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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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While Heaven Wept - Suspended at Aphelion
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( 3090 letture )
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A leggere le informazioni in rete riguardanti gli While Heaven Wept si nota la ricorrenza del termine "doom" nelle indicazioni di genere. Se tuttavia si supponesse, come sarebbe ovvio, che il doom sia un tratto caratteristico del qui presente disco, non si potrebbe essere più fuori strada. La ragione di questa incongruenza si trova semplicemente nel passato: la band nacque nel 1991 proprio come formazione death/doom, ma già all'esordio, ben sette anni dopo, gli estremismi erano scomparsi, lasciandosi dietro un decadente stile di doom melodico che già preludeva ad ulteriori mutazioni. I sedici anni successivi hanno visto questa strana creatura mutare ancora forma nel corso di quattro dischi, arricchendo il proprio sound con orchestrazioni, fino a giungere al colorato, ispiratissimo prog/power che sta alla base di questo Suspended At Aphelion, il quale dei canoni del genere incorpora forse la forma esteriore, ma nessun trito cliché.
Sebbene sia diviso in diversi, spezzoni il disco sembra concepito come una sola lunga suite, tant'è vero che molte delle undici "canzoni" presenti sono più che altro brevi frammenti di un insieme. Suspended At Aphelion si apre con una lunga introduzione di chitarra acustica e archi, che avvolge l'ascoltatore prima di catapultarlo nell'epico viaggio concepito dalla band. La classe con cui è condotta la base di batteria è già dalla prima canzone inequivocabile: ci troviamo di fronte al leggendario Mark Zonder, ex-Fates Warning presente qui come ospite insieme al vecchio compagno di band, il chitarrista Victor Arduini. Icarus And I è una presentazione di quello che verrà dopo, con la possente voce di Rain Irving che lascia spesso spazio alle divagazioni strumentali delle chitarre (ma non solo) o si unisce ad esse in cori travolgenti. Fa anche capolino una voce sporca molto azzeccata, che avrebbe certamente potuto ritagliarsi uno spazio più ampio nell'opera. Le melodie fluiscono l'una dopo l'altra, dalla struggente Heartburst alla più orchestrata e apocalittica Souls in Permafrost, passando per la possente sfuriata orchestro-chitarristica di Indifference Turned Paralysis. Il breve frammento Searching The Stars rappresenta il momento più epico del disco, in cui il ritornello è al centro assoluto dell'attenzione. Ben presto, tuttavia, gli strumenti tornano padroni della scena e in Lifelines Lost si sviluppano in una serie di assoli limpidissimi e perfettamente concatenati che conducono alla conclusiva outro Retrospectus, una breve strumentale che ha qualcosa dell'Ouverture 1812 di Čajkovskij e chiude sommessamente ma con gloria il percorso. Quaranta minuti scarsi di musica potrebbero sembrare pochi per undici brani, ma la musica degli While Heaven Wept non si calcola in questo modo: essa è costituita da componenti, frammenti concatenati gli uni agli altri per formare diversi movimenti di un'unica sinfonia, un'unica opera. E sono a volte proprio questi frammenti ad emozionare e a richiedere di essere riascoltati ancora e ancora, come la nostalgica Reminescence Of Strangers.
Il lavoro compiuto in questo disco è stilisticamente impeccabile: non soltanto, naturalmente, per le indubbie capacità strumentali di membri e ospiti, ma soprattutto per il bilanciamento tra le diverse composizioni e l'ispirazione che ha portato a crearle. La band ha compiuto un grosso passo con Suspended At Aphelion, il che non significa per forza un passo verso il meglio (può darsi che così non sia per molti fan), ma certo rappresenta una decisione coraggiosa. Se cambieranno ancora o resteranno fedeli al nuovo corso non è dato sapere, ma certo è che una qualità simile merita un plauso, qualunque sia il genere proposto.
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4
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Per me sono stata una clamorosa scoperta. Un album che mi ha stregato. Uno dei vertici del 2015 |
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3
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Secondo me è un deciso passo indietro rispetto al resto della discografia di questa band meravigliosa, ma comunque molto godibile. D'altra parte con una voce come quella di Irving (tra le migliori che si possano trovare in circolazione), vero asso nella manica del gruppo, è difficile sbagliare completamente. Positivo è anche il fatto della breve durata, perchè secondo me, in questo genere, la lunghezza spesso diviene prolissa e stucchevole. Darei un 77. |
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2
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Quest'album può sembrare meno epico e vasto dei precedenti ma è sempre un album magnifico. La band lo è |
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1
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E un gran bel disco, molto riuscito. Però ho preferito il precedente "fear to infinity". Forse un pò più semplice e diretto. Quest'album ha un maggior fascino ma alla fine di ogni ascolto mi lascia con un senso di "mancanza"., non so come spiegarlo In ogni caso voto giusto e meritato |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Introspectus 2. Icarus and I 3. Ardor 4. Heartburst 5. Indifference Turned Paralysis 6. The Memory of Bleeding 7. Souls in Permafrost 8. Searching the Stars 9. Reminescence of Strangers 10. Lifelines Lost 11. Retrospectus
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Line Up
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Rain Irving (Voce) Scott Loose (Chitarra) Tom Phillips (Chitarra, Tastiera, Voce) Michelle Loose-Schrotz (Tastiera) Jason Lingle (Tastiera) Jim Hunter (Basso, Voce) Trevor Schrotz (Batteria)
Musicisti Ospiti: Victor Arduini (Chitarra) Mark Zonder (Batteria)
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RECENSIONI |
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