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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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08/04/2016
( 2624 letture )
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C'è chi ha vissuto sotto le luci della ribalta per troppo tempo, così tanto che, quando i riflettori si spengono, nutre serie difficoltà nel tornare alla vita comune di tutti i giorni. In musica, ma non solo, quando il pubblico ti accantona e gli anni d'oro se ne sono andati ormai da un pezzo non è facile reagire. Molti accettano onorevolmente la sconfitta e si fanno da parte, altri invece non si rassegnano, non abbandonano solo perché non sono più cool e non rispecchiano la moda del momento. Ci sono artisti che non accettano il parere dei più e che non hanno alcuna intenzione di uscire di scena quando cala il sipario. Chris Holmes appartiene a questa categoria: è uno di quelli dalla scorza e dalla testa dura, capace di reinventarsi una dignitosa carriera solista alla veneranda età di 54 anni, dopo aver vissuto pagine fantastiche di successi (e di eccessi) negli anni '80. Il nuovo progetto dell'ex chitarrista dei W.A.S.P. nasce infatti nel 2012, con l'uscita dell'album Nothing to Lose, seguito nel 2015 da Shitting Bricks, il quale lo ha portato ad intraprendere un lungo tour assieme alla nuova band: i Mean Man, denominata così in onore del frontman e del celeberrimo singolo dei W.A.S.P. del 1989.
CHP è una raccolta di brani appartenenti ai due LP citati ed ha il doppio scopo di sancire il contratto ottenuto con l'etichetta Mighty Music e di concludere una prima parentesi della nuova carriera di Holmes. Un passato sempre all'insegna dell'hard rock adrenalinico, genere che ha caratterizzato gli anni nei quali l'americano ha ottenuto il successo planetario con la sua vecchia band e presente anche nelle sue nuove uscite, senza però tralasciare la maturità raggiunta dal cantante/chitarrista, il quale si prende la responsabilità di omaggiare gli artisti che lo hanno stilisticamente segnato, in particolare gli axeman che da tanti anni solcano i più grandi palchi degli USA, Ted Nugent su tutti.
Le tracce ritenute più significative per approfondire questo periodo sono dieci, peraltro due di queste (Shitting Bricks e Let it Roar) riproposte anche live, per andare a formare un totale di dodici tracks. La pecca che risalta subito all'orecchio è una produzione decisamente non all'altezza, la quale purtroppo influisce pesantemente sul valore del disco. Tra gli episodi negativi collegati a questo aspetto: il brano d'apertura Loser, che presenta sul finale rumori quasi fastidiosi, con il riverbero delle casse a torturare l'ascoltatore e la seguente They All Lie and Cheat, condannata ad un mixaggio che sarebbe stato indecente persino trent'anni fa. Way to Be e Shitting Bricks presentano un grosso problema, ossia che i solo del chitarrista californiano rimangono in sottofondo: nel primo caso le sei corde sono surclassate dagli altri strumenti; nel secondo brano, energico e veloce in puro stile eighties, l'assolo finale viene palesemente e inspiegabilmente sopraffatto dall'effetto delle sirene della polizia, una scelta alquanto infelice. I brani degni di nota, dove sono assenti mancanze tecniche in fase di studio, sono sicuramente Down in the Hole, contenente una splendida parentesi acustica a chiudere il brano; la hit Let It Roar, probabilmente il brano più conosciuto della compilation, vista anche l'uscita di un videoclip che ha goduto di un discreto successo ed il blues/rock di Born Work Die. Infine è da annotare la strana decisione di inserire nel disco i due brani live ricordati precedentemente, considerando che sembrano registrazioni amatoriali, dove la voce del singer non si sente per tutta la durata delle tracce.
In conclusione, i motivi che hanno portato all'uscita di questa raccolta vanno ricercati soltanto in ragioni pubblicitarie e di marketing da parte della casa discografica. Sarebbe interessante sapere quanto Chris Holmes sia stato interpellato sui brani da inserire, sulla qualità del sound all'interno dei pezzi e su alcune scelte che vanno a penalizzare (paradossalmente) il suono della chitarra. Il mean man avrà fatto buon viso a cattivo gioco, poiché risulta difficile pensare che avesse in mente di fare uscire un lavoro con così tante lacune, un disco che danneggia quanto di buono fatto finora. Una battuta d'arresto che potrà essere dimenticata e superata senza problemi con la prossima uscita, sperando in una produzione migliore.
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5
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Meno male che Let it roar viene definita dal recensore come una delle tracce più significative, per me è musicalmente appena accettabile, le vocals sono insopportabili, io vorrei sperare che sia il peggior pezzo dell'album ma ho poca fiducia... |
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3
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Oh my God: quanto si è rovinato questo uomo!!!!!!!!!!! |
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2
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Non ho ancora ascoltato il disco, lo farò presto, comunque bisognerebbe spendere almeno 2 parole per il grande Phil Taylor, da poco scomparso, come sappiamo tutti... |
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1
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Grande rispetto per i mitici Wasp, ma questo è ridicolo! Non so il recensore dove abbia trovato o sentito "quanto di buono fatto finora" nei lavori della "dignitosa carriera solista" di questo relitto umano... Il Benson americano, con la differenza che Richard si è costruito un personaggio, questo invece è realmente conciato così |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Loser 2. They All Lie and Cheat 3. Way to Be 4. Down in the Hole 5. Shitting Bricks 6. Get with It 7. Let it Roar 8. Born Work Die 9. 502 10. TFMF 11. Shitting Bricks (live) 12. Let it Roar (live)
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Line Up
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Chris Holmes (Voce, Chitarra solista) Thomas Cesario (Chitarra ritmica) Pascal Bei (Basso) David Amore (Batteria)
Musicisti Ospiti "Philthy Animal" Taylor (Batteria nelle tracce 1, 2, 3, 4)
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RECENSIONI |
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