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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Axevyper - Into the Serpent`s Den
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04/05/2016
( 2400 letture )
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Formati nel 2009 da Luca "Fils" Cicero e Guido Tiberi gli Axevyper con convinzione, attitudine e grandissima passione portano avanti da anni il verbo dell’heavy metal più incontaminato e coriaceo, saldamente ancorato a tradizioni e memorie degli anni 80. Attivi e ben conosciuti nel circuito underground nostrano, con all’attivo già due dischi, gli Axevyper tornano a distanza di tre anni sotto le effigia della Iron Shield Records -una costola della Pure Steel Records- con la loro terza fatica: Into The Serpent’s Den, di cui si nota subito la bellissima copertina disegnata da Roberto Toderico. Senza troppi giri di parole, Into The Serpent’s Den è un disco ispirato, trascinante e coinvolgente che farà letteralmente scatenare tutti gli estimatori di quel metal farcito da componenti epiche e combattive di cui Manilla Road, Omen e Warlord sono stati i più alti esponenti.
Brothers of the Black Sword apre Into The Serpent’s Den , catapultandoci direttamente in epiche atmosfere lontane che ricordano soprattutto i migliori lavori degli Omen, riproposti in maniera fresca e ispirata. Quasi senza soluzione di continuità, ritmiche più serrate e dirette continuano l’epica ondata metallica dei cinque italiani: Metal Tyrant e soprattutto Soldiers of the Underground - che con il verso Heavy Metal lives forever, hear the battle call si candida ad essere un inno di battaglia per molti - fanno scuotere ulteriormente gli animi più metallici rinchiusi in noi. Ottime le melodie della coppia Micheletti, Tiberi, su cui il particolare timbro vocale di Fils restituisce ottimamente lo spirito ribelle e anticonformista della band. L’apparentemente più serena The Adventurer mostra il lato più riflessivo degli Axevyper e qui i nostri conterranei traggono a piene mani dai primi lavori targati Iron Maiden, soprattutto per la sezione ritmica e per le linee vocali. Il brano, nei suoi oltre sette minuti, si sviluppa e delinea una struttura articolata e coinvolgente, impreziosita da un notevole gusto melodico; sembra ombra di dubbio uno dei pezzi migliori del disco. Arrivati al giro di boa, tocca alla più oscura e ruvida Under the Pyramids proseguire il viaggio e prepararci a dovere a due altri ispiratissimi pezzi: Spirit of the Wild e Solar Warrior. I brani in questione sono letteralmente delle cavalcate metalliche che, grazie alla loro energia ed immediatezza, rimangono facilmente impresse già ai primi ascolti e sono perfetti per far alzare i pugni al cielo e scaldare la platea in sede live. Gli oltre otto minuti, intrisi di epicità e pathos, di Beyond the Gates of the Silver Key concludono Into the Serpent’s Den dimostrando ulteriormente che gli Axevyper amano cimentarsi anche in brani strutturalmente più complessi e articolati senza però perdere grinta ed energia.
Gli Axevyper con Into the Serpent’s Den compiono un notevole passo avanti rispetto ai due album precedenti; innanzitutto grazie a una produzione di qualità in linea con gli standard professionali, ma anche e soprattutto, per un songwriting ispirato e una verve compositiva che trae ispirazione dai maestri del passato, restituendone non un semplice surrogato, ma una reinterpretazione personale ricca di vera e genuina passione. Orgoglio, appartenenza e condivisione sono i sentimenti che scaturiscono durante l’ascolto di Into The Serpent’s Den, emozioni reali che rendono ancora oggi vivo e vegeto l’heavy metal anche in Italia. In attesa di poterli ammirare ancora dal vivo, non possiamo far altro che prepararci a dovere gustandoci a pieno questo ottimo terzo sigillo della loro carriera con la certezza che the true metal force is back.
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4
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Ottima recensione per un ottimo disco. Come si dice, spesso e volentieri, è alla terza fatica discografica che una band di qualità è chiamata a spiccare il volo.......secondo me, qui ci siamo, ed i mitici Axevyper sono già in rampa di lancio  |
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2
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Bravi, bravi, bravi, questi toscanacvi han fatto davvero un buon album, arcigno e potente, sprigiona una fierezza metallica acvomagnata DS una maturità' stilistica coi fiocchi, tutto ben organizzato dalle asce, al basso alla batteria, che si rendono autrici di stupende sezioni ritmiche, tutto molto old school, gli echi sonori del buon vecchio e sano heavy non mancano, hammerfall, manilla , manowar, maiden ecc., ma sono incastonati dentro una certa loro personslita' .Recensione centrata.Orgoglio e passione vecchia scuola.Anche io non li ho mai visti dal vivo cercherò' di provvedere.Bel disco.80. |
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1
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Disco superlativo per il genere proposto. Perla dell'album sicuramente "the adventurer" che per struttura ed eleganza, a mio avviso, non sfigurerebbe in un album dei Maiden post 2000. Una nota di merito in particolare a Tiberi e Michetti |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Brothers of the Black Sword 2. Metal Tyrant 3. Soldiers of the Underground 4. The Adventurer 5. Under the Pyramids 6. Spirit of the Wild 7. Solar Warrior 8. Beyond the Gates of the Silver Key
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Line Up
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Luca "Fils" Cicero (Voce) Guido Tiberi (Chitarra) Damiano Michetti (Chitarra) Andrea Tognetti (Basso) Niccolò Vanni (Batteria)
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