, basso, synth) Lykormas (Chitarre, batteria, voci secondarie)
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RECENSIONI |
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