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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Internal Bleeding - Imperium
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( 2541 letture )
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La sinforofilia è una speciale forma di parafilia che consiste nell’eccitazione causata da incidenti o catastrofi (la radice della parola deriva dalla parola greca συμφορά, “sventura”), spesso premeditati. La seduzione del disastro, piuttosto che gli atti in sé di suicidio o omicidio, sono gli stimoli responsabili dell’eccitazione autoerotica. Così come uno scatto fotografico è partorito dal suo negativo, e il positivo è premeditare il disastro e, dunque, osservarne la grondante carneficina da un prescelto punto d’osservazione, gli americani Internal Bleeding, dal negativo della violenza e dell’odio, riescono a scrutare distaccati, ma tremanti di eccitazione, il risultato di questo loro nuovo lavoro, Imperium. L’intero lavoro si sviluppa su rapide pennellate che raramente concedono riposo all’ascoltatore, che viene letteralmente travolto e distrutto. I continui cambi, il furibondo incedere dei riff, della loro mutevole essenza che ora tende ad acquietarsi ora a esaurirsi in una forsennata, tagliente e velenosa violenza, ci accompagna per oltre quaranta minuti, abbandonandoci poi un senso di terrificante orrore. Fabricating Bliss è il perfetto pezzo d’apertura. Veloce, potente, brutale in ogni suo aspetto. Le chitarre di Hobbie e Pervelis si mischiano e si confondo in un unico suono, grandioso e possente. Il basso tende a rimanere spesso in primo piano, senza perdersi tra le pieghe delle distorsioni, dei forsennati colpi della batteria di Tolley, costante ordinata e perfetta, e del missaggio. Niente è sotterrato, ma ogni cosa è animata quale fosse un mostro a se stante.
Tuttavia, è la cura maniacale, parimenti armonica, tecnica e ritmica, che anima il trittico Patterns of Force (The Discovery, Plague Agenda e Aftermath) a sorprendere l’ascoltatore. A un’apertura di natura atmosferica, con delicate orchestrazioni, il lento palpitare di distanti campane e il cupo dischiudersi di un arpeggio di chitarra sotto la pioggia, fa da contraltare il lento evolversi di questa bestia multiforme e violenta. Come un nemico dalle profondità ignote della nostra mente, i tre pezzi si fondano tra di loro in un crogiuolo osceno e perverso, delicatamente folle e seducente. Le ritmiche si fanno più sincopate, poi prendono velocità, mentre la voce, fredda e precisa, si arrampica su queste impalcature mobili con sicurezza. Sviluppandosi intorno al concetto di crudeltà e di tirannia, ispirandosi a “La guerra dei mondi” di Herbert George Wells, il trittico è si erge a perfetto alfiere della bontà del lavoro e della proposta musicale del quintetto di Long Island. The Visitant, la seconda traccia, si articola lungo riff violenti, fino a sfociare in un breve ordito melodico in chiusura, con una bella sezione solistica, mentre con The Peagentry of Savagery l’ascoltatore è nuovamente trascinato in un’atmosfera d’irrequieta violenza e pregnante odio. La traccia conclusiva, Castigo Corpus Meum, è lo stupendo affresco intorno al quale s’arrampica la protesta e il disgusto nei confronti dell’ipocrisia di talune caste religiose, smascherate da una visione obliqua e di formidabile efficacia.
I’m sacrificing my flesh, My faith grows as I bleed. Self-inflicted empathy; Pain is my homage, Shackled and tormented, To feel worthy.
… I shall rise, Rise the ecstasy of my misery From the purging of my impurities; Rise above my mortal needs For faith and love, and worldly greed.
Sacrifico la mia stessa carne, così che la mia fede possa accrescersi mentre sanguino. Empatia inflitta da me medesimo, il dolore è il mio omaggio, messo ai ceppi e tormentato, per sentirmi di nuovo degno.
[…] Io mi innalzerò, innalzerò l’estasi dalla mia miseria purgando le mie impurità; m’innalzerò al di sopra dei miei bisogni mortali per la fede, l’amore e la cupidigia terrena.
Il pezzo, inoltre, da un punto di vista prettamente musicale oltre che da un punto di vista lirico, risulta, insieme al trittico Patterns of Force, il più riuscito dell’intero full-lenght. Spettacolosamente cangiante, modellato su un impressionistico colore di profonda disperazione e perdizione, è capace di rendersi evocativo e spirituale in ogni suo piccolo frangente, fino ad esplodere nella chiusa, dove a brevi accordi di chitarra acustica, accompagnati dalla chitarra distorta, va ad aggiungersi un bel intermezzo solistico.
L’ultima fatica degli Internal Bleeding, in conclusione, è una piccola gemma. Equilibrato e caotico al tempo stesso, è capace di riuscire a smuovere l’ascoltatore, terrorizzarlo. Capaci al tempo stesso di rinnovarsi, di esplorare nuovi orizzonti e di riproporre se stessi con un dinamismo unico, i newyorkesi riescono a compiere quasi un’impresa all’interno di un genere che tende pericolosamente a conformarsi e ad arenarsi intorno a quella stessa violenza che l’ha partorito.
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5
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Gli internal bleeding sono di sicuro tra i primi gruppi del brutal old school che più sono andati verso le sonorita\' \"slam\" .negli anni 90 erano i suffocation dello slam brutal anche se i suffocation erano e sono una band parecchio migliore degli internal b. Sia per tecnica e per tutto il resto.loro hanno portato avanti quelle parti slam che i suffo avevano solo accennato in qualche loro canzone nei primissimi 90 e sono andati avanti così fino ad oggi con il loro slam death e sperimentazioni varie ma sono sempre restati una band brutal molto di nicchia...a me qualcosa di loro piace e gli ultimi dischi sono stati abbastanza buoni ma il loro vero successo non e\' mai arrivato cmq meglio loro che i gruppi slam brutal di oggi che sono solo dei coglioni ridicoli ...ma che senso ha cantare imitando il verso dei maiali?che stronzata .... |
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4
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Li ho seguiti sino a driven to conquer. Ho anche i loro mini CD usciti per la wild rags. Che label! Devo dire che sti stronzi mi stanno simpatici assai e li rispetto ancora. |
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3
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@Luca Ciao! Gli "Internal Bleeding" non sono sicuramente tra i miei gruppi preferiti o tra quelli che ascolto di più, ma ti consiglio di ascoltare soprattutto "Voracious Contempt" che mi è piaciuto molto, davvero un ottimo debutto. Per quanto riguarda "The Extinction of Benevolence" e "Driven To Conquer", penso che siano degli album senza infamia e senza lode, che si fanno ascoltare ma che non danno veramente grandi emozioni. Per quanto riguarda "Onward To Mecca", non mi è piaciuto per niente. A mio avviso, questo "Imperium" è migliore di tutta la discografia. Comunque, ascoltali e poi mandami il tuo parere! |
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1
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questa band non la conoscevo vedrò di ascoltare l'album,invece cosa ne pensi degli altri album degli Internal Bleeding(Voracious Contempt,The Extinction of Benevolence,Driven to Conquer e Onward to Mecca)? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fabricating Bliss 2. The Visitant 3. The Peagentry of Savagery 4. Patters of the Force, Act I: The Discovery 5. Patters of the Force, Act II: Plague Agenda 6. Patters of the Force, Act III: Aftermath 7. Placate the Ancients 8. In the Absence of Soul 9. Castigo Corpus Meum
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Line Up
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Keith DeVito (voce) Brian Hobbie (chitarra) Chris Pervelis (chitarra) Jason Liff (basso) Bill Tolley (batteria)
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RECENSIONI |
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