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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 5333 letture )
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Dopo la non proprio amichevole dipartita dai compagni d’avventura dei Motley Crue, a causa di un rapporto ormai da tempo logorato soprattutto dalla negligenza artistica del cantante, Vince Neil cerca in tutti modi di rialzare la testa; volendo umiliare il gruppo di Sixx, il biondissimo vocalist decide di metter su, grazie all’aiuto di personaggi del calibro di Jack Blades (Night Ranger, Damn Yankees) e di Phil Soussan (ex bassista di Ozzy), un gruppo a dir poco stellare. Il fuoriclasse Steve Stevens viene reclutato alle sei corde, mentre le pelli vengono affidate al batterista degli Enuff ‘z Enuff, Vikki Foxx, un pestatore di gran classe che si addice perfettamente al sound energico ed incisivo che Vince vuole proporre. Dopo l’abbandono di Soussan a causa di divergenze con il cantante, il chitarrista ritmico Robbie Crane si sposta al basso, e si aggiunge al gruppo come chitarrista Dave Marshall, scelta azzeccata in pieno dato che lo stile di quest’ultimo si intreccia con quello di Stevens in maniera eccellente, andando a costruire un impenetrabile muro di potenza elettrica e dando luogo ad esaltanti schitarrate alla velocità del suono. Il risultato finale, Exposed è un disco sorprendente: il sound è bombastico, trascinante, melodico e veloce, la produzione è stata curata con precisione maniacale, costruendo un sound che nel 1993 non era proprio in voga. Il disco non viene sfiorato nemmeno per sbaglio dalla musica alternative del periodo, al contrario di quanto succederà ai Crue con Corabi, e si rivela come una delle ultime gemme hard rock dello scorso millennio.
Exposed è arrogante tanto quanto il suo creatore, non cede un passo a nessuno fin dal titolo e dalla narcisistica copertina. Look In Her Eyes irrompe come un tuono, Steve Stevens subito in mostra con un riff malefico e compatto, per poi esplodere in un assolo sparato alla velocità della luce; Vince non ha mai cantato così bene, incazzato ed aggressivo, vomita tutta la sua frustrazione con il suo falsetto incisivo e graffiante. Sister of Pain è più compatta, sempre con delle chitarre spumeggianti e cristalline e con un refrain meraviglioso, tanto allusivo quanto trascinante dal primo momento in cui lo si sente; si mette ben in mostra Vikki Foxx, preciso e potente come pochi altri batteristi del suo genere. La traccia in questione venne utilizzata come singolo, così come la successiva Can’t Have Your Cake, una delle punte di diamante dell’intero LP. Una botta diretta in faccia di puro hard rock scintillante, con un riff di chitarra incredibile che dona al pezzo un tiro fantastico; la sezione ritmica macina note su note come martello ed incudine, mentre Vince canta da Dio, interpretando questo pezzo in maniera a dir poco eccelsa. Il video realizzato per questa traccia è una divertente chicca da non perdere, con protagonisti il giovane figlio del cantante ed addirittura Pamela Anderson in persona. La successiva Fine, Fine Wine è classe a 360 gradi, con Crane e Foxx che costruiscono un autostrada per la voce di Neil , ma soprattutto per le sei letali corde di Steve Stevens, che per tutti i quattro minuti si mantengono a livelli spaziali, raggiungendo il culmine in uno dei migliori assolo che siano mai stati realizzati in campo hard rock: fluido, melodico ma velocissimo e senza essere fine a sé stesso; il chitarrista di Billy Idol è un vero e proprio mostro qua. Ed ecco The Edge, forte di un inizio acustico e spagnoleggiante fatto poi spazzare via dalla violenza delle due chitarre che imbastiscono di nuovo il corpo centrale di un pezzo potente e corposo, con Vince Neil sugli scudi ed un assolo pazzesco. Ed ecco arrivare la ballad del disco, Can’t Change Me, sorretta da una chitarra acustica pulitissima e da un cantato dolce e ruffiano del biondo hollywoodiano; una canzone molto piacevole, capace di spezzare il ritmo scavezzacollo impresso dalle tracce precedenti. Set Me Free e Living is a Luxury sono di nuovo un tuffo nell’hard rock più patinato e bombastico, la prima (cover degli Sweet) monolitica e con un refrain grandioso, la seconda più originale nella struttura con sempre il duo Neil - Stevens a rendere il tutto paradisiaco. You’re Invited (But Your Friend Can’t Come) è un pezzaccio geniale, con un riff d’apertura che è oro colato ed una melodia azzeccata, che porta poi al ritornello super catchy ed al solito, immenso e spaziale assolo di Stevens. Gettin’ Hard è l’ultima rasoiata diretta prima della chiusura, affidata ad una semi-ballad molto dolce, Forever; il pezzo, dedicato alla (ora ex) moglie Sharise, è molto piacevole, Vince se la cava alla grande anche su melodie più rilassate e sul finale è possibile sentire dopo pochi secondi di silenzio la voce della figlia Skylar, che nel 1995 morì tragicamente di tumore a soli quattro anni.
Exposed rappresenta tutta la personalità di Vince Neil, e, pur non ottenendo un successo commerciale stupefacente, fu un ottimo antibiotico per i fan nostalgici degli anni in cui i Motley Crue dominavano incontrastati. Steve Stevens dimostra ancora una volta, come se ce ne fosse il bisogno, di essere una bestia alla chitarra, segando a metà gli speaker con i suoi assolo pirotecnici. Una degna risposta agli ex compagni e, soprattutto, un piccolo capolavoro che tutti dovrebbero ascoltare almeno una volta nella vita.
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Molto bello,party rock sullo stile dr.feelgood.....I Motley cambiarono e si indurirono,lui continuò con il vecchio souns.Andrlò male ad entrambi,peccato. |
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Come @entropy, ricordo che lo presi appena uscito, lo ascoltai 3 / 4 volte e decisi che mi faceva cagare. Forse lo devo ripescare e riascoltarlo... |
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20
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Grand bel disco per qui tempi, ascoltato parecchio |
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Si si, gran disco. Preso alla sua uscita. Thanks comunque.. |
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x galilee, mi inchino davanti alla tua mini recensione, che inquadra a 360° band & album. Grazie, grazie, che vada per Vince Neil - Exposed sarà mio. Ricambio il favore con un consiglio anche se so già che non ne hai bisogno, fai tuo assolutamente l'album omonimo dei Mötley Crüe con John Corabi alla voce un album della Madonna. Capolavoro assoluto credimi, non andare dietro chi ne parla male (detrattori) un saluto ate  |
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Ah, ok conosco. Mah, è un disco di cantautorato. Col rock centra poco, è quasi tutto acustico. Comunque rimane piacevole. Ma è più un qualcosa alla Eddie Vedder solista. Cioè con questo di Vince Neil non ci azzecca proprio... |
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x galilee, Genere: rock melodico, Alternative rock |
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x galilee, ''August and Everything After'' Studio album dei Counting Crows del '93 |
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X Hard n Heavy. Ma che disco è, e di chi è? |
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Il.disco ce l'ho da sempre e suona Los Angeles a manetta. Più che i primi dischi a me ricorda quelli più bombastici di dr feelgod. Comunque un disco spettacolare con Steve Stevens fotonico |
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Figurati, siamo tutti sulla stessa barca! Anche io chiedo consigli per dischi qua e là! Se ti piacciono i primi Crue questo disco fa decisamente per te!  |
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x Radamanthis grazie per la tua gentilezza, Exposed c'è la il negozio dove compro i cd, da fan dei Motley Crue lo prendo di sicuro. |
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10
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Non conosco august and everything after quindi non saprei....mi spiace non posso aiutarti. Però ti consiglio vivamente questo di Neil! |
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9
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presi il cd a noleggio e lo registrai in cassetta. non mi disse niente. per me insufficiente |
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8
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una domanda a tutti nello stesso anno esce ''August and Everything After'' da esperti cosa ne pensate è un grande album? Exposed c'è la il mio negoziante vedrò di farlo mio al più presto. |
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7
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Gran disco. Concordo con la recensione. Steve Stevens tanta roba, mica per altro lo volle Michael Jackson a tutti i costi per il pezzo Dirty Diana. Comunque anche il successivo carved in stone è una figata pazzesca. Un rock industrial che anticipava alla grande i tempi. Tra l'altro il songwriting è di gran livello. Ovvio se non andate oltre il suono della chitarra per gusti personali lasciate perdere. |
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6
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grandissimo album. voto 90. se fosse uscito negli anni 80 sarebbe arrivato primo in classifica. grandissi.o vince |
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5
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molto bello. sui livelli dei primi dei crue. la band è fenomenale. stevens un mostro e neil in forma. la recensione ci azzecca alla grande. voto 88 |
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4
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Mamma che disco! Look in her eyes è da sola una bomba che vale l'intero album ma tutto il disco è di livello assoluto! Voto 90 |
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2
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entropy@ forse ti confondi con il successivo "carved in stone", che è letame puro . Questo è un semi capolavoro di hard street rock coi controcazzi, un disco da 75 a cui si aggiungono almeno 10 voti in più per il chitarrismo straordinario e strabordante di uno Stevens eccezionale (vedi The Edge, da brivido)....un grandissimo album, da ascoltare (anche se bisogna sopportare la voce del vecchio Vince ) |
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1
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Non ascolto l album dalla sua uscita ( in cassetta originale). Ma nei miei ricordi questo album fa parte delle " schifezze" assolute! a questo punto dopo più di 20 anni forse e il caso che gli dia un altro ascolto! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 Look in Her Eyes 2 Sister of Pain 3 Can't Have Your Cake 4 Fine, Fine Wine 5 The Edge 6 Can't Change Me 7 Set Me Free 8 Living Is a Luxury 9 You're Invited (But Your Friend Can't Come) 10 Gettin' Hard 11 Forever
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Line Up
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Vince Neil (Voce) Steve Stevens (Chitarra) Dave Marshall (Chitarra) Robbie Crane (Basso) Vikki Foxx (Batteria)
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RECENSIONI |
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