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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2462 letture )
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È ormai circa un quarto di secolo che il rigido confine tra jazz e metal estremo è stato mandato in frantumi dai grandi e sfortunati nomi del death dei Novanta, aprendo la strada all'improbabile connubio anche altrove (ad esempio da anni i norvegesi Shining propongono un black/industrial con sassofono in funzione caotica). Una band death con rimandi jazz non è quindi definibile novità, non più, ma uno spirito osservatore deve aver notato in questi anni un paio di cose a riguardo: primo, un tale connubio non è per tutti, ma per una ristrettissima nicchia di appassionati; secondo, un tale connubio non è DA tutti, le band che vi si dedicano restano poche e quelle davvero degne di nota ancora meno. Non c'è da stupirsi quindi se leggendo le informazioni sui Duality, dapprima un po' seccato dalla vista di un'ennesima band tech death, io mi sia illuminato alla vista delle parole "jazz" e "violino stabile in line-up". La band, tutta italiana, formata nel 2001, si presenta solo quest'anno con il primo full lenght, "meditato" per quattro anni dopo i due EP del 2005 e 2011. Vediamo il risultato di questa lunga riflessione.
Elektron, o meglio ἤλεκτρον, era l'antico nome ellenico dell'ambra, dalle cui proprietà elettrostatiche derivò il nome "elettricità": il doppio rimando del titolo si pone in analogia con la duplice natura della musica in esso contenuta, l'una bella e pacata come l'ambra, l'altra elettrica, rapida e potenzialmente devastante. Resta da vedere che tipo di jazz e che tipo di death ci presentano i Duality: nella loro anima più tranquilla essi si esprimono con parti strumentali minimaliste, niente fiati, solo corde. La strumentazione tradizionale del rock e lo stile melodico fanno pensare certo più alla fusion di Pat Metheny che a Miles Davis, ma il violino del tuttofare Giuseppe Cardamone si avventura anche su lidi classici in intermezzi ben congegnati, anche se piuttosto brevi. L'alter ego di questo disturbo bipolare è un death potente, tecnico ed affilato, che spesso si attesta su mid-tempos rocciosi e si vale di un apporto tecnico di primissima qualità, sia da parte delle chitarre che della sezione ritmica, in cui si staglia nettamente il basso di Tiziano Paolini, una scelta naturale per chi prende a modello Cynic e Atheist. Per quanto tecnicamente sviluppato, Elektron non è di quei dischi da infarto con ritmiche costantemente a mille: la ricerca dell'impatto non scade mai nel bombastico e la produzione autonoma bilancia ottimamente tutte le parti in gioco senza risultare sgradevole. Cardamone tiene il registro su un growling piuttosto alto che rende più facile la comprensione dei testi. Qua e là si incontrano marcate influenze di demenza mathcore (Azure) e a volte tra gli arpeggi fusion sembra intravedersi l'ombra di Jeff Waters (Along The Crack). "Ambra" ed "elettricità" sono presenti in alternanza nel disco, a volte separate in pezzi a parte, come la strumentale Chaos/Introspection, più spesso mescolate nella stessa traccia, come nell'opener Six Years Locked e in Motions (una sorta di Samba Briza unita ad un pezzo dei Death).
Il disco è ottimamente scritto, molto vario e piacevole da ascoltare, tuttavia qualche cosa sembra mancare: sappiamo che la musica dei Duality, nella migliore tradizione del death tecnico, non è destinata ad un ampio pubblico e la band riesce a mostrare personalità in un ambito in cui molto è stato già detto meritandosi un ottimo giudizio. Eppure, in quanto nati e cresciuti in quest'era di "collagismo" musicale, i Duality non sembrano sfruttare al meglio le proprie potenzialità: pur avendo influenze classiche, fusion e un violino in formazione, si limitano a giustapporre un ottimo death tecnico a parti fusion alternandoli. Ne risultano non uno, bensì due sound diversi, messi vicini per creare un'impronta originale. Eppure i gruppi da cui i Duality traggono ispirazione non avevano diverse parti da unire, ma avevano fuso le proprie influenze in un sound unico e profondamente innovativo. In questo senso invito i Duality a non limitarsi più ad accostare le musiche che amano suonare, ma a intrecciarle per ricamare un'unica nuova trama che lasci davvero un segno. Infine, puntare sulle proprie particolarità è sempre una buona strada: nella fattispecie, il sottoutilizzato violino che spero di sentire più presente (magari su una partitura death?) più in là.
Questo per il futuro; per il momento è giusto che i Duality si godano l'ottimo traguardo raggiunto e che i lettori, se apprezzano il genere, si godano Elektron.
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Album molto interessante. In generale concordo col recensore sulla opportunita di amalgamare maggiormente le varie anime presenti che in alcune parti centrano poco tra di loro però in altri brani, come ad es. Plead for Vulnerability ho invece molto gradito la fusione delle parti piu metal con quelle soft. Bello davvero e secondo me non poi così "per pochi". |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Six Years Locked Clock 2. Azure 3. Chaos/Introspection 4. Along The Crack 5. Motions 6. Plead For Vulnerability 7. Hybrid Regression 8. Hanged On A Ray Of Light
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Line Up
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Giuseppe Cardamone (Voce, Chitarra, Violino) Diego Bellagamba (Chitarra) Tiziano Paolini (Basso) Dario Fradeani (Batteria)
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RECENSIONI |
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