|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Mastercastle - Enfer (De La Bibliothèque Nationale)
|
( 3755 letture )
|
“Enfer” è il nome della sezione comprendente i testi proibiti (cioè contrari alla morale) presenti nella Biblioteca di Parigi. Si dice che tale sezione sia stata introdotta addirittura da Napoleone, con l'intento di declassare gli scritti degli autori più “antisistema” dell'epoca (De Sade, Casanova, etc.). Enfer è anche il nome del nuovo album dei Mastercastle, il quinto in soli sei anni. Il progetto di Pier Gonella cresce di credibilità in uscita, grazie a una programmazione impeccabile e a un songwriting sempre più ispirato. Questo Enfer, purtroppo, non vede il grande John Macaluso alle pelli come il precedente On Fire; il drummer italoamericano è stato sostituito dal buon Francesco La Rosa, già in forza agli Extrema. I restanti tre membri della formazione, invece, sono confermatissimi. I testi del disco sono stati scritti dalla singer Giorgia Gueglio e costituiscono un interessante affresco, non troppo lontano dal concept, sul bisogno prettamente umano di ribellarsi al potere costituito e allo status quo. Enfer, già nella prima traccia The Castle, sembra proseguire nel processo di alleggerimento del sound avviato dal precedente On Fire. La buona notizia è che a tale alleggerimento non corrisponde un appiattimento o una commercializzazione (quasi per nulla) della proposta dei Mastercastle. La band suona dell'ottimo metal melodico, impreziosito dai fraseggi di chitarra neoclassici di Gonella e dalla voce intrigante e nient'affatto stereotipata della Gueglio.
L'opener è un brano fresco e accattivante, ben equilibrato tra momenti prettamente power, talvolta più duri e talvolta più sinfonici, e parti antemiche di sicura presa. Il bel riff d'apertura di Let Me Out ci guida all'interno di un altro pezzo ispirato, in cui i protagonisti sono di nuovo la versatile voce della Gueglio e la chitarra tanto epicheggiante quanto melanconica di Gonella. I Mastercastle dimostrano di aver assimilato il meglio del repertorio sinfonico e neoclassico presente sulla scena; non solo: la capacità del quartetto di riformulare i canoni del proprio macrogenere d'appartenenza secondo strutture personali è davvero pregevole. Naked è uno dei brani più dark del disco; l'occasione è buona per lasciare che la sezione ritmica mostri i muscoli. La voce della Gueglio, invece, si conferma adatta a guidare l'ascoltatore anche all'interno di tracce più oscure e impegnative (dal punto di vista interpretativo). Pirates, al contrario, dimostra come i Mastercastle, in questa nuova incarnazione più “leggera”, non siano immuni da fascinazioni provenienti da un certo tipo di symphonic metal “da classifica” tipico del Nordeuropa. Uno dei maggiori pregi di Enfer, comunque, è la sua dimensione atmosferica del tutto personale, la sua capacità di proiettare l'ascoltatore in un universo musicale coerente eppure non ridondante, né difficoltoso da assimilare. Questo, tutto considerato, ne fa con ogni probabilità il miglior album della produzione dei Mastercastle uscito finora. La prestazione sfoderata dall'intera band sulla title track è davvero esemplare, con una Gueglio da applausi e un amalgama eccellente della sezione strumentale, con il solito Gonella a guidare le danze con la sua personalità, la sua classe e i suoi interventi sempre efficaci. Straight to the Bone è un altro brano “interpretato”, che dimostra come i Mastercastle non abbiano nulla da invidiare alle più blasonate band continentali girl-fronted. Con Throne of Time i 'Castle si divertono invece a galoppare come degli ossessi, nella miglior tradizione power metal di inizio anni 90. Anche questa prova (che vede, tra l'altro, un'alternanza cantato femminile/cantato maschile) è abbondantemente superata. Il duo di canzoni successivo rappresenta gli estremi attraverso i quali i Mastercastle si sono riproposti di plasmare il proprio sound. Behind the Veil è l'unica vera ballata del platter, mentre Venice, con la già citata Throne of Time, è il pezzo più veloce del disco. La capacità di imbastire un discorso coerente all'interno di due tracce così distanti tra loro è l'ennesima riprova del talento compositivo dei Mastercastle. Venice, inoltre, si distingue dalle restanti canzoni per un interessante intermezzo fusion dal sapore retrò. La conclusiva Coming Bach è un rimando esplicito alle radici classiche della band. Si tratta infatti di un sentito rifacimento in salsa metal del Preludio in Re minore BWV 999 di Bach. Una più che degna conclusione per un album così trasversale e ben calibrato nei suoi riferimenti.
I Mastercastle sono cresciuti ancora dall'ultima uscita, pubblicata, in fondo, solo un anno fa. Quella che abbiamo di fronte è ora una band matura stilisticamente, tecnicamente e a livello compositivo. Il gruppo di Gonella è pronto a fare il grande salto continentale; speriamo che il fatto di provenire da una realtà marginale (per un certo tipo di metal) come la nostra non penalizzi troppo questo progetto. I numeri per fare il botto ci sono tutti.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
9
|
Disco banale e dilettantisco come pochi. Skip a manetta... |
|
|
|
|
|
|
8
|
prima di sparlare conosciamo pe band le persone combinado |
|
|
|
|
|
|
7
|
@giuseppe. I lacuna con i master castle non c'entrano assolutamente nulla tranne che per il passaporto e per avere una bella donna come cantante. E' il francese che ne approfitta sempre per fare polemica su Cristina e company |
|
|
|
|
|
|
6
|
cosa centrano lacuna con mastercastle due generi di musica differenti tutti sensi ps sosteniamo band made italy |
|
|
|
|
|
|
5
|
ho ascoltato "the castle" e il brano del video, le due canzoni mi piacciono un botto! l'artwork è opera dell'artista che disegna per blind guardian e rhapsody?? molto bello! |
|
|
|
|
|
|
4
|
disco senza infamia e senza lode. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Concordo con Hj, comunque disco gradevole e davveo bello l'artwork! |
|
|
|
|
|
|
2
|
non capisco questo continuo attaccare la scabbia e la band di riferimento. Con tutto il rispetto per sti mastercastle ma i lacuna (e la scabbia) se li mangiano a colazione da oltre 15 anni. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Non sono un super appassionato del power ma i Mastercastle mi hanno sempre convinto molto, soprattutto come giustamente è riportato nella ottima recensione (complimenti!) per il songwriting ispirato e per la sicura personalità che traspare dai brani. Ne è anche a riprove la prolifica produzione di album. Volevo anche sottolineare la classe e la bravura della cantante, poco pompata come qualcun'altra milanese/americana, ma di una professionalità (e penso anche cultura) di notevole livello. Veramente una ottima band. Poco marketing, tanta sostanza. Au revoir. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. The Castle 2. Let Me Out 3. Naked 4. Pirates 5. Enfer 6. Straight to the Bone 7. Throne of Time 8. Behind the Veil 9. Venice 10. Coming Bach
|
|
Line Up
|
Giorgia Gueglio (Voce) Pier Gonella (Chitarra) Steve Vawamas (Basso) Francesco La Rosa (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|