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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Unearth - Watchers of Rule
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( 3356 letture )
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La violenta mazzata da mezz'ora è un format noto nel mondo del metal estremo: tutti ci ricordiamo i danni causati dagli Slayer in quasi trenta minuti, per la precisione ventotto, con Reign in Blood. Ora, non siamo ovviamente di fronte a un disco di questa portata, ma la formula oramai nota è stata ripresa da questi ragazzi statunitensi che da dieci anni abbondanti fanno parte dell'enorme oceano dei gruppi metalcore. Nonostante gli Unearth si siano sempre distinti nel genere per un tocco di classe in più e di essenza pacchiana in meno, con questo Watchers of Rule compiono un notevole salto avanti. Ebbene sì, nonostante la breve durata e l'affollato genere di riferimento, il disco propone una componente metal molto più marcata rispetto a quella core. Nell'approccio al drumming e al cantato ci si avvicina di più al death e, a fronte delle diverse incursioni melodiche, il platter non perde quella carica energica e martellante, omogenea e ben distribuita. Rispetto alle precedenti uscite il sound è ancora più pesante e cattivo, carico e moderno. Le canzoni prese singolarmente sono piacevoli, ma ascoltato dall'inizio alla fine senza pause il disco rende particolarmente bene.
In un cliché che rimanda all'inizio di Blackened dei Metallica, il disco si apre con un Intro che presenta una coppia di chitarre che si muove all'unisono. Passano solo quaranta secondi prima che The Swarm si agganci con un attacco incredibilmente violento e death: alcune tracce di neoclassicismo si possono sentire nella linea melodica del ritornello, ed i numerosi cambi di tempo, accompagnati dalle ritmiche intricate delle chitarre, costituiscono un ulteriore elemento armonico che dona una certa musicalità al pezzo, lasciandoci gradevolmente sorpresi. Lifetime in Ruins tiene altissima la prova alle pelli del nuovo batterista del gruppo Nick Pierce, costruendo un'intera canzone attorno al forte impatto ritmico del suo stile. Guards of Contagion è uno dei migliori pezzi del platter, con un riffing iniziale esaltante e che ci fa sentire come se fossimo in procinto di scalare marcia prima di accelerare. Tutta la canzone risente di una maggiore spinta melodica, costruita attorno a dei fraseggi delle chitarre che si intrecciano in maniera convincente e che proseguono aprendo anche il successivo brano. From the Tombs of Five Below torna a delle atmosfere più tirate e fredde, ma non per questo noiose. Il disco è quindi oggettivamente in una serie positiva che non accenna a decadere. Never Cease si porta avanti in maniera ossessiva, sfoggiando una delle migliori prove vocali del furioso Trevor Phipps, fino a giungere a un azzeccato intermezzo melodico che ci fa respirare, prima di ricadere profondamente negli inferi della violenza e della rabbia. Pur parlando di metalcore, è incredibile come non abbia ancora nominato la parola "breakdown": nonostante essi siano presenti nelle canzoni, è apprezzabile come non siano elementi intorno alla quale giri il pezzo, ma passaggi ben integrati e che fanno di Watchers of Rule un'uscita diversa dalle solite accozzaglie di palm muting senza cervello. Con Trail to Fire ritornano i fraseggi di chitarra dal taglio quasi maideniano, che accompagnano una canzone più nella media e nei canoni. To the Ground mette in risalto intervalli dissonanti e un riffing che tira in ballo di tanto in tanto delle posizioni diminuite che creano un ascolto ostico e freddo, ma non per questo spiacevole. Burial Lines è una cavalcata rapida e frenetica che termina in un pesante breakdown che rallenta l'andatura con una frenata che non ci aspettavamo e Birth of a Legion procede in maniera analoga, mantenendo il livello medio del platter alto e tirato. Nelle linee vocali sono presenti dei richiami alla precedente Never Cease, che creano una sorta di leggero leitmotiv godibile e che sarebbe stato ancora più apprezzato se studiato meglio. Siamo prossimi alla fine e le atmosfere arcigne e cattive aprono la cupa title track. Watchers of Rule è la martellata finale che chiude un disco ad alto rendimento, carico e sprezzante, regalandoci una lasciata dal sapore meno rozzo e più inquietante.
La versione deluxe del platter contiene due tracce bonus. Throes of Remission è un pezzo non all'altezza dei precedenti e gira attorno alle delle sfuriate effettate e ripetute di Trevor Phipps. Un peccato però che l'idea non renda ottimamente nel complesso, rendendo il brano in maniera non proprio convincente. L'ultima traccia è invece una cover della celebre Spirit in Black degli Slayer, tratta dall'indimenticabile Season in the Abyss. Gli Unearth da sempre hanno dichiarato una forte ispirazione ai thrasher americani e numerose volte hanno fatto dei tour con loro. La cover non aggiunge nulla di particolare all'originale, risultando parzialmente superflua.
La produzione del disco è buona: i suoni sono potenti ma non per questo sotto il noto effetto delle "loudness war" che tanto penalizzano alcuni lavori di questo genere. Le performance dei musicisti sono tutte impeccabili, dalla coppia McGrath/Susi alle asce, alla sezione ritmica Maggard/Pierce. Il disco risulta nel complesso scorrevole e senza ombra di dubbio valido e come precedentemente detto, il sound e il trend qualitativo delle canzoni risultano particolarmente omogenei e costanti. Non ho parlato infatti di canzoni-capolavoro, ma neanche di canzoni non riuscite. In conclusione, adornato di una copertina in scala di grigi dai minuziosi dettagli, Watchers of Rule è ampiamente consigliato anche (e soprattutto) a chi non manda giù facilmente il metalcore, vista la sua spinta particolarmente death, che lo rende più versatile e adatto a diversi palati.
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6
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notevole,ci sono arrivato con 4 anni di ritardo....ma ci sono arrivato,è un bell'album come non ne sentivo da tempo,la componente thrash c'è e si sente in tutto l'album ed è quella che preferisco,qualche inserto più melodico ma non sa di finto,è tirato ostico e un suono potente senza essere pompato,ascoltatelo perchè se lo meritano. |
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5
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Ciao Luca, quoto la risposta di Harry Manback. Senza ombra di dubbio gli Unearth sono uno dei gruppi più piacevoli nell'ambito metalcore, anche per chi non è un appassionato del genere. Io ti consiglio di sentirti bene questo disco e poi di passare anche su quelli citati da Harry come III:In the Eye of Fire  |
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4
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The oncoming storm e III:in the eyes of fire sono i migliori,metalcore mischiato a swedish thrash/death e metal classico...dai un'ascoltata a zombie autopilot,praticamente gli iron maiden in salsa metalcore |
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2
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questa band non la conosco quali album mi consigli? |
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1
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Per quanto mi riguarda, il miglior gruppo di ''metalcore moderno''. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. The Swarm 3. Lifetime in Ruins 4. Guards of Contagion 5. From the Tombs of Five Below 6. Never Cease 7. Trail to Fire 8. To the Ground 9. Burial Lines 10. Birth of a Legion 11. Watchers of Rule 12. Throes of Remission 13. Spirit in Black (Slayer Cover)
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Line Up
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Trevor Phipps (Voce) Buz McGrath (Chitarra) Ken Susi (Chitarra) John "Slo" Maggard (Basso) Nick Pierce (Batteria)
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