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Wrath Sins - Contempt Over the Stormfall
26/11/2015
( 1530 letture )
Dritti al punto, senza troppi giri tra un EP e l’altro, i Wrath Sins sbattono sul mercato la loro prima pubblicazione ufficiale in assoluto, sotto l’egida della Raising Legends, con la sicurezza tipica delle grandi band. Nata nel 2011 per volere dei due chitarristi Mike Silva e Rui Coutinho, la band portoghese ha accolto tra le proprie fila il bassista Ricardo Nora ed il batterista Diogo Márlon l’anno successivo, cominciando a lavorare su del materiale proprio. Nessuna demo, nessun EP inciso per farsi conoscere ma solo il contatto con l’etichetta discografica connazionale che ha dato alle stampe il qui presente Contempt Over the Stormfall, primo tassello in una discografia che strizza l’occhio al progressive ed al thrash metal, generi preferiti dal quartetto lusitano. Sarà stata una scelta azzeccata, quella di buttarsi immediatamente nel mercato discografico della musica metal, senza nemmeno un piccolo passo di prova? Scopriamolo insieme.

La proposta che spazia in questi dodici brani viene definita come un incrocio tra le linee thrash più furibonde del genere e un certo grado di imprevedibilità tipica del progressive metal. Ad essere sinceri, nell’ascoltare i brani d’apertura, l’impressione è che la matrice thrash sia preponderante nella struttura e nel coinvolgimento degli strumenti, aggiungendo qualche battuta riflessiva che lo rende meno tempestoso e scanzonato nel suo incedere. Certo, di progressive qui non se ne sente molto e di certo non basta un violino nell’intro Waiting For per potersi appropriare di tale etichetta stilistica. The Silent Hand ed Enigmatic Perception infatti, sono vere e proprie mazzate thrash con la batteria che incalza in ritmiche cadenzate, seminando qualche sparuta influenza groove qua e là, mentre la voce di Mike Silva si incentra in un harsh doppiato da qualche rafforzamento in growl durante i refrain. Le chitarre forniscono qualche arrangiamento particolareggiato, senza distaccarsi tuttavia dai classici riff a corda vuota, portatori di un quasi sicuro fascino travolgente senza arrischiarsi in sperimentazioni, come si può evincere dalla title-track; dal punto di vista solista, purtroppo, non c’è nulla di troppo esaltante, se non qualche spezzone che spalma un po’ di melodia sulla ritmica efferata. La produzione non troppo bilanciata, è un altro punto a sfavore di un disco che risulta fin troppo prevedibile e scontato durante la riproduzione: Textured Vengeance e To Where the Waves Break sono brani su cui aleggia perennemente l’aura del "già sentito" e non lascia nulla di tangibile all’ascoltatore, nemmeno dopo un discreto numero di riproduzioni. Il discorso non cambia sino ad Angels Downfall, dove i ritmi s’abbassano nell’introduzione ed il brano pare un po’ più ragionato, malgrado una produzione non all’altezza che spara al massimo le basse frequenze della batteria in più momenti del disco. Watching Time Colapse può probabilmente farsi portatore del riff più catchy e piacevole del lotto e che lascia presagire di come, se la band avesse lavorato su questi livelli dall’inizio alla fine, senza cercare improbabili soluzioni alternative -peraltro numericamente limitate- avrebbe potuto tirar fuori un disco di onesto thrash metal moderno, superando di qualche punto la sufficienza. The Cast Recedes è un altro esempio di come i Wrath Sins si siano complicati la vita alla loro prima release, pur avendo tutte le carte in regola per mettere sul mercato un debut album onorevole. Invece, bisogna accontentarsi di un disco che non è né carne, né pesce.

Certo, se l’idea di sperimentare sul classico thrash metal della band si limita a quanto scritto sulla carta, senza mai realmente far assaporare queste "innovazioni" nella musica ivi proposta, allora probabilmente c’è qualcosa di sbagliato nell’approccio. Chiariamo subito due cose: primo, la band suona discretamente bene e sembra anche piuttosto affiatata; secondo, il genere proposto è un thrash condito di qualche elemento moderno che non lo fa allontanare più di tanto da centinaia di altri gruppi. Il problema in sé di questo Contempt Over the Stormfall è che non è sufficiente un titolo ad effetto e qualche linea un po’ più particolareggiata per distanziarsi dalla proposta pedissequa fatta da moltissime altre band. L’utilizzo di strumenti un po’ più rari nel thrash metal come possono essere le chitarre acustiche ed i violini, potrebbe essere un marchio di fabbrica per una proposta più curiosa ed innovativa, ma perde tutto il suo fascino se essi vengono relegati esclusivamente all’intro di un minuto scarso e ad un interludio del brano di chiusura. Insomma, la scelta di non tastare il terreno con qualche EP o demo, è stato l’errore più grande della band, senza ombra di dubbio. C’è da lavorare e non poco, soprattutto per decidere quale strada intraprendere per il futuro. Questo è il primo passo da compiere, gli altri -si spera- dovrebbero essere più facili e venire da sé, visto che le capacità del quartetto lusitano sembrano più che discrete. Forza e coraggio!



VOTO RECENSORE
50
VOTO LETTORI
99 su 5 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2015
Raising Legends
Thrash
Tracklist
1. Waiting For
2. The Silent Hand
3. Enigmatic Perception
4. Contempt Over the Stormfall
5. Textured Vengeance
6. To Where the Waves Break
7. Solipsism
8. Angels Downfall
9. Watching Time Collapse
10. The Cast Recedes
11. Paradox
12. Where My Oblivion Dwells
Line Up
Mike Silva (Voce, Chitarra)
Rui Coutinho (Chitarra)
Ricardo Nora (Basso)
Diogo Márlon (Batteria)
 
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