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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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La Scandinavia negli ultimi decenni è stata locus cardine dello sviluppo musicale di diversi generi. Probabilmente è la terra che ha donato il maggior contributo allo sviluppo della musica estrema, specialmente nel suo lato più oscuro. Tra la fine degli anni '80 e inizi '90, il fermento di questa parte del mondo, fino ad allora poco esplorata in campo musicale, ha vissuto la sua epoca d'oro, portando nel mondo una ventata di aria fresca. Se ciò è vero per la musica estrema, lo è altrettanto per il panorama rock progressivo, che vede proprio grazie agli Änglagård, insieme agli Anekdoten, l'inizio di un'epoca che rappresenta l'evoluzione massima dell'era dei mostri sacri del genere. Partendo da quei mostri sacri, gli Änglagård, crearono un nuovo sound riprendendo il concetto compositivo schizoide ed estremamente complesso dei King Crimson, le sonorità e la strumentazione degli Yes e miscelando il tutto con le atmosfere cupe e malinconiche tipiche del folk scandinavo. Il risultato fu qualcosa di fortemente innovativo: nessuno prima di allora aveva basato la sperimentazione sul ripescaggio di un approccio compositivo ormai tenuto in vita solamente grazie a Fripp e soci. La giovanissima formazione di Stoccolma (facciamo presente che il batterista Mattias Olsson nel 1992 aveva appena 17 anni), compose un disco coraggiosissimo, presentando una tracklist di soli quattro brani quasi totalmente strumentali (fortunatamente, date le non eccellenti doti vocali di Tord Lindman) ed assolutamente privi di somiglianza rispetto a quanto proponeva il panorama progressivo dell'epoca. Fino a quel momento ciò che veniva proposto nell'ambito del progressive rock era collocabile in quella branca denominata "Neo Prog" che, tranne rare eccezioni, traeva la massima ispirazione dai Genesis, miscelandoli alle sonorità della new wave.
Ciò che viene proposto in Hybris è un'opera sinfonica che gioca in modo superbo con le escursioni dinamiche, valorizzando al meglio dei temi particolarmente ispirati e dalle sonorità del tutto inusuali per il genere. La produzione, contrariamente alla consuetudine del periodo, è molto asciutta e priva di quel retaggio iperstrutturato derivante dalla decade precedente. Questa intrinseca non commercialità, insieme ad una distribuzione pessima, rese il disco pressoché introvabile per anni, relegando questa band incredibile al supporto locale ed ad un pubblico internazionale fortemente di nicchia. Solo in tempi recenti, grazie alle possibilità offerte da internet, questa perla del progressive è stata riscoperta, convincendo la Alvarsdotter Music & Production a rimasterizzare e ristampare il disco nel non lontano 2009. La parola Hybris, che in greco vuol dire letteralmente "orgoglio, superbia", è perfettamente coerente con l'immagine dell'artwork, che sembra rimandare all'arte sacra dei popoli precoloniali sud americani, in cui è raffigurato infatti un sole dorato con al centro un viso di donna su un campo verde muschiato. Parliamo di un artwork che, seppur non eccezionale, identifica pienamente l'album, lasciando un'impressione semplice ed efficace.
Passiamo direttamente al giudizio finale sul disco, saltando la descrizione dei brani, poiché, considerata la complessità delle composizione, le informazioni fornite si rivelerebbero insufficienti e la lettura stucchevole. Con Hybris gli Änglagård, insieme ai già citati Anekdoten, gettano le basi per tutti i gruppi della scena progressiva scandinava che, anche se non direttamente collegati o ispirati al sound di queste band, ripercorrono i loro passi portando avanti lo stesso filone musicale che si standardizzerà negli anni, rendendo il progressive scandinavo unico e riconoscibile tra tutte le altre scuole. Per concludere, diciamo che si parla di un disco seminale, estremamente valido e godibile. Una di quelle perle rare che un appassionato di progressive non può non conoscere e possedere.
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6
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Di una bellezza sublime 90 |
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5
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visti a settembre a veruno,immensi.comprai il disco appena usci' ,il prog era in piena crisi dopo l'uscita di fish dai marillion e gli iq che dovevano ancora fare il comeback con "ever",questo e il debutto degli anekdoten furono la miccia che riaccese l'interesse verso il prog,merito anche del gran lavoro delle fanzine come "paperlate"e "arlequins",che tanto hanno fatto per mantenere vivo l'interesse verso questi gruppi. |
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4
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Il disco non ce l'ho, però ho buried alive dove ripropongono tutte le canzoni di hybris più sista somrar. Immensi. |
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3
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Hybris (1992) è una pietra miliare del Prog Rock fatelo vostro senza indugi, anche Epilog (1994) è BELLISSIMO. Änglagård MAESTRI. |
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2
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Una delle band migliori appartenenti al new progressive, insieme agli Anekdoten rappresenatno la punta di diamante del prolifica scena svedese. Consiglio anche il seguente Epilog del 1994. Ottima recensione, il voto pure! |
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1
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Gli svedesi sono i meglio. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Jordrök 2. Vandringar i Vilsenhet 3. Ifrån Klarhet Till Klarhet 4. Kung Bore
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Line Up
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Tord Lindman (Chitarra, Voce) Jonas Engdegård (Chitarra) Thomas Johnson (Tastiere) Anna Holmgren (Flauto) Johan Högberg (Basso) Mattias Olsson (Batteria, Percussioni)
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RECENSIONI |
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