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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3231 letture )
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Gli Axevyper mi stanno simpatici. Intanto perché la line up del gruppo è il prodotto quasi secondario dello split degli Assedium, con la presenza di Tiberi e "Fils" Cicero, i quali sono riusciti a mettere in piedi una formazione stabile con altri tre collaudati personaggi del giro metal viareggino. In questa prima release viene tralasciato parzialmente il sound epic-oriented degli Assedium, per rivolgersi verso un heavy metal basico che rimane con tutti e due i piedi nel solco della tradizione dei primi anni 80. Ed è proprio questo il secondo e più importante motivo per cui gli Axevyper mi stanno simpatici: per il loro vivere totalmente la musica come se il 1984 non fosse un anno ormai lontano qualche lustro, ma un periodo indefinito ed indefinibile che si estende nel tempo all'infinito.
La band, infatti, sembra non rifarsi pedissequamente al periodo su indicato, ma dimostra di viverlo fino in fondo, look compreso, con tutto il corredo di scanzonata ingenuità che ciò comporta. Un'attitudine evidente sin dalla simpatica cover che ritrae un lucertolone munito di alabarda, il quale, su uno sfondo di apocalittiche e metalliche rovine monolitiche -e col corredo di aerei da guerra in volo- è assiso su una pila di morti che indossano le t-shirt di band ritenute corruttrici della vera fede. Si notano, tra gli altri, caduti con la maglietta dei Korn, dei Metallica -logo del periodo peggiore-, degli Slipknot, dei Nirvana ed altri. L'ultima di copertina mostra invece i nostri accampati intorno al fuoco sotto la bandiera del metallo tricolore, in un cimitero dove riposano i generi "impuri" -metalcore, crossover, etc-, sullo sfondo una torma di metallari esultanti con vessilli di varie nazioni. Il tutto però all'insegna non già della seriosa (e ridicola) convinzione dei Manowar, ma piuttosto nel segno dell'ironia -o almeno questo è ciò che è arrivato al sottoscritto-, ed anche se i rimandi a Motorhead, Running Wild ed altri grandi gruppi dell'epoca sono facili da individuare, in realtà sono i cosidetti "gruppi minori ignoranti" come Torch, Killer, Wild Pussy et similia a descrivere meglio l'area di appartenenza del gruppo.
Come detto, dal punto di vista musicale siamo in pieno 1984: a partire da un più che ingenuo inizio che prevede effetti sonori relativi a qualcuno che protesta per il volume troppo alto di un pezzo, con più che prevedibile irrompere dei nostri con tanto di risata sardonico/intimorente che introduce Revenge Of The Axe, primo atto della liturgia metallica di Axevyper. Ciò che si nota immediatamente è una maggiore credibilità dell'ugola di Fils, alle prese con un genere meno ricercato e più crudo di quello degli Assedium, basato sull'ardore e sulla genuina adesione ai cliché del metal più classico, sempre unitamente ad una certa ricerca della melodia tipica del settore, anche se la sua pronuncia dell'Inglese è migliorabile. "All right you posers… you can suck my dick you motherfuckers!!!!”. Mi sembra non ci sia altro da aggiungere, no? Sulla stessa falsariga anche la Lovecraftiana Rats In The Wall, una mazzata "heavymetallica" ancor più dura, mentre Poserkiller dice tutto fin dal titolo: ascoltarla con una bella birrozza davanti in un locale come si deve e con la giusta compagnia di vitelloni, è la soluzione migliore per apprezzarla al meglio. Atmosfere più vicine agli Assedium con Immortal Steel, pezzo che vede al microfono un George Call (Aska, Omen) più a suo agio di Fils con l'Epic. Da notare comunque che il riff di base del pezzo è molto, ma molto simile a quello di Blood Of My Enemies dei Manowar. Il discorso è valido in una certa misura anche per Roadster, conTann degli Ironsword a prestare la sua ugola più nera ad un brano che deve palesemente qualcosa ai Manilla Road. Pezzo da atmosfera live per Axevyper, non il migliore del lotto in verità ma, come detto, ho l'impressione che dal vivo possa guadagnare parecchio, specialmente se -come credo- gli Axevyper puntano in quella sede più sul cuore che sul cervello. Il simil-Rock'n'Roll di Bad Italian Boys e la velocità di Faster Than The Law riportano alla nwobhm dei bei, vecchi tempi, tutta dedizione e sudore, come è sempre più raro sentire. Il veleno però -ed è proprio il caso di dirlo visto il lucertolone della cover- sta in coda: Forever Young è struggente nella sua semplicità, un vero manifesto del metal tradizionale, e la conclusiva Non è Finita Qui non è da meno; anzi, col suo testo in italiano ricorda le migliori cose della beneamata Strana Officina, specialmente nel ritornello. A questo proposito ribadisco per l'ennesima volta come l'uso della nostra lingua in ambito metal sia a mio parere apprezzabile.
In conclusione, Axevyper non è altro che una citazione continua degli stilemi dell'ortodossia nwobhm, conditi da qualche eco epic senza alcuna introduzione di elementi di personalizzazione di sorta. Come tale non può a mio parere essere gratificato da una votazione molto alta (ma un fanatico della nwobhm potrebbe anche ritenerlo degno di molti voti in più), tuttavia è un album "vero", sentito e sincero, un omaggio di pancia alla tradizione più basilare del metal, senza furberie e sovrastrutture, ma con la giusta onestà intellettuale. Birra, musica, sudore, moto, donne e caccia ai posers; se vi piace tutto questo vi piaceranno anche gli Axevyper.
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VOTO LETTORI
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37.25 su 101 voti [
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3
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E intendo da ogni punto di vista: compositivo, personalità, cantanti, tecnica strumentale per finire col livello della produzione. |
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2
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Non un gradino, ma una rampa di scale intera sotto a band come i Seventh Seal (giudicati più o meno con lo stesso voto per il loro secondo disco e unico recensito su questo sito, dei 2 fatti) o i Frozen Tears (nessun album recensito, di 5 fatti, gli ultimi 2 sotto MyGraveyard come questi tra l'altro, quindi perché alcuni arrivano e altri no alla vostra redazione?) e anche vari altri al di là dello stile parzialmente diverso suonato da ognuno nel campo del metal classico in generale... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Revenge Of The Axe 2. Rats in the Walls 3. Poserkiller 4. Immortal Steel 5. Roadster 6. Axevyper 7. Bad Italian Boys 8. Faster than the Law 9. Forever Young 10. Non è Finita Qui
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Line Up
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"Fils" Cicero (Voce) Guido Tiberi (Chitarra) Damiano (Chitarra) Andrea Tognetti (Basso) Filippo Belli (Batteria)
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