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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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StarGazer - A Merging to the Boundless
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( 1804 letture )
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Seppure non siano tra le band australiane più conosciute, gli StarGazer (che annoverano membri di Mournful Congregation e Cauldron Black Ram) hanno conquistato buoni consensi nel corso della propria carriera con i propri full length, con le mescolanze molto efficaci di vari tipi di metal estremo, prog e thrash. Il più recente A Merging to the Boundless non cambia radicalmente le carte in tavola, ma mantiene la stravaganza di fondo che ha da sempre costituito il punto forte della formazione e ci propone una serie di canzoni molto ben costruite e in grado di risultare gradevoli ad un primo ascolto per poi maturare con la dedizione.
Varietà è la parola d'ordine di un album che vuole assolutamente evitare di risultare prevedibile. Innanzitutto dobbiamo considerare obbligatoriamente la natura bass-heavy del disco, con il quattro corde che gode di un ruolo di primissimo piano, dal punto di vista del mix e del songwriting. Sezioni come il principio di An Earth Rides its Endless Carousel sono dominate da armonici, arpeggi, tapping e lick dal sapore solistico soddisfacente ed in generale lo strumento rimane sempre preminente ed attivamente impiegato nell'architettura armonico/melodica. Varietà, dicevamo, ed in effetti se la opener Black Gammon e la title track ci offrono possenti bordate death, concedendosi "solo" una manciata di riff ad insaporire la formula; Old Tea abbraccia velleità più atmosferiche e soluzioni a là Ulcerate e Gorguts sulle quali il basso si esibisce in stacchi virtuosi; altre tracce privilegiano invece una commistione di questi due approcci, e così via. Da segnalare la lunga The Grand Equalizer, undici minuti che fungono da compendio delle risorse degli StarGazer: all'introduzione di matrice progressiva seguono riff dal sapore orientale costruiti su scale esatonali, in un brano che cambia spesso velocità ed alterna intermezzi quieti a battute più spinte. Brillante è la grande sezione pulita della seconda metà della canzone, di grande valenza atmosferica che rimanda persino a certi pezzi di black metal "cascadiano" di Wolves in the Throne Room e compagnia. Si tratta di un colosso molto ben bilanciato ed intelligente, il sicuro highlight in una tracklist praticamente priva di reali punti deboli. Questi ultimi sono tutto sommato risibili e possono essere individuati nel fatto che gli StarGazer mescolano in maniera accattivante, ma non riescono ancora ad avere un inequivocabile trademark che impedisca al recensore di segnalare le similitudini (per quanto, lo sottolineo nuovamente, molto riuscite) con altri ensemble di vari generi. Inoltre la produzione, sebbene riesca ad ottenere un gradevole effetto old school, non è la più adatta alle canzoni, che più spesso avrebbero beneficiato di suoni più moderni e voluminosi. Azzeccato invece il mix, nella sua particolare scelta bassocentrica, dal momento che i volumi permettono all'ascoltatore di godersi ogni strumento senza alcuno sforzo.
Concludendo, gli StarGazer sono una band di ottimi musicisti ed abili compositori, che però optano (alla luce di questo disco direi più per scelta che per obbligo) per una combinazione bilanciata ed azzeccata ad una più rischiosa unicità d'approccio. Il valore del disco è innegabile, e l'efficacia delle sue molte componenti lo rende un disco da ascoltare per qualsiasi appassionato di metal estremo, prog e metal multi sfaccettato.
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A Great work of ages lo comprai perché mi piaceva la cover a scatola chiusa per...boh...3€ circa.... Ma l'ho sempre ascoltato con distacco. ... Ora ci riprovo e metto mano al nuovo che dalle tue parole sembra....effervescente |
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INFORMAZIONI |
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Nuclear War Now! Productions
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Tracklist
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1. Black Gammon 2. Old Tea 3. An Earth Rides its Endless Carousel 4. A Merging to the Boundless 5. The Grand Equalizer 6. Ride the Everglade of Reogniroro 7. Incense and Aeolian Chaos
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Line Up
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The Serpent Inquisitor (Voce, Chitarre) The Great Righteous Destroyer (Voce, Basso) Selenium (Batteria)
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RECENSIONI |
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