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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Cemetery Lust - Orgies of Abomination
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( 2018 letture )
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Quando, dopo il duro lavoro compiuto in sala prove, negli studi di registrazione ed in post-produzione, si giunge finalmente al momento in cui si può divulgare il proprio materiale, la band in questione dovrebbe porre particolare cura nella stesura di una biografia per presentare il proprio progetto ed accattivarsi una buona frangia di pubblico, instillando curiosità ancor prima che il disco cominci a girare nel lettore cd. Bene, questo dettaglio i Cemetery Lust se lo sono scordati o, più probabilmente, lo hanno condensato in una singola frase con la tipica strafottenza delle band che propongono un ignorantissimo black/thrash stracolmo di elementi gore. Dopo l’esordio discografico sotto Headsplit Rekords, i “cinque pervertiti alcolizzati posseduti da Lucifero per giocare con il thrash più marcio” hanno raggiunto un accordo con la Hells Headbangers per la pubblicazione di questo Orgies of Abomination, dai cui titoli si possono dedurre le malsane influenze di cui si fanno portatori Raypist e compagnia bella. Con tutte queste premesse, non ci si può attendere un disco curato nei minimi dettagli e dal concept introspettivo, quanto un disco portatore del massimo aspetto dissacrante del blackened thrash.
La claudicante Inhumane Indulgence ci circonda con la sua oppressiva minaccia, fungendo da breve intro prima di spararci dentro una Mass Grave Orgy. L’influenza degli Slayer risuona ad ogni battuta, accompagnandoci con un riffing lineare e vocals rabbiose; gli assoli non si discostano dalle scale dirompenti e qualche grido di leva, mentre gli stacchi richiamano più di una volta alcuni passaggi immortali di Reign in Blood. Certo, dopo quasi trent’anni ci si poteva aspettare un minimo di personalizzazione sonora in più, che andasse oltre i blast beat e alcuni isterici riff presi in prestito dal black metal novantiano, malgrado il chiaro intento dei Cemetery Lust di sparare tutta l’ignoranza del loro “snuff metal” in faccia all’ascoltatore. Ride the Beast, Malice in the Morgue, Intent to Molest e un’altra traccia qualunque seguono pedantemente il copione riff brutale - stacco di batteria - riff brutale - assolo gnaulante - riff brutale, diventando piuttosto prevedibili e facendo affogare l’ascoltatore nel tedio già dopo alcuni ascolti. Fortunatamente, l’elemento testuale è in grado di attirare l’attenzione durante il primo ascolto, vista la ricercatezza ignorante di liriche talmente cruente e dissacranti da sconsacrare cristallino, retina e nervo ottico dopo poche righe di lettura. Curiosando tra un testo e l’altro, il disco giunge alla sua prima conclusione, lasciandoci ben pochi ricordi della sezione strumentale: purtroppo, anche dopo svariate riproduzioni, questo si dimostrerà il più invalidante dei difetti di un album black/thrash, il cui intento prioritario era la ricerca d’immediatezza.
Orgies of Abomination è un disco come decine di altri, che paga una derivatività eccessiva dagli immortali Slayer ed è priva di alcuna personalizzazione. Violenza, cattiveria, velocità urticanti e testi talmente raccapriccianti da far ridere scuotendo un po’ la testa, sono condensate in un miscuglio di quasi quaranta minuti che, spesso, rischia di annoiare. Il problema di fondo di un disco come questo è la mancanza di qualche elemento che possa aiutare il disco a farsi ricordare una volta terminato; invece, appena l’ultima traccia si smorza, non ci rimane nulla di palpabile ed è come se non l’avessimo nemmeno ascoltato. Malgrado ciò, vi sono anche alcuni elementi positivi: prima di tutto, la volontà della band di esagerare nelle liriche ci porta a passare qualche minuto nel reperirle e farsi due risate; di sicuro, questa voglia di bruciare ogni minima briciola di politicamente corretto è riuscita nell’intento di creare un po’ di sano umorismo nel metallaro conscio dell’uso di tali tematiche, quanto di far inorridire tutti coloro che sono incapaci di comprenderne l’uso sarcasticamente provocatorio. Un altro elemento positivo riguarda la riproposizione dal vivo: per quanto questi pezzi non risultino sufficienti su disco, quando i Cemetery Lust li spareranno dal vivo in mezzo ad una bolgia infernale, potrebbero guadagnare ben più di qualche punto in termini di resa. In conclusione, Orgies of Abomination non è un disco consigliato, contiene parolacce e potrebbe urtare il metallaro più sensibile; ma, visto che la sensibilità del metallaro è diversa dalla sensibilità della gente comune, sono certo che gli darete un ascolto nonostante il voto e, magari, scoprirete che vi piacciono alla stregua dei film d’exploitation degli anni ottanta.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Inhuman Indulgence 2. Mass Grave Orgy 3. Bloody Whore Bath 4. Ride the Beast 5. Malice in the Morgue 6. Cyborg Sex Machine 7. Tenement 8. Devils Grave Disturbance 9. Intent to Molest 10. Cum on the Cross 11. S.T.D. (Sexually Transmitted Death) 12. Malefic Masturbation
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Line Up
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Andrew Angeldust (Voce) Nasty Nate (Chitarra) Squid Nasty (Chitarra) Raypist (Basso, Cori) Disgustor (Batteria)
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RECENSIONI |
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